sabato, Luglio 27, 2024

Cultura, Letteratura

L’uomo senza volto – L’improbabile ascesa di Putin

Un libro sulla Russia e il suo presidente

di Elio Sgandurra

L’uomo senza volto” non è il titolo di un romanzo giallo, ma di un libro sulla “improbabile ascesa di Vladimir Putin”, che ne è il sottotitolo. Masha Gessen, l’autrice – nata a Mosca nel 1967 – lo pubblicò nel 2012 negli Stati Uniti dove si era trasferita con la famiglia. Venne tradotto anche in Italiano e in altre lingue, ma non ottenne molto successo perché a quei tempi Putin, pur avendo già conquistato il potere in Russia con sistemi già allora noti, godeva in Occidente di gran rispetto e ammirazione. Erano i tempi dei grandi investimenti europei e americani nell’ex Paese comunista.

Il volume, da poco ristampato da Sellerio con una nuova introduzione dell’autrice, è ancora attuale e spiega come si è arrivati alla guerra in Ucraina. Descrive l’ascesa al potere di Putin che diventa ancora più forte con la guerra in Cecenia.

A quei tempi la scrittrice – giornalista e attivista del movimento Lgbtq – era tornata in Russia per la “Us News and World report” ed aveva seguito la repressione in quella Repubblica. «Avevo visto – scrive – i soldati russi prendere di mira i civili deliberatamente; mi ero occupata delle esecuzioni sommarie e degli stupri; avevo visto città e paesi ridotti a scheletri di cemento. Avevo assistito alle premiazioni di ufficiali e soldati che si erano macchiati di crimini di guerra. Era così che la Russia faceva la guerra».

La biografia di Putin riprende attraverso le ricerche della autrice e anche con quelle ufficiali realizzate nel 1999 dallo staff del protagonista, quando venne candidato per la prima volta alla presidenza della Russia. Allora il futuro presidente era semisconosciuto a una gran parte della popolazione ma non a un gruppo di arricchiti ex funzionari del partito comunista disciolto che pensavano di portare al potere un personaggio a loro avviso insignificante e quindi manovrabile.

Il racconto di Masha Gessen parte dalla nascita di Putin avvenuta nel 1952 a Leningrado da genitori che erano riusciti a sopravvivere al terribile e lungo assedio della città da parte delle truppe tedesche. L’autrice lo segue nella sua crescita difficile, ne descrive il carattere aggressivo e bellicoso – che lui non ha mai nascosto – parla dei suoi studi, dell’università, fino alla assunzione nel Kgb dove per anni lavora come oscuro funzionario. Lo stesso Putin racconta che trasferito a Dresda, nella Germania comunista, ebbe modo di incontrare alcuni membri della Rote Armee Fraktion, terroristi tedeschi che operavano a Ovest, ben accolti e finanziati a Est.

Il percorso della carriera del protagonista è accompagnato da inediti che descrivono il tormentato passaggio dall’URSS comunista alla Russia; i primi movimenti democratici in un Paese ridotto alla fame e privo di un governo autorevole; l’inefficienza del presidente Boris Eltsin, eletto democraticamente e circondato da ministri e funzionari provenienti dal crollo del PCUS, il cui obiettivo principale era quello di arricchirsi appropriandosi dei beni dell’ex Stato Sovietico.

Nel marasma degli anni Novanta, prosegue la scalata di Putin il quale viene aiutato segretamente dagli amici del disciolto KGB – ma sempre presente nella vita politica del Paese – e protetto dai nuovi oligarchi come Boris Abramovič Berezovskij, divenuto miliardario attraverso l’acquisizione di società petrolifere. Un altro grande protettore è Anatolij Aleksandrovič Sobčak, docente di diritto all’Università di San Pietroburgo e coautore della nuova Costituzione russa. Eletto sindaco della città attraverso elezioni democratiche, assunse Putin come vice.

La storia prosegue affiancata da un clima di corruzione, di intromissioni dei nuovi servizi segreti nella vita del Paese, di attentati con centinaia di morti attribuiti falsamente ai ceceni, di processi per corruzione contro i nuovi oligarchi rimasti irrisolti.

L’elezione di Putin alla presidenza nel 2000 è soprattutto merito di Berezovskij proprietario anche del maggior canale televisivo, e di Sobchak. Una volta divenuto presidente, l’amicizia con i due si affievolisce sino ad arrivare alla rottura. Il presidente non era più il personaggio manovrabile. Il primo è costretto a trasferirsi a Londra dove nel 2013 viene trovato morto per avvelenamento nella sua lussuosa abitazione; il secondo non più sindaco di San Pietroburgo e indagato per corruzione, perde la vita per “un improvviso malore” durante un viaggio nella città russa di Kaliningrad.

Quelle morti appartengono a altre decine di uccisioni misteriose di politici, giornalisti, oligarchi dissidenti. Masha Gessen scrive nella sua introduzione: «Nell’FSB – il nuovo KGB – c’era una squadra che aveva l’ordine di assassinare gli oppositori politici di Putin. E le prove ci sono».

Questo libro, avvincente come un romanzo, fa venire in mente “La resistibile ascesa di Arturo Ui”, dramma allegorico di Bertold Brecht, scritto nel 1941 sulla scalata di Hitler al potere.

Sabato, 23 luglio 2022 – n° 30/2022

In copertina: Vladimir Putin durante una cerimonia ufficiale- Foto: www.kremlin.ru/Rossiya Segodny

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