domenica, Ottobre 13, 2024

Notizie dal mondo

Nato ed Europa amano il brivido della guerra

Ogni giorno si supera una nuova linea rossa

di Domenico Gallo

In questi ultimi mesi l’orizzonte internazionale in cui è immersa la nostra vita come popolo italiano e come singoli è diventato ancora più inquietante. Gli scenari bellici – dal conflitto armato in Ucraina al martirio del popolo palestinese a Gaza (che Israele pratica nella massima impunità) – hanno continuato ad aggravarsi e lo spettro di una guerra mondiale nucleare, invece di allontanarsi, sembra essere una minaccia sempre più vicina. Non abbiamo mai vissuto un periodo storico così drammatico dal 1945.

Anche nelle fasi più salienti della Guerra Fredda il rischio di guerra non è mai stato così elevato. La crisi dei missili sovietici a Cuba nel 1962 lasciò il mondo con il fiato sospeso ma fu risolta in una settimana grazie alla saggezza dei leader dell’epoca dei due contrapposti schieramenti.

L’insegnamento che ne trasse il Presidente Kennedy fu questo: “Le Potenze nucleari devono evitare un confronto che dia all’avversario la scelta fra ritirarsi umiliato o usare le armi nucleari. Sarebbe il fallimento della nostra politica e la morte collettiva”.

Nella crisi ucraina la politica perseguita dalla NATO e dai leader della UE e dei principali Paesi europei va in direzione esattamente opposta e contraria: la pretesa è la sconfitta e l’umiliazione della Russia, come presupposto per aprire un negoziato di pace. Il dottor Stranamore è uscito fuori dal film di Kubrick ed ha assunto i panni del Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg.  

Non essendo riuscita a sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, malgrado il sacrificio della migliore gioventù ucraina mandata allo sbaraglio in una controffensiva azzardata e folle, adesso la Nato ha deciso di elevare il livello dello scontro, consentendo a Kiev di attaccare il territorio Russo con armi occidentali. In questo modo è stata varcata l’ultima linea rossa,  una volta ritenuta un “baluardo” per evitare l’escalation del conflitto.

Tutti ricordano che in tema di armamenti da dare all’Ucraina, si era partiti  dagli elmetti e dai giubbotti antiproiettile, per poi passare alle armi varie, tutte strettamente difensive; poi è stata la volta dei carri armati;  poi i missili “a corta gittata”,  per poi passare a quelli “a lunga gittata” come  Atacms; agli Storm Shadow  e gli Scalp; poi ai mezzi contraerei, dai Patriot ai Samp T; infine agli F 16 (aerei d’attacco con capacità nucleare).

Adesso non ci sono più linee rosse da superare, il prossimo passo – è stato già annunciato da Macron e da Stoltemberg/Stranamore – sarà l’invio di truppe di terra. Ma l’invio di truppe sul suolo ucraino è una vera e propria dichiarazione di guerra, segnerà un punto di non ritorno. Mosca ha messo in guardia gli Stati Uniti da errori di calcolo che potrebbero avere conseguenze “fatali”.

La miccia è stata accesa, se i popoli non la spegneranno lo sbocco in un conflitto infernale è assicurato. Non è più tempo per restare a guardare, si può avere maturato la massima sfiducia per la politica ed il sistema dei partiti, ma siamo chiamati ad una scelta destinata ad incidere profondamente sui nostri destini.

Sabato, 22 giugno 2024 – Anno IV – n°25/2024

In copertina: manutenzione su aereo F/A-18F Super Hornet a bordo della portaerei Theodore Roosevelt – Foto: Navy Petty Officer 2nd Class Christopher J. Crawford

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