Ricercare la saggezza della natura
di Laura Sestini
Con molta probabilità, in pochi conoscono come nascono i nomi attribuiti agli uragani o le tempeste. Ebbene, la terribile tempesta di Vaia, evento metereologico straordinario classificabile come tempesta violenta-uragano, verificatosi nell’ottobre-novembre 2018 in un’ampia area compresa tra Italia, Francia, Svizzera, Austria e Croazia, prende il nome dalla signora tedesca Vaia Jakobs, a causa di un regalo (a pagamento) donatole dal fratello attraverso l’istituto di metereologia dell’Università libera di Berlino che ogni anno indica un nome di donna da abbinare poi casualmente a eventi meteo.
In Italia, la tempesta di Vaia, con venti che in Trentino soffiarono fino a 217 km/h, e dove vennero eradicate intere foreste, passò su varie regioni da nord a sud, causando anche 37 vittime.
Sulla devastazione delle foreste della Val di Fiemme – a Costa Bocche (Paneveggio, TN) – da tempo sta facendo ricerca sul posto il fisico Alessandro Chiolerio, uno studioso ben conosciuto, che collabora anche con Nasa e altri importanti contesti scientifici per il suo lavoro pionieristico e il suo approccio interdisciplinare tra fisica, nanotecnologie, elettronica e biologia. Il suo lavoro ha aperto una nuova frontiera nello studio della cibernetica della natura per captare i segnali elettrici delle piante.

Giunta in Val di Fiemme dall’Australia, sua base di lavoro, per una ricerca congiunta con Chiolerio, Monica Gagliano è altrettanto una scienziata di fama mondiale che ha aperto la strada alla bioacustica delle piante, provando che esse dialoghino tra loro, hanno memoria e rispondono ai suoni del loro habitat.
Giovani, capaci e visionari, i due scienziati hanno deciso di percorre insieme un tratto di ricerca per catturare la voce degli abeti della disastrata area della Val di Fiemme, che conta milioni di piante abbattute dalla tempesta Vaia e in seguito a ciò è stata attaccata dal bostrico, un animaletto parassita che entra sotto la corteccia degli alberi, attratto soprattutto dal legno di abete rosso (Picea abies), approfittando della debolezza del bosco a causa dello shock metereologico, decimandone anche gli alberi ancora vivi.
Captati dai due filmaker torinesi Alessandro Bernard e Paolo Ceretto, i due ricercatori sono stati seguiti e documentati nei loro esperimenti di “dialogo e ascolto” con le piante, narrando la loro affascinante, ma non facile esperienza di connessione tra due specie viventi così differenti, la flora e l’essere umano.

Il docufilm segue il ritmo lento, naturale, del bosco, gli animali che lo percorrono, gli elementi che lo investono come il vento e la pioggia, trascinando lo spettatore in una dimensione “altra”, senz’altro inusuale rispetto al rumore e la frenesia delle città contemporanee, dove la maggioranza degli esseri umani si muove.
La potenzialità di poter udire la voce delle piante coinvolge, avvolge e richiama ad un mondo fantastico e surreale, come nelle fiabe che si raccontato ai bambini.
Percepire l’ambiente naturale, pensare di poterci davvero colloquiare è un’idea non solo visionaria, visti i risultati dei due ricercatori, ma decisamente rivoluzionaria. Chissà quante volte hanno tentato le piante di ammonirci perché come esseri umani stiamo percorrendo la strada sbagliata, noi sordi ai loro richiami.
Eppure, Chiolerio e Gagliano sono certi che la foresta sia un’entità che comunica tra sé: in caso di eclissi di sole la carica elettrica degli alberi cambia molto in anticipo che il fenomeno accada. Un mondo invisibile che percepisce e si muove senza far rumore, senza mutamenti apparenti. Non è fantastico?
Chissà cosa si diranno gli alberi in quel caso, avranno timore che la luce, loro fonte primaria di nutrimento scompaia per sempre? Si rincuoreranno tra loro con messaggi incoraggianti? Faranno squadra o saranno individualisti come la razza umana? Molte sono le domande che ancora non hanno risposta neanche per i due gli audaci scienziati, ma la strada è aperta e forse un giorno si potrà comunicare, non solo con il nostro cane o animale domestico come già siamo capaci, ma entrare in contatto anche con il genere vegetale.
Magari con i licheni, che sono esseri molto solidali, una vera comunità che lavora insieme per il benessere di tutti, da cui gli umani molto avrebbero da imparare?
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Il Codice del Bosco
(Anno 2025 – Italiano, Inglese – 1h 33 min)
Regia: Alessandro Bernard, Paolo Ceretto
Casa di produzione: Zenit Arti audiovisive
Con: Alessandro Chiolerio, Monica Gagliano
Fotografia: Stefania Bona
Montaggio: Lucio Viglierchio
Prodotto da: Massimo Arvat per Zenit Arti Audiovisive
Con il sostegno di: MIC-Ministero della Cultura, Piemonte Doc Film Fund
In collaborazione con: Trentino Film Commission
Distribuzione: OpenDDB – Distribuzioni Dal Basso (al cinema dal 5 maggio, calendario in aggiornamento)
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Sabato, 3 maggio 2025 – Anno V – n°18/2025
In copertina: tutte le immagini fornite dalla produzione