sabato, Luglio 27, 2024

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Il muro turco antimigranti

Lungo il confine con l’Iran, nei pressi della città di Van

di Nancy Drew

Di portata chilometrica meno importante, ma ugualmente significativo dal punto di visto etico-umanitario, come alla frontiera statunitense con il Messico, sulle orme delle politiche anti-migratorie di Donald Trump, il Presidente turco Erdoğan da tempo ha dato avvio alla costruzione di un muro di contenimento lungo 246 chilometri, ad ostacolo dei flussi migratori verso l’Europa, che obbligatoriamente hanno già tracciato percorsi di decenni e che attraversano i confini turchi con l’Iran.

Da questa rotta di terra si prevedono anche le migliaia di afghani che riusciranno a fuggire dall’attuale situazione semi-bellica e di violenza che l’ascesa del nuovo governo talebano – il 15 agosto scorso – ha portato dietro di sé.

Il muro – costruito nella provincia di Van – ha raggiunto attualmente la lunghezza di circa 156 chilometri e non era finalizzato alla prossima ondata di profughi prevista, ma genericamente contro questi, di ogni epoca storica e nazionalità.

Ricordiamo che la Turchia – per le sue politiche anti-migratorie – è in accordo con l’Unione Europea dalla quale ha percepito – in poco più di due anni – circa sei miliardi di Euro, pattuendo di trattenere (con ogni mezzo?) più possibile sul suo territorio i migranti arrivati soprattutto dal Medio Oriente, in conseguenza dell’espansione del Califfato Islamico e della guerra civile siriana; attualmente stazionano in Turchia circa 3,5 milioni di persone rifugiate, di differente nazionalità, che vivono in condizioni molto disagiate.

Con la conquista di Kabul da parte dei Taliban, in Europa già si discute con preoccupazione, come affrontare la potenziale ondata di rifugiati. Per primo ne parla Joseph Borrell – è nel suo ruolo – ovvero l’Alto rappresentante per l’Unione Europea per gli affari esteri e la sicurezza, che suggerisce di trattare con il nuovo governo talebano.

Si questiona già su una similare proposta accordata alla Turchia, ossia finanziare dall’EU il nuovo governo afghano per contenere i ‘fuggitivi’, mentre si propongono altri accordi con i Paesi confinanti con l’Afghanistan – Pakistan, Iran e indirettamente la Turchia – dove scorrono i flussi migratori o che li potranno accogliere – con la stessa motivazione siglata con Erdoğan.

Se la legge prevedrebbe – ed ancor di più il senso di umanità – che un rifugiato possa essere protetto in un Paese sicuro vicino al proprio, c’è da capire con quale criterio saranno considerati protettivi Paesi quali l’Iran che per legge coranica non sarà probabilmente diverso dal futuro Afghanistan; il Pakistan in guerriglia con l’India per questioni religiose, e la stessa Turchia che in quanto a diritti umani ampiamente latita.

Forte la preoccupazione anche del Presidente francese Emmanuel Macron, intenzionato a chiedere nuovamente aiuto a Erdoğan – che già fa sapere che la Turchia non è il ‘deposito profughi’ dell’Europa, mentre riconosce il governo talebano – sostenendo la politica migratoria con ulteriori sostegni economici ai Paesi che collaboreranno. Altri governi di centro-destra dell’Unione, Belgio, Austria, Danimarca, Olanda e pure la Grecia di destra del governo Mītsotakīs, concordano con la proposta di contenimento migratorio a suon di miliardi di Euro.

Quindi, senza nessun novità: l’Unione Europea continua a violare le stesse leggi democratiche ed inclusive fondanti la sua Costituzione, ed allargherà probabilmente i suoi confini territoriali, esternalizzando le frontiere, stavolta fino al lontano Afghanistan.

Sabato, 21 agosto 2021 – n°30/2021

In copertina: il muro antimigranti costruito tra Turchia ed Iran – fermo immagine da video

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