martedì, Dicembre 10, 2024

Cultura, Teatro & Spettacolo

SPECIALE NAPOLI – Il sogno reale

Tracce di pittura o della misteriosa scomparsa della tavola del Giorgione

di Laura Sestini

Nei secoli le casate reali europee si sono sempre intrecciate tra loro in matrimoni di comodo, alleanze ed interessi economico-geografici.

Tra queste, la famiglia Borbone, di origine francese, che in Francia regnò fin dal 1589, fu tra le più importanti e longeve casate reali d’Europa, giunta anche in Sud Italia, fino a Napoli, capitale dell’omonimo regno, e al Regno delle Due Sicilie, tramite il ramo spagnolo, dove governò per circa 130 anni.

I Borboni arrivarono a Napoli nel 1735, su cessione del territorio di proprietà austriaca a Filippo V di Borbone, re di Spagna, che fece salire sul trono italiano il figlio Carlo I.

Il Regno di Napoli, e il Regno delle Due Sicilie acquisito poco dopo, contavano allora circa sei milioni di abitanti, circa un terzo dell’intera popolazione italiana.

Tra le rare interruzioni di governo borbonico, ci fu quella causata dall’arrivo di Napoleone Bonaparte che, nelle sue conquiste imperiali era divenuto anche sovrano del Regno di Napoli, trasformato in un dipartimento francese, e presieduto dalla sorella minore Carolina e il consorte, generale napoleonico, Gioacchino Murat, da 1808 al 1815, anno in cui tornarono i Borboni, restaurati dal Congresso di Vienna, dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo e la sua abdicazione.

Dei pochi anni di regno napoleonico in Italia, un’importante eredità fu l’ammodernamento della burocrazia e della pubblica amministrazione, mantenuta poi dalla famiglia Borbone al loro rientro.

Sarà per questo motivo che nel 1775, molto prima che Napoleone Bonaparte sistemasse la sonnolenta amministrazione borbonica, una tavola del pittore veneto Giorgione (1477-1510), destinato in regalo alla regina Maria Carolina, ramo d’Asburgo, moglie di Ferdinando IV di Borbone, non arrivò mai a destinazione? Le sue tracce di spedizione si erano fermate alla Regia Dogana di Teramo, dove la celebre tavola rappresentante una delle versioni della Sacra Famiglia era scomparsa nel nulla.

In programma per il Campania Teatro Festival 2023, a Villa Floridiana, al Vomero, nell’intimo Teatrino della Verzura, uno degli episodi del progetto Sogno Reale di Ruggero Cappuccio, direttore artistico del Festival, Tracce di pittura o della misteriosa scomparsa della tavola del Giorgione, su testo di Fabio Pisano, ripercorre la storia di quel dipinto, che riemerge alla realtà contemporanea per la scoperta di alcune lettere rintracciate da una ricercatrice tra le carte borboniche dell’Archivio di Stato di Napoli.

Ruggero Cappuccio – Direttore artistico del Campania Teatro Festival
Foto: Salvatore Pastore (tutti i diritti riservati)

Sul palcoscenico, Lino Guanciale, one-man-show, legge ed interpreta la narrazione di questa sparizione, un caso che rimane tuttora irrisolto, i cui fatti essenziali sono ripresi dalle missive intercorse tra Don Giuseppe Ginaldi di Corropoli – indicato come il donatore dell’opera del Giorgione alla Regina Maria Carolina – indirizzate al marchese Bernardo Tanucci, già Alto Consigliere alla corte borbonica partenopea di Carlo I, giurista e politico, per lagnarsi della scomparsa del quadro e di aver fatto tutte le dovute ricerche presso gli uffici reali, ma non aver ritrovato la cassa contenente l’opera del famoso Giorgione.

La performance drammaturgica di Lino Guanciale è appassionata, con tratti di lieve ironia, attraverso cui, testo e gesti, si ricostruisce l’atmosfera di una ghiacciata giornata di gennaio del 1775, giorno che Don Ginaldi, per mano dello scrivano Saverio Santis, decide di scrivere a Tanucci, uomo di fiducia di Ferdinando IV, per informarlo della sparizione.

Guanciale disegna il personaggio del religioso, impersonandone le titubanze, le paure, le strane idee che qualcuno abbia volutamente fatto sparire il dipinto, l’incertezza di trovare frasi giuste da inviare al potente Tanucci, senza incorrere in fraintesi, in malintesi, e finanche in malcelati pensieri di attribuzione di colpevolezze. A lungo si ricerca la frase iniziale da scrivere nella lettera, che metta in luce la carica di Tanucci, nonostante dubbi, reticenze e le false partenze.

Il reading teatrale è scorrevole, molto piacevole grazie all’interpretazione di Guanciale, interessante culturalmente, ed anche curioso dal punto di vista della trama, che in maniera naturale genera domande anche nello spettatore. Che fine avrà fatto il dipinto? Di quale dimora ornerà le pareti? Se nel suo lungo viaggio da Venezia a Teramo ne risultava il tracciamento manuale nei libri della Dogana Regia, chi lo ha sottratto poteva non essere uno sconosciuto, anzi sicuramente non lo era, magari un funzionario reale; queste potrebbero essere le ipotesi.

La musica di sottofondo accompagna a momenti le parole pronunciate da Guanciale, si ode leggiadro anche Bel Danubio blu di Johann Strauss.

Il mistero del dipinto non è ancora risolto, come altri misteri borbonici o anche italiani. Una mancanza senza colpevoli, un caso stravagante, come anche era ritenuto il famoso pittore veneto Giorgione, burbero, enigmatico e bestemmiatore – un vero veneto – autore che non firmava le proprie opere. Gli stessi suoi dipinti erano un po’ fuori dalle righe per il periodo in cui è vissuto, i suoi personaggi non erano mai austeri nelle fisionomie, semmai sornioni, taluni con sorrisetti furbi, ritratti con delle espressioni più realistiche. Una pittura folgorante per l’epoca, che diede avvio ad uno stile più moderno, nonostante la precoce scomparsa dell’artista.

Se la famiglia Borbone fosse un quadro, sarebbe rifletterebbe sicuramente un Giorgione – afferma il testo drammaturgico di Pisano.

Agli spettatori, durante gli episodi di “Sogno reale” – dedicati interamente alla storia dei Borboni – vengono regalati preziosi volumetti sulle attività di questa importante famiglia reale, un’attenzione che dimostra generosità verso il proprio pubblico, che può meglio approfondire le gesta e gli aneddoti dei ex-regnanti partenopei, anche oltre gli spettacoli.

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Lo spettacolo è andato in scena a Villa Floridiana – Teatrino della Verzura – Napoli

Lunedì 12 giugno alle ore 22.30 in ambito del Campania Teatro Festival 2023 – Battiti per la bellezza

Tracce di pittura o della misteriosa scomparsa della tavola del Giorgione

di Fabio Pisano

Lettura di Lino Guanciale

Progetto di Ruggero Cappuccio a cura di Marco Perillo
Produzione Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival

Sabato, 17 giugno 2023 – n°24/2023

In copertina: Lino Guanciale – Foto: Salvatore Pastore (tutti i diritti riservati)

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