giovedì, Dicembre 12, 2024

Arte, Cultura

Japanese art experience

L’arte giapponese conquista Campsirago

di Laura Sestini

Campsirago è un piccolo borgo arrampicato sul Monte San Genesio, in provincia di Lecco, 670 metri di altezza e qualche decina di abitanti. E’ qui, nel quattrocentesco Palazzo Gambassi, che Campsirago Residenza apre le sue porte nel 2008.

Campsirago Residenza è un luogo di creatività e di produzione artistica, che in lunghi anni ha offerto un’ampia molteplicità di laboratori, progetti, spettacoli dal vivo, passeggiate teatrali nel bel bosco che avvolge il borgo, sperimentazione e ricerca, residenze, e finanche il Festival “Il Giardino delle Esperidi” che ogni estate porta con sé compagnie e artisti da tutta Italia ed oltre.

Talmente oltre, che nel 2022/23 la direzione artistica di Campsirago Residenza, guidata dall’affabile Michele Losi, si è spinta fino a Ukiha, una cittadina a sud del Giappone, per allacciare rapporti creativi con artigiani e artisti del luogo, che hanno poi dato vita entro le mura del Palazzo Gambassi ad una maratona di workshop, laboratori per bambini, incontri, pillole di storia e tradizioni del Giappone, specialità culinarie, tanta musica, l’arte del bambù, e soprattutto potenti esperienze sinestesiche.

Tre giorni di Japanise Art Experience che hanno registrato regolare sold out a tutte le iniziative proposte dal 19 al 22 maggio, con partecipanti e spettatori giunti da tutta la Lombardia, e non solo.

Hiro Shinohara – Arte del bambù
Foto: ©Alvise Crovato (tutti i diritti riservati)

Nei giorni dell’esperienza artistica giapponese, piove a Campsirago, l’atmosfera è autunnale, più che ricordare la primavera; ciononostante Hiro Shinohara, l’artigiano-artista che da giorni lavora sulle canne di bambù, recuperate da una piantagione nata nel bosco circostante, non alza la testa per ore dalla sua creazione live, con pubblico presente, di gigantesche lanterne costruite con lunghe stecche accuratamente ritagliate per l’occasione. Neanche la fitta pioggerellina lo distoglie dal suo appassionato intento. Ogni sera una sua nuova creazione andrà a rendere ancora più magica l’atmosfera avvolgente di Campsirago Residenza; nel cortile interno le lampade di bambù issate in alto, giocheranno con la luce e le ombre dei loro intrecci, donando alla vista decorative geometrie mobili.

Al lavoro del bambù si unisce la musica di Nori Tanaka, batterista e ingegnere acustico.

Piove, prima una fissa pioggerellina nebbiosa, poi in maniera molto più consistente.
Il giovane artigiano continua stoico il suo lavoro con il bambù, l’opera d’arte che sta realizzando. Una cupola, o forse un igloo di bambù, al rollio della batteria, sonorità che in questo momento fa pensare ad una marcia, a passo sostenuto. La musica riecheggia nel cortile di Campsirago, penetra sottopelle come l’umidità che avvolge la collina. Non si può fare a meno di sottostare ad essa, ai suoi ritmi, ai suoi lievi silenzi, ed alle riprese turbolente. Una jam session in solitario, persistente
, che durerà molto più di un’ora, senza stop.” Questi alcuni appunti annotati sul taccuino di spettatrice.

L’inserimento di musica contemporanea con l’attività tradizionale e millenaria della lavorazione del bambù è un accostamento forte, che dà adito a riflessioni su come linguaggi vecchi e nuovi possano sempre trovare una via di incontro, di intersezione.

Il workshop sulla cucina giapponese sono gremitissimi. Si assaggiano alimenti non consueti per gli occidentali, le alghe, i fiori di loto, e si impara a cucinare il riso, finalmente! Si seguono i movimenti delle mani della chef Mamiko Ishii, maniere pacate e gentili, quasi ossequiose, tipiche dei giapponesi, per ottenere delle palline di riso ancora bollente, senza scottarsi. I partecipanti sono molto curiosi, ridono e scherzano delle loro titubanze, fanno tante domande, con l’aiuto di due passaggi di traduzione, italiano-inglese-giapponese, che ricevono risposte eloquenti e istruttive. Ai workshop culinari seguono pranzi e cene giapponesi, ancora più partecipati, che danno la possibilità di assaggiare la cucina della mamma, non quella che di trova nei ristoranti, che riceverà tripudio di consensi.

Workshop di cucina giapponese
Foto: ©Alvise Crovato (tutti i diritti riservati)

La cerimonia del té, a cura di Ryoko Baba, direttrice della residenza artistica di Ukiha, viene consumata seduti dentro l’installazione di bambù di Hiro Shinohara, in una stanza del Palazzo Gambassi divenuta magica, un luogo incantato e senza tempo, tanto quanto è lunga la storia della pianta del té e della sua tradizione orientale. A questo si uniscono le maniere delicate di chi conduce gli spettatori-attori nell’esperienza del té e dei racconti della donna, con indosso abiti tradizionali giapponesi, che narra di come le case giapponesi di fattura più tradizionale, abbiamo tutte un grande legame con la luce e la natura che le circonda. “Il mondo della luce e delle ombre. Le abitazioni tradizionali giapponesi sono costruite per rimanere sempre in contatto con la natura. Hanno fessure e parti molto trasparenti per far entrare sempre la luce, che sia di una giornata piovosa o irradiata dal sole. Se piove si percepirà la pioggia, o viceversa la luminosità di una giornata serena. Noi umani, animali parte integrante della natura, non superiori, non saremo mai uguali rispetto alla nostra casa, al nostro umore o percezione, come le variazioni della luce e delle ombre, degli  aromi emanati dalla pioggia che rinfranca la terra, o i profumi dei fiori della primavera. La vita è tutto un insieme che si stratifica e si auto-influenza.” 

A sx Ryoko Baba. A dx Michele Losi
Foto: ©Alvise Crovato (tutti i diritti riservati)

Nori Tanaka, oltre che dimostrare il suo talento come musicista, conduce workshop di ingegneria acustica. Secondo il suo racconto i giapponesi consideravano i grandi musicisti jazz al pari di dei, quindi chi poteva permetterselo, a casa dedicava una stanza alla musica, e qui tendeva ad ascoltarla ad alto volume, come onorificenza verso quei musicisti.
Negli Anni ’80 gli studenti erano il pubblico maggiore nei Jazz café dove, con pochi spiccioli per una tazza di caffè, stavano ad ascoltare musica più possibile. Anche ai giorni odierni è più o meno così. In Giappone ci sono almeno due/tre jazz cafè in ogni grande città.

Tanaka dà lezione su come vengono stampati i vinili, e la qualità del suono riprodotto; dell’importanza del perfetto equilibro del tavolo o mobilio dove verrà poggiato il giradischi per farli girare e della posizione della puntina. Primi passi per poi giungere a dove installare i propri impianti stereo a casa ed ascoltare la musica al suo meglio, per trovare il centro sonoro della del locale dedicato alla musica. Esempi pratici di ascolto vengono indirizzati ai molti partecipanti.

A fine giornata, a Campsirago Residenza è festa grande all’insegna del relax e della buona musica al Jazz café giapponese, che ha visto sul palco il batterista con musicisti italiani. Grande divertimento, balli e canti in coro degli italiani a cui vengono trascinati anche i più riservati ospiti giapponesi; nuove relazioni intrecciate attraverso l’universalità della musica, in brani italiani spesso improvvisati negli arrangiamenti, in cui Tanaka si è sempre abilmente inserito con grande virtuosismo. Se la lingua può essere un ostacolo, le vibrazioni della musica non tradiscono mai.

Sabato, 3 giugno 2023 – n° 22/2023

In copertina: la cerimonia del thé a cura di Ryoko Baba. Costruzione e installazione in bambù di Hiro Shinohara – Foto: ©Alvise Crovato (tutti i diritti riservati)

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