martedì, Marzo 19, 2024

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La Serbia è la casa dell’impiccato dove si tace della corda

Dubravka Stojanović commenta i recenti attacchi armati di Belgrado e Mladenovac

Redazione di The BlackCoffee – traduzione dialoghi di Vesna Šćepanović

All’inizio di maggio, in due differenti sparatorie a Vračar, un quartiere della capitale Belgrado, e a Mladenovac, in Serbia, sono state uccise 17 persone, di cui molti minorenni, oltre a numerosi feriti.

A Vračar, il 3 maggio, un allievo quattordicenne di una scuola primaria ha ucciso a colpi di pistola otto compagni, di cui sette ragazze, e un guardiano dell’istituto. Altri sei ragazzi e una insegnante sono rimasti feriti.

Solo 48 ore dopo, non lontano dalla città di Mladenovac, da un auto in corsa un 21enne ha sparato a caso sulle persone con un fucile automatico, uccidendone otto e ferendone 13.

Cosa sta succedendo in Serbia? Perché tanta violenza compiuta da un minorenne e da un giovane di soli 21 anni?

La storica serba e docente universitaria di filosofia Dubravka Stojanović, ne trae le prime conclusioni.

Dubravka Stojanović: – È inaccettabile che non sappiamo perché tutto questo sta accadendo. Se non non ne siamo consapevoli, politici e cittadini, è complicità, dopo i crimini avvenuti a Belgrado e Mladenovac. Non solo è possibile, ma anche necessario spiegare tutto ciò che ci accade. Più precisamente, tutto questo va analizzato ed è necessario parlare di come si è arrivati ​​a questo tipo di patologia sociale – riferendosi alle tragedie avvenute un mese fa in Serbia, prima di tutto nella scuola elementare “Vladislav Ribnikar” a Vračar, e poi anche a Mladenovac.

In tutti questi anni, persino decenni, come ricorda Dubravka Stojanović, gli scienziati sociali hanno sempre sottolineato i profondi problemi di questa società.

D.S.: Quindi siamo tutti pronti a diagnosticare e suggerire una “terapia”. È solo che nessuno ci ha ascoltato: il nostro interlocutore è stato franco.

La studiosa descrive la società serba contemporanea.

D.S.:Siamo la casa dell’impiccato dove si tace della corda. Quindi non c’è mai stato un dibattito serio qui sulle guerre e sui crimini degli Anni ’90. Sul perché sono avvenute quelle guerre, quanto è di chi è la responsabilità, come siamo riusciti a fare la guerra quattro volte negli anni Novanta. Non si fa menzione di come abbiamo raggiunto la completa disumanizzazione, necessaria affinché la società sia così indifferente a tutti questi crimini, senza alcuna compassione per le vittime. Le guerre hanno portato a sanzioni, ad una unione tra Stato e criminalità quasi impossibile da spezzare. In una situazione del genere, la società si disintegra completamente, perché lo stato criminalizzato impone i propri valori come dominanti e la società non distingue più il bene elementare dal male. Da questo, la società elegge autorità aggressive, che a loro volta sostengono e rafforzano tutte le patologie sociali su cui basano la loro autorità. E irradiano quel male dalle pagine dei tabloid e della televisione con frequenza nazionale, perché è il loro mondo. Oltre a tutto questo c’è il fatto che siamo il terzo Paese al mondo in termini di numero di pistole pro capite.

Secondo la sua valutazione, la scuola serba è autoritaria e aggressiva, e la storia e altri “soggetti nazionali” seminano male e odio verso gli altri.

D.S.:La povertà è grande, le persone non vedono prospettive, l’ansia governa la società e questo si vede meglio dal numero di donne uccise ogni anno. È un indicatore inequivocabile di una società malata. E ora c’è stata un’escalation e si sono svegliati molti “dormienti” che sono pieni di quel male di cui non sanno cosa fare e stanno iniziando a seminare morte. È inaccettabile far finta di non sapere perché tutto questo sta succedendo. Se non lo sappiamo, è complicità.

Fonte: https://www.netkolumne.com/2023/05/dubravka-stojanovic-srbija-je-kuca.html?spref=fb&m=1 https://pescanik.net/milost/

Sabato, 3 giugno 2023 – n°22/2023

In copertina: Dubravka Stojanović CC BY-SA 3.0

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