mercoledì, Dicembre 04, 2024

Italia, Politica

Il governo Meloni intende aumentare la spesa per la difesa

La maggioranza degli italiani è contraria

di Giuseppe Gallelli

Dal sondaggio di Swg – istituto triestino di ricerca – commissionato da Greenpeace, emerge che il 55% degli italiani è contrario all’aumento della spesa per il militare e che il 65% chiede che siano tassati gli extraprofitti delle industrie belliche, dato che con le guerre in corso hanno enormemente aumentato i loro introiti.

È contrario il 52% degli italiani, anche all’aumento della spesa militare proposta dalla UE, solo il 27% è favorevole.

Il ministro Tajani, il ministro Crosetto, il governo Meloni e l’Unione Europea ritengono, invece, necessario proseguire nella corsa al riarmo che definiscono spesa per la sicurezza.

Il governo italiano che già spendeva, al settembre 2020, per la Nato, 24,4 miliardi di dollari, intende portare il budget nazionale, attualmente di 30 miliardi, al 2% del Pil, cioè a circa 40 miliardi, entro il 2028, anche se il 55% degli italiani si dichiarano contrari; solo il 27% è favorevole e il 22% non si esprime.

Gli italiani contrari dichiarano, secondo il sondaggio commissionato da Greenpeace, che sia necessario ridurre la spesa militare e favorire la spesa per la salute, l’istruzione, il welfare, l’ambiente, la transizione ecologica, la pace, in modo da migliorare la vita delle persone.

Il Governo sostiene che la spesa militare, per costruzione, mantenimento delle strutture, equipaggiamento, ricerca e sviluppo, sia necessaria e intende portarla fuori dal patto di stabilità, per non intralciarlo.

Francesco Vignarca, responsabile della Rete italiana Pace e Disarmo, dichiara che la spesa italiana per la difesa sta esplodendo.

Si prevede, infatti per il 2025 una spesa di 32 miliardi di euro, di cui quasi 13 miliardi per l’acquisto di nuovi armamenti.

Per arrivare al 2% del Pil, come richiede la Nato, mancherebbero almeno altri 8 miliardi.

In cinque anni si andrebbe a spendere più del 60% per la spesa complessiva e più del 77% per il procurement (appalto) militare, una spesa che limiterebbe notevolmente gli interventi per migliorare la qualità della nostra vita, una spesa contraria alla volontà dell’opinione pubblica.

Sabato, 9 novembre 2024 – Anno IV – n°45/2024

In copertina: l’Aeronautica Militare partecipa alla “Neptune Strike 24 -2” nei Paesi Baltici CC0 1.0 Universal SMD

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