martedì, Marzo 19, 2024

Economia, Italia, Politica

In attesa del CoP26 di Glasgow

Tra G20-Agricoltura, EuMed9 e Mef statunitense

di Laura Sestini

Firenze, Atene e Washington sono in questi giorni le città che ospitano importanti incontri internazionali sull’energia e sul cambiamento climatico.

Il G20 – ospite in terra toscana – è focalizzato sull’Agricoltura, un settore industriale strettamente connesso al cambiamento climatico – a circolo vizioso – poiché ciò che produce in inquinamento da fertilizzanti, CO2, gas serra e disboscamento, poi lo subisce negli effetti attraverso siccità e scarsi raccolti, falde di acqua avvelenate, incendi. Il Ministro delle Politiche Agricole – Stefano Patuanelli – ha presentato la ‘Food coalition’ stretta con la Fao – Food and Agriculture Organization of the United Nations – in presenza del direttore generale dell’Ente, Qu Dongyu, la cui sinergia tra soggetti statali e non dovrà affrontare le sfide alimentari del post-Covid. L’Italia ha finanziato il partenariato con la Fao versando 10 milioni di Euro. “Sappiamo tutti che l’emergenza sanitaria ha aggravato la situazione alimentare di milioni di persone. Per questa ragione occorre accelerare tutte le azioni di cooperazione internazionale per i sistemi alimentari, per renderli più giusti e sostenibili e insistiamo perché siano messe in campo delle azioni per raggiungere davvero l’obiettivo Fame Zero entro il 2030 – sostiene Paduanelli.”

“Sappiamo che in alcuni paesi l’80% delle popolazioni vive di agricoltura, e dunque ovviamente abbiamo bisogno di dare questi aiuti a coloro che ne hanno bisogno”– rimarca Qu Dongyu.

Al G20-Agricoltura partecipano le maggiori categorie italiane del settore: Coldiretti punta il dito contro lo spreco alimentare – pari a un miliardo di tonnellate di cibo ogni anno, ovvero il 17% di tutto quello prodotto – e il devastante impatto sull’ambiente, sul clima e sull’economia. La Cia – Conferderazione italiana degli agricoltori – al contrario punta sulla rivoluzione digitale agroecologica con ‘robot intelligenti’ per colture, allevamenti (intensivi?), vendemmie – che cambieranno radicalmente il modo di essere agricoltori – e lo sviluppo dell’agricoltura 4.0, con applicazioni per semplificare il lavoro degli imprenditori agricoli.

Un solo dubbio sulla questione: con il gap della connessione Internet in Italia e della scarsissima formazione digitale del settore, come faranno i piccoli agricoltori ad rimanere aggiornati? Quindi immaginiamo – come spesso accade – che la maggior parte degli incentivi italici ed EU per l’agritech, andranno a piè pari nelle casse delle grandi S.pa. e multinazionali agricole, quelle delle produzioni iperintensive altamente inquinanti e deleterie per la lotta contro il cambiamento climatico su cui ci allarma anche l’ultimo studio delle Nazioni Unite (https://www.theblackcoffee.eu/dagli-allevamenti-intensivi-e-le-polveri-sottili-alla-carne-in-3d/).

Contemporaneamente – nella capitale greca di Atene – si è riunito il vertice dei Paesi Mediterranei EuMed9, insieme alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, incentrato sulla stabilità nel Mediterraneo orientale e sugli sforzi per affrontare il cambiamento climatico e i flussi migratori nella regione.

Constantinos Filis, direttore della ricerca presso l’Institute of International Relations, sostiene che il Mediterraneo orientale sarà duramente colpito dal cambiamento climatico – che ancora chiamiamo ‘crisi climatica’. “Non c’è molto tempo da perdere e non abbiamo il lusso di rimandare. Se non si prendono decisioni e se i progetti non iniziano a concretizzarsi, tra cinque anni sarà tardi.”

Foto: European Union, 2021

Come dichiarato da Charles Ellinas – del Global Energy Center, Atlantic Council – i Paesi del Mediterraneo orientale hanno un enorme potenziale per l’energia verde, e in particolare per l’energia solare. “Ma solo la Grecia ha finora assunto impegni di vasta portata. Altri stanno facendo passi limitati ed esitanti.” Difatti la confinante Turchia sta trivellando il Mediterraneo – contendendo giacimenti di gas naturale con la Grecia e Cipro – dalle sue coste fin sotto la Sardegna. Inoltre c’è da risolvere anche la questione politica tra Turchia e Cipro – non solo sulle frontiere energetiche sottomarine; mentre è intenzione della statunitense Exxon/Mobil di tornare nelle acque cipriote a fine anno per perforare un pozzo di valutazione a Glaucus.

Alla Casa Bianca, il 17 settembre si è riunito – presieduto dal Presidente Joe Biden – il vertice Major Economies Forum on Energy and Climate, guidato dagli Stati Uniti per sollecitare i colleghi leader delle principali economie a impegnarsi in un’azione più rapida per il clima in questo decennio critico, con solo 44 giorni rimasti dalla Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (COP26 ) in programma a novembre a Glasgow. Al presidente statunitense si sono uniti i leader di Argentina, Australia, Bangladesh, Commissione europea, Consiglio europeo, Indonesia, Italia, Giappone, Corea, Messico e Regno Unito, nonché il Segretario generale delle Nazioni Unite. I politici hanno sottolineato l’urgenza collettiva di agire per far fronte alla crisi climatica globale. Il presidente Biden ha anche annunciato, con l’UE, un impegno globale sul metano che mira a ridurre l’inquinamento globale a causa di questo gas di almeno il 30% – rispetto ai livelli attuali – entro il 2030, attraverso un’azione collettiva. Il presidente Biden ha chiesto all’inviato presidenziale speciale per il clima John Kerry di presiedere una sessione ministeriale immediatamente successiva con Cina, Germania, India e Russia.

L’ultimo report dell’IPCC – l’ente pertinente allo studio dei cambiamenti climatici delle Nazioni Unite – ha rivelato una deludente traiettoria verso l’alto per le emissioni globali di anidride carbonica, nonostante i nuovi piani di riduzione di CO2 (anidride carbonica) da parte di decine di paesi, compresi i principali emettitori come gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Secondo IPCC le emissioni globali aumenteranno del 16% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010, e in base ai piani presentati dai governi all’inizio del 2020. Ciò mette totalmente fuori strada perseguire l’obiettivo per il taglio del 45% delle emissioni che gli scienziati del clima dicono sia necessario per soddisfare gli Accordi di Parigi di mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi C°.

Infine, dal 31 ottobre al 12 Novembre 2021, a Glasgow – in Scozia – si riunirà la CoP26, ovvero la 26a Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite. Per la prima volta questa verrà ospitata nel Regno Unito.

CoP è l’assemblea che ha il compito di valutare e monitorare l’efficacia e il rispetto delle decisioni assunte. Attorno al tavolo siede un ampio ventaglio di attori coinvolti nelle politiche per contrastare la crisi climatica. L’evento fu inaugurato nel 1995 a Berlino e nel corso della propria storia ha raggiunto importanti traguardi come il protocollo di Kyoto, in vigore dal 2005 al 2020, e l’accordo di Parigi in vigore dal 2016.

Sabato, 18 settembre 2021 – n°34/2021

In copertina: grafica ufficiale di CoP26 di Glasgow 2021

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