giovedì, Ottobre 03, 2024

Cultura, Teatro & Spettacolo

Storie

Al Teatro La Pergola di Firenze Stefano Massini mette a nudo l’anima dei racconti

di Laura Sestini

Alla fine dello spettacolo non mancano gli applausi per Stefano Massini e l’accompagnamento musicale di Paolo Jannacci e Daniele Moretto, mentre gli spettatori, sorriso sulle labbra, protendono verso l’uscita scambiandosi opinioni positive sull’esibizione appena terminata.

Storie, il nuovo spettacolo scritto ed interpretato da Stefano Massini e prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, riprende il suo percorso dopo gli stop imposti alle esibizioni dal vivo a causa della pandemia, per approdare al teatro della Pergola ben gremito di pubblico – finalmente in presenza e senza distanziamenti – desideroso di riprendere qualche buona abitudine culturale.

La drammaturgia è composta da numerosi racconti – i più disparati – performati dallo scrittore ed attore fiorentino, che si ‘immedesima’ – attraverso la parola e le differenti cadenze regionali – in differenti personaggi, di cui narra le brevi trame riportate alla luce da testi letterari di ogni epoca e geografia, ripercorse con occhi più contemporanei.

L’impostazione scenica, complice la musica dal vivo del pianista Paolo Jannacci – figlio del grande Enzo – ed il trobettista Daniele Moretto, ricorda a tratti l’avanspettacolo televisivo degli anni ’70, ed in similitudine a questo riporta la leggerezza con cui se ne fruisce, naso all’insù (o all’ingiù) verso il palco che rompe la quarta parete ed entra in platea.

Stefano Massini – formazione letteraria classica – racconta di sé che è un onnivoro letterario, e ciò che racconta nelle sue storie – scovate in libri di tutti i tempi e nella quotidianità – debbano servire a qualcuno, essere utili, non obbligatoriamente esteticamente belle.

Apre lo spettacolo un racconto sul sorriso, obbligatorio averlo stampato sul viso durante le ore di lavoro per tutti i dipendenti di Disneyland; mentre dall’altra parte del globo – a Tahiti – sul dizionario non esiste la parola ‘dolore’. Queste due informazioni sembrano lontanissime tra loro, al contrario hanno qualcosa di terribile in comune, ovvero l’alto tasso di suicidi tra queste due categorie di esseri umani.

Storie curiose, tristi, surreali e di attualità – come la narrazione sul giovane operaio fiorentino licenziato da GKN con un’email – l’assortimento proposto da Massini è davvero variegato ed insolito. E’ stato utile il suo raccontarci queste storie? Sì, lo è stato, tanto quanto il brano della Divina Commedia dantesca che ci ha trasferito direttamente in Paradiso, anche se non siamo riusciti nella traduzione simultanea per comprenderne il puntuale messaggio, dettaglio comunque non indispensabile. Potente la scrittura del sommo Poeta, bravissimo Massini a recitarla a memoria senza una minima incertezza.

Paolo Jannacci

La musica, dei due conosciuti ed apprezzati musicisti – Jannacci e Moretto – sottolinea le atmosfere descritte dalle narrazioni di Massini, avvolgendo con le note tutto l’ambiente, compreso il pubblico, rendendolo un unicum, come solo il teatro sa fare; talvolta la parte musicale conferma un personaggio appena delineato, attraverso brani canori scritti ed eseguiti da Paolo Jannacci. Testi impegnati ed interessanti composti dal pianista di cui è impressionante la somiglianza somatica con il padre Enzo, peccato non abbia anche la stessa sua fluidità vocale. Anche Stefano Massini lo abbiamo preferito nei panni di narratore ‘one man show’, che come interprete canoro, ma ad entrambi – ciò che a noi pare qualcosa di forzato – alla fine gli è perdonato, compensato dalla loro egregia attività principale, attoriale, di narrazione, o musicale.

Daniele Moretto
Foto – Orazio Truglio (tutti i diritti riservati)

Daniele Moretto – il trombettista – rimane più defilato rispetto agli altri due interpreti, ma la sua capacità di musicista si fa notare sempre con sonorità coinvolgenti.

Cosa sono le ‘storie’? Come iniziano e si sviluppano? Beh, innanzitutto devono attrarci, parlarci, oppure essere state vissute personalmente e ‘dialogare’ con gli altri. Le storie, quando le raccontiamo, anche se non ci appartengono nella realtà, nella nuova esposizione riportano sempre qualcosa del narratore, perché l’immaginazione, il significato metaforico è personale, ed ognuno è attratto da dettagli differenti o ne ritrova visioni e significati propri.

Le storie narrate vocalmente strada facendo un po’ si trasformano, per nuovi particolari aggiunti da chi narra – anche non veritieri – che infine possono dirigere la storia, personale o riportata, verso un significato, un concetto, piuttosto che un altro. Con le storie vissute in prima persona si narra e si ridelinea la mitologia di se stessi.

Massini è stato descritto come il ‘raccontastorie’ più popolare del momento e siamo d’accordo con lui che di belle storie – spesso anche di bugie – tutti noi ne abbiamo un gran bisogno.

Sabato, 6 novembre 2021 – n° 41/2021

In copertina: Stefano Massini – Foto di Marco Borrelli (tutti i diritti riservati)

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