martedì, Marzo 19, 2024

Arte, Cultura

Sei secoli per il capolavoro rinascimentale: la Cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore a Firenze

Il fiorentino Filippo Brunelleschi, ovvero ser Brunellesco Lapi, genio mondiale dell’architettura

di Laura Sestini

Leon Battista Alberti, grande intellettuale,

umanista, scrittore, architetto e linguista contemporaneo di Filippo Brunelleschi, nel suo trattato De pictura, scritto che influenzerà il concetto di artista nel Rinascimento e delineerà la prospettiva scientifica nel mondo dell’arte – ancora valida oggi – a proposito della Cupola del Duomo di Firenze, così si esprimeva:

«Chi mai sì duro o sì invido non lodasse Pippo architetto vedendo qui struttura sì grande, erta sopra e’ cieli, ampla da coprire con sua ombra tutti e’ popoli toscani, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di copia di legname, quale artificio certo, se io ben iudico, come a questi tempi era incredibile potersi, così forse appresso gli antichi fu non saputo né conosciuto?».

Filippo Brunelleschi aveva 43 anni quando – senza svelare quello che poi sarebbe stato il suo geniale progetto – vinse il concorso pubblico per ultimare la cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze (che allora si chiamava Fiorenza), rimasta ferma alla sua base per ben 120 anni a causa dell’impossibilità di trovare una giusta soluzione a quella che sarebbe poi divenuta, e rimarrà fino ai giorni odierni, la più grande cupola in muratura al mondo. Considerata nel suo insieme, con la cattedrale, una volta terminata nel 1436, la più grande opera mai realizzata in Europa dall’epoca della Roma Imperiale.

Brunelleschi, architetto e ingegnere molto conosciuto a Firenze per le opere già realizzate, tali l’Istituto degli Innocenti in piazza Santissima Annunziata, alcune statue di Orsanmichele, il Palagio di Parte Guelfa e l’ampliamento della Basilica di San Lorenzo, partecipò al concorso pubblico del 19 agosto 1418 indetto dall’Arte della Lana, una delle maggiori corporazioni di arti e mestieri di Firenze, che mirava alla conclusione dei lavori della cattedrale, già iniziati nel 1296. Il concorso prevedeva anche un compenso di 200 fiorini (moneta che rimanda subito all’ironico film Non ci resta che piangere con Massimo Troisi e Roberto Benigni, girato in Toscana) per un valido progetto – al quale si presentarono solo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti, altro noto architetto e scultore fiorentino, autore della Porta Nord del Battistero di Firenze, a cui fu affidata anni più tardi anche la famosa Porta del Paradiso.

Non fu facile per Brunelleschi persuadere l’Opera del Duomo rispetto al suo innovativo e geniale progetto – giacché era anche restio a mostrare i suoi disegni e i calcoli – tanto che, inizialmente, gli fu affidata solo la prima parte della costruzione, alta fino a 14 braccia. In alternativa l’architetto propose di costruire un modellino nello slargo tra la Cupola e il Campanile di Giotto, che infine mise d’accordo tutti, ivi compresi i critici, ottenendo così l’autorizzazione a procedere.

La prima pietra, o meglio il primo dei presunti 4 milioni di mattoni uniti a spina di pesce impiegati per la costruzione, fu posto il 7 agosto 1420.

La cupola – ricordiamo, tutt’oggi la più grande al mondo – risulta in realtà a doppia calotta, di cui quella esterna ha un diametro di circa 55 metri, ricoperta da tegole rosse, mentre quella interna, nella parte visibile al pubblico dall’interno della cattedrale, è la più ampia superficie affrescata al mondo, circa 3.600 m², eseguiti tra il 1572 e il 1579 da Giorgio Vasari e, alla morte di quest’ultimo, da Federico Zuccari.

Per questa importante occasione, ossia il 600° anniversario, il monumento è stato riaperto al pubblico, dopo i mesi di lockdown, con orario prolungato fino alle ore 21.15.

In copertina: La cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. Foto di ©Laura Sestini (riproduzione vietata).

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