giovedì, Ottobre 03, 2024

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Ti salutiamo Barcellona!

Leader di tutto il mondo celebrano le decisioni di Barcellona di difendere la Palestina

redazione di TheBlackCoffee

Sabato, 18 febbraio 2023 – n° 7/2023

A seguito delle manovre del nuovo Governo Netanyahu, in Israele, le ancora più violente repressioni nei confronti dei Palestinesi, le nuove colonie annunciate in Cisgiordania, la sindaca di Barcellona, con un’ordinanza ha cancellato i legami con lo Stato di Israele e la gemellata Tel Aviv.

Naturalmente le repliche non si sono fatte attendere, soprattutto da Israele, mentre alcuni Paesi europei e gli Stati Uniti, hanno sottoscritto una critica nei confronti delle politiche israeliane.

La destra spagnola si ribella, ma la società civile appoggia la decisione di Ada Colau. In tal proposito è stato pubblicato e sottoscritto un comunicato:

Salutiamo la sindaca di Barcellona, ​​Ada Colau per la sua decisione coraggiosa di sospendere i legami istituzionali con Israele dell’apartheid, compreso l’accordo di gemellaggio con Tel Aviv, fino a quando il popolo palestinese potrà vivere in libertà, libero dall’occupazione militare, crimini di guerra e crimini contro umanità.

Barcellona ha una lunga storia di difesa dei diritti umani. Oggi onoriamo l’eredità storica politica e, soprattutto, sociale della città, che ha lavorato e continua a farlo ancora, instancabilmente per il rispetto dei diritti umani e della pace in tutto il mondo. E segna la strada da percorrere per tanti altri Comuni e istituzioni pubbliche.
Nel 1998 si è tenuta la 1° Conferenza Europea delle Città per i Diritti Umani a Barcellona, ​​in commemorazione del 50° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,che ha avviato il percorso che è culminato due anni dopo nell’adozione della Carta europea per la salvaguardia dei Diritti Umani della Città.

Questo evento è stato un esempio, tra i tanti, di impegno di Barcellona per essere una città che promuove la difesa dei Diritti Umani e per diventare un riferimento mondiale in questo campo.
Negli anni passati, Barcellona, ​​con la proiezione internazionale che ebbe dopo il periodo olimpico, fu anche un chiaro esempio di solidarietà durante la guerra in Bosnia-Erzegovina, quando cittadini e istituzioni hanno lanciato all’unanimità una moltitudine di progetti di solidarietà e cooperazione, accompagnati da una chiara denuncia dei delitti e delle violazioni dei diritti in atto.

Non possiamo dimenticare molteplici eccezionali esperienze dei cittadini in difesa dei Diritti Umani e la costruzione della Pace negli ultimi decenni. È degno di nota il clamore contro la guerra che si levò dalle massicce mobilitazioni contro la NATO, o anni dopo, e in proporzioni storiche
in tutto il mondo, quelli contro la guerra in Iraq.
Barcellona ora sarà anche ricordata nella storia come la prima grande città, il quale Consiglio ha deciso di rompere i legami con l’apartheid in solidarietà con il popolo palestinese.
Questo ci ricorda i coraggiosi consigli comunali che furono pionieri nel taglio dei legami con il Sud Africa dell’apartheid in passato.
Questa decisione va oltre Barcellona. È una chiara risposta alla lotta della Società civile catalana, movimenti sociali, sindacati e partiti politici in tutto il mondo che lottano per i diritti di tutti.
Noi, firmatari di questa lettera, ci opponiamo al razzismo in tutte le sue forme e difendiamo i
principi di giustizia e diritti umani in modo globale.

Noi siamo indignati per le risposte dei Governi alle gravi violazioni dei diritti da parte di Israele sul popolo palestinese ai sensi del diritto internazionali, che si sono limitate a vuote
espressioni di “preoccupazione” mentre molti di questi governi armano, finanziano e
sostengono il sistema di ingiustizia di Israele.

Questa decisione a Barcellona è un evento storico che, si spera, stimolerà molte altre amministrazioni a smettere di collaborare con un regime che ha assassinato più di 50 bambini solo nel 2022 e più di 2mila dal 2000.

Il popolo palestinese ci chiede di smettere di essere complici dell’apartheid israeliano.
Non possiamo dimenticare che con l’attuale governo israeliano, il più estremo a destra, razzista, sessista e omofobo nella storia del Paese, la responsabilità di tutti è più che mai necessaria per porre fine alla sua impunità e costringerlo a fargli rispettare i diritti del popolo palestinese.

Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questa decisione e le donne difensore dei diritti umani che hanno lavorato instancabilmente e disinteressatamente per ottenere questo risultato.
Questo ci dà la speranza che la giustizia, la libertà, l’uguaglianza e la dignità per tutti è possibile e
prevarrà. Infine, ribadiamo la nostra speranza che questa decisione ispiri istituzioni di tutto il mondo a porre fine al proprio coinvolgimento nel sostenere i regimi oppressivi.
Lunga vita alla Palestina libera!

La lista dei sottoscrittori:

Paco Ibañez , cantante. Jaume Roures , fondatore di Publico e produttore audiovisivo.
Maruja Torres Manzanera, scrittrice e giornalista. Helena Maleno,
Difensora dei Diritti Umani, giornalista ispanico-marocchina, scrittrice e ricercatrice. Yayo Herrero, antropologa, ecofemminista, attivista dei Diritti Umani. Luisa Morgantini ex vice-presidente del Parlamento Europeo. José María González Santos ” Kichi “, sindaco di Cadice. Teresa Rodriguez , portavolce di Adelante Andalucía. Boaventura de Sousa Santos, professore all’Universtà di Coimbra. Carles Riera, membro del Parlamento. Eulàlia Reguant, parlamentare. Adelina Escandell, Senatrice di ERCSobirianistes. Manuel Zaguirre, Segretario generale di USO. KAP (Jaume Capdevila), vignettista di La Vanguardia e “El Jueves”. Samantha Hudson, artista. Joan Roura Villalmanzo, giornalista di TV3. Sílvia Heras , giornalista a TV3. Moha Gerehou, giornalista and attivista antirazzista.
Moni Ovadia, regista teatrale e scrittore. Brigitte Vasallo, scrittrice. Clara Serra, filosofa e femminista. Benet Salellas, avvocato. Laia Serra Perelló, avvocata. Alberto San Juan, attore. Clara Segura Crespo, attrice. Julio Manrique, attore e regista. Los chicos del Maíz, gruppo musicale. Santiago Alba Rico , saggista. David Fernandez, giornalista. Gabriela Serra, attivista sociale. Isaac Rosa, scrittrice. Fermin
Muguruza, musicista e filmmaker. Pastor Filigrana Garcia, avvocato. Juan Soroeta Liceras, professore di Diritto pubblico internazionale all’Universitàdei Paesi Baschi. Marta Sanz Pastor, scrittrice. Salvador López Arnar ,collaboratore a El Viejo Topo. José Luis Martín Ramos, professore emeroto di Storia Contemporanea. Alguer Miquel Bo, musicista. Bruna Cusi Echaniz, attrice. Ana Tijoux, cantante. Teresa Aranguren Amezola, giornalista. Ieguer Presas Renom , ex calciatore di FC Barcelona. Jordi Calvo, coordinator al Centro studi per la Pace di Delàs. Montserrat Vila,
membro di Hèlia. Nora Miralles, presidentessa al Centro Srudi per la Pace di Delàs. Yago Alvarez , giornalista. Andrés Garcia, avvocato. Anaïs Franquesa, avvocata. Youssef M. Ouled, giornalista. Arés Perceval, co-presidente di LaFede.cat. Albert Caramés Boada, direttore di Fundipau. Montserrat Arbós, giornalista, professore alla facoltà di Comunicazione e Relazioni Internazionali
diBlanquerna, membro di Fundipau. Toni Guirao, presidente di ACAPS Federation. Luca Gervasoni Vila, direttore del NOVACT Institute of Nonviolence. Pere Ortega, ricercatore nella cultura di pace. Diego Checa Hidalgo, professore e ricercatore all’Università di Granada. Miriam Hatibi, consulente della comunicazione. Sarah Babiker Moreno, girnalista. Pepe Beúnza, primo obiettore di coscienza in Spagna, per motivi non-religiosi. Maysun Abu-Khdeir, fotogiornalista. Héctor Grad Fuchsel, professore universitario a UAM. Anita Botwin, giornalista e attivista femminista. Tribade, gruppo musicale. Rosa de Falastín Mustafá, deputata di PSPVPSOE alla corte di Valenzia. Isaías Barreñada Bajo, professore di Relazioni Internazionali alla Complutense University di Madrid. Alejandro
Pozo, ricercatore sui confitti armati al Centro Delàs e professore di relazioni Internazionali. Ramon Pedregal Casanova, scrittore. Anna Gabriel, giurista. Neus Sotomayor, presidente di Unipau. Yacine Belahcene Benet, cantante, produttore e direttore culturale. Maider Fernández Iriarte – regista (a Lo de Évole e documentari). Agustín Velloso Santisteban, professore a UNED. José Abu-Tarbush , professore all’Università di Laguna. Dina Bousselham, scienze politiche e professore a UCLM . Waleed Saleh, professore universitario a UAM. Jaime Pastor Verdú, professore di scienze politiche a
UNED. Jorge Ramos Tolosa, professore all’Università di Valenzia. Marga Olalla Marfil , membro di Lluita Internationalista. Mª Rosalía Moro López, giornalista. Pedro López López, professore Complutense Università di Madrid. Sira Rego , MEP e portavoce federale di Izquierda
Unida. Enrique Santiago, Segretario generale di PCE e deputato di Unidas Podemos. Àngela Ballester Muñoz, membro del Congresso dei deputati di Podemos. Ernest Urtasun , MEP di En Comú Podemos e vicepresidente dei Verdi/ALE. Miguel Urbán, membro del Parlamento Europeo Anticapitalista. Manuel Pineda, MEP di Unidas Podemos. Jaume Asens, deputato di Unidas Podemos. Lucía Muñoz Dalda, deputato di Unidas Podemos. Antón Gomez – Reino, deputato del Congresso di Unidas Podemos.

Sabato, 18 febbraio 2023 – n°7/2023
In copertina: la sindaca della città di Barcellona Ada Colau – Foto: Laura Guerrero – https://ajuntament.barcelona.cat/alcaldessa/en/media – CC BY 4.0

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