sabato, Aprile 20, 2024

Notizie dal mondo

Turchia e Iran operano deliberatamente in Kurdistan iracheno

Attacchi con i droni e omicidi politici

di Nancy Drew

L’Iran bombarda in Kurdistan iracheno con i droni, dove recentemente ha ucciso nove persone e ferendone decine. I pasdaran hanno rivendicato l’attacco che ha colpito quattro campi ad Est della capitale Erbil, dove vivono profughi curdi iraniani fuggiti alla repressione delle milizie teocratiche. Il governo di Baghdad ha convocato l’ambasciatore di Teheran per protesta.

Sempre dal Kurdistan iracheno il KJK – Comunità femminili del Kurdistan – una organizzazione ombrello che raccoglie le lotte delle donne, ha pubblicato un comunicato stampa dove si rivendica che nessuno sarà in grado di fermare la loro Rivoluzione.

Per donne si intendono le curde e la rivoluzione di genere interna alla loro società, ma anche le donne iraniane delle attuali proteste e tutte le donne oppresse del mondo.

Il comunicato divulga la notizia dell’atroce assassinio di Nagihan Akarsel, membro dell’Accademia Jineoloji e attivista di lunga data del Movimento di liberazione delle donne del Kurdistan, oltre che appartenente al comitato editoriale del “Jineoloji Journal”. Secondo il KJK l’omicidio fa parte di una serie di uccisioni mirate di figure di spicco della rivoluzione femminile in Kurdistan da parte dello Stato turco: già cinque omicidi sono stai compiuti durante il 2022.

Nagihan Akarsel è stata brutalmente uccisa nella città di Sulaymaniyah, nella regione curda dell’Iraq, mentre usciva da casa. Come giornalista di lunga data, scrittrice, militante e membro dell’Accademia Jineoloji – Scienza della donna e della vita – era ben nota all’interno della società curda oltre che tra le donne, con tre decenni di attività e resistenza alle spalle, e la continua messa in pratica della filosofia di Jin, Jiyan, Azadî – Donna, Vita, Libertà.

L’uccisione di Nagihan Akarsel non costituisce un caso sporadico. Da circa 10 anni lo stato turco – fascista e misogino – cerca di fermare la rivoluzione delle donne in Kurdistan assassinando le sue militanti di spicco. In questo senso si può vedere un chiaro legame tra il massacro di Parigi del 9 gennaio 2012, contro Sakine Cansız, il massacro di Kobanê del 23 giugno 2020 che ha ucciso tre militanti del movimento delle donne del Rojava – in Siria di Nord-Est – e attualmente l’assassinio di Nagihan Akarsel.

Nel comunicato si evidenzia che “Lo Stato fascista turco è ben consapevole del ruolo guida della forza organizzata delle donne all’interno del movimento di liberazione curdo. Pertanto, per distruggere la nostra resistenza, spezzare la nostra volontà rivoluzionaria e liquidare la nostra lotta di liberazione, prende di mira sistematicamente le donne leader del nostro movimento. Inoltre, l’omicidio di Nagihan Akarsel è in linea con una serie di omicidi da parte dell’intelligence turca nel Kurdistan meridionale nell’ultimo anno, che hanno provocato la morte di quattro militanti e sostenitrici del Movimento per la libertà. Tutti questi omicidi sono avvenuti nella città di Sulaymaniyah, cosa che evidenzia la responsabilità dei funzionari dell’amministrazione provinciale e del Governo regionale del Kurdistan. Non accettiamo che l’intelligence dello stato turco anti-curdo possa usare il suolo controllato dai curdi per i suoi piani sporchi e le sue brutali uccisioni. Ci aspettiamo che l’amministrazione provinciale di Sulaymaniyah prenda urgentemente tutte le misure necessarie per proteggere l’incolumità dei curdi in Kurdistan e arresti i colpevoli. Se osserviamo la situazione oltre i nostri confini, possiamo riconoscere una politica e un atteggiamento simili nei confronti della guida delle donne rivoluzionarie in diverse parti del mondo, che ci mostra che siamo di fronte a un contrattacco globale della misoginia capitalista, con l’obiettivo di impedire che il nostro secolo diventi l’età della liberazione delle donne. Per questo ci attaccano così brutalmente, in modo organizzato e sistematico. Ma c’è una verità che tendono a dimenticare: qualunque cosa facciano, non potranno impedire la nostra liberazione, non potranno fermare la rivoluzione delle donne. Se ne prendono una, la sostituiremo con migliaia. Questa realtà viene oggi alla luce anche nel Kurdistan orientale e in Iran nella rivolta popolare iniziata dopo la morte di Jîna Mahsa Amini”. […] “È di vitale importanza che noi, come donne del mondo, contrastiamo gli attacchi del sistema patriarcale globale, che mira a impedire che l’era della rivoluzione delle donne diventi realtà, in modo organizzato ed efficace. In questo senso chiamiamo gruppi di donne particolarmente autonomi, movimenti rivoluzionari, scienziate femministe e tutte le donne del mondo che lottano per costruire una vita libera ad abbracciare la memoria di Nagihan Akarsel e la resistenza che rappresenta, protestando contro il suo omicidio. Vi invitiamo a difendere la rivoluzione delle donne prendendo una posizione decisa contro tutti i tipi di attacchi che prendono di mira il Movimento di liberazione delle donne del Kurdistan”.

Jin, Jiyan, Azadî. KJK – Comunità femminili del Kurdistan

Per approfondire:

https://www.theblackcoffee.eu/donna-in-guerra/

Sabato, 8 ottobre 2022 – n° 41/2022

In copertina: Nagihan Akarsel con alle spalle un panorama delle montagne curdeFoto: Uiki Onlus Italia

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