Per stimolare il Parlamento a migliorare la legislazione corrente
di Giuseppe Gallelli
Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani aventi diritto di voto, sono chiamati a partecipare ai referendum popolari abrogativi (articolo 75 della Costituzione), promossi dalla CGIL e da comitati civici, su 5 quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza, con l’obiettivo di modificare o eliminare disposizioni legislative attualmente in vigore.
È dovere civico ed etico partecipare ed esprimersi con il voto sui 5 quesiti referendari. Attraverso il referendum, anche se in questo caso, abrogativi, i cittadini partecipano alla gestione della cosa pubblica perché si esprimono su questioni che riguardano la vita di milioni di persone e quindi è doveroso per tutti non solo andare alle urne per raggiungere il quorum e rendere validi i referendum, ma, soprattutto, dare il proprio parere, con il voto, a chi governa e ai parlamentari su questioni così importanti per la vita di tutti i cittadini.
Quattro dei cinque temi riguardano i rapporti di lavoro, due sulla disciplina dei licenziamenti illegittimi, uno sulle norme dei contratti a termine e uno sulla responsabilità delle aziende committenti, e non solo di quelle appaltatrici e sub appaltatrici in caso di incidente sul lavoro. L’ultimo riguarda il requisito temporale di permanenza in Italia, per ottenere la cittadinanza, riportandolo a 5 anni.
Il primo quesito vuole ripristinare la possibilità di reintegro nel posto di lavoro per i dipendenti licenziati senza giusta causa, superando le norme introdotte dal Jobs Act che prevede solo un’indennità economica. Abrogando questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo.
Il secondo riguarda i lavoratori delle piccole imprese: si chiede di eliminare il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo, lasciando maggiore libertà al giudice nel calcolo del risarcimento, affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.
Il terzo quesito propone di limitare l’abuso dei contratti a termine, tornando a vincoli più rigidi per l’utilizzo e contrastando forme di precarizzazione. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. È necessario rendere il lavoro più stabile, ripristinando l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato.
Il quarto ha l’obiettivo di rafforzare la responsabilità delle imprese negli appalti, chiede di abrogare alcune norme che riducono le tutele dei lavoratori in caso d’ infortuni sul lavoro. Le norme attuali impediscono in caso d’infortunio negli appalti di estendere la responsabilità alla ditta committente non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme esistenti ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro.
Il quinto quesito riguarda la cittadinanza italiana e intende facilitare il percorso di integrazione, a persone che già vivono, lavorano e pagano le tasse in questo Paese, proponendo di ridurre da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza necessario per i cittadini extra Ue per ottenere la cittadinanza. Il referendum sulla cittadinanza italiana non modifica gli altri requisiti richiesti per ottenerla, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso, negli ultimi anni, di un buon reddito, l’essere incensurati penalmente, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
È dovere civico e buona politica interessarsi in materia di sicurezza sul lavoro, della precarietà e del modo di trattare i licenziamenti illegittimi, di ridurre il tempo di attesa per richiedere la cittadinanza.
Se non voteremo per abrogare le norme attuali, il Parlamento si sentirà legittimato a rimanere inoperoso su queste questioni vitali, senza migliorarle, determinando un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori.
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Sabato, 3 maggio 2025 – Anno V – n° 18/2025
In copertina: immagine di repertorio