giovedì, Maggio 09, 2024

Ambiente, Lifestyle, Società

Il ragno vespa

Colori sgargianti per la ‘signora’ Argiope Bruennichi

di Laura Sestini

Tra gli insetti ‘curiosi’ dell’estate mediterranea possiamo facilmente trovare il Ragno Vespa, la cui femmina è riconoscibile per le strisce bianche, gialle e nere del corpo che la fanno assomigliare ad una vespa, ricordando anche i disegni della tigre.

La femmina dell’Argiope bruennichi – questo il nome scientifico – è un aracnide di dimensioni piuttosto vistose, con il corpo di circa due centimetri e le zampe slanciate che le fanno raggiungere facilmente cinque centimetri di lunghezza totale. Nonostante la corporatura è un ragno innocuo per l’essere umano, e se anche dovesse reagire per difendersi – oltre al dolore del morso per i suoi forti cheliceri, parti della bocca dalla forma a tenaglia – il veleno che ha disposizione per uccidere le sue prede procurerebbe solo un po’ di gonfiore e bruciore per un paio di giorni.

Della famiglia degli Araneidae, il ragno vespa femmina è tra le specie più vistose, per dimensioni e colori, di tutta l’area europea. La sua livrea, ha strisce e linee asimmetriche, differenti per ogni individuo anche nella tonalità dei colori. Il maschio invece risulta più piccolo e meno appariscente. Quando la ‘signora ragno’ viene disturbata e si sente in pericolo attua una strana tattica di far vibrare la sua tela, che può arrivare anche a 40 centimetri quadrati in proporzione alle sue dimensioni e alle prede che cattura. Se lo scuotimento della tela non dovesse bastare per impressionare l’aggressore, allora si lascia cadere a terra, ma ben stretta ad un filo lungo con il quale tornerà ‘a casa’ appena possibile.

Il ragno vespa è una specie stagionale, ovvero nasce ad inizio primavera, per riprodursi verso fine estate e dopo poco tempo – appena messo al sicuro i sacchetti con le uova – finisce il suo ciclo vitale.

Il rapporto della femmina con il maschio fecondatore è alquanto bizzarro, poiché dopo l’accoppiamento talvolta questo viene disconosciuto, diventando una fantastica preda a portata di zampa e di ragnatela. Se il maschio riesce a fuggire spesso è ferito e malandato, ma nonostante ciò, appena ha ripreso forze tornerà all’attacco per il rapporto sessuale. La femmina, prima di morire, lascerà due/tre sacche di uova – ben custodite nella vegetazione – di cui ognuna conterrà dai 300 ai 400 nuovi nati.

Ghiotta di cavallette, la ragno vespa ne può mangiare anche quattro al giorno, oltre a nutrirsi di molti altri insetti del suo habitat più desiderabile, campi di erba e cespugli bassi. Per questo motivo la specie è un’ottimo alleato per chi coltiva un orto, tenendolo pulito da insetti che alimentandosi di verdure le danneggiano.

Dovendo catturare insetti anche voluminosi come cavallette e pesanti coleotteri volanti, la tela è particolarmente robusta e i filamenti sono fitti di minuscole goccioline appiccicose che aiutano a fermare la preda. Una peculiarità ingegneristica di questa specie è lo stabilimentum, ossia due parti di tela molto più compatte e resistenti – normalmente una in alto e l’altra in basso (come nella foto). Una volta che la preda rimane intrappolata nella rete viene fasciata velocemente con il filo che produce il ragno e morsa per essere stordita. Il liquido del morso serve anche a macerare i tessuti della preda, per poi consumare il pasto in tranquillità o in un altro momento. A differenza di altre specie di aracnidi, l’Argiope bruennichi rimane appeso giorno e notte alla sua ragnatela.

Molte persone sono impressionate dai ragni percependoli con un forte senso di disagio, come se temessero di essere attaccati o morsicati. In realtà i ragni sono insetti molto pacifici ed attaccano solo per difendersi – una volta che si sentono in pericolo – ed hanno un ruolo particolarmente utile per l’uomo, per la loro alimentazione a base di specie più piccole.

Quando si va a passeggiare nei campi è necessario solo fare attenzione ai cespugli o all’erba alta. L’Argiope bruennichi è li che costruisce le sue grandi ragnatele.

Sabato, 4 settembre 2021 – n°32/2021

In copertina: l’Argiope bruennichi femmina in mezzo alla sua tela – Foto Laura Sestini (tutti i diritti riservati)

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