lunedì, Ottobre 14, 2024

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Quando la Russia di Stalin invase la Finlandia

Uno scenario simile a quello dell’invasione in Ucraina

di Ettore Vittorini

La paura verso la Russia di Putin ha spinto la Svezia e la Finlandia, nazioni storicamente neutrali, a passare sotto l’ala protettiva della NATO. I commenti su questa scelta sono contrastanti e le decisioni riguardano i governi e l’opinione pubblica dei due Paesi.

Appare più comprensibile l’adesione della Finlandia che nel 1939 subì l’invasione immotivata dell’Unione Sovietica e che si difese strenuamente per 105 giorni col suo piccolo esercito contro l’Armata Rossa di Stalin. Di quella guerra era stato testimone Indro Montanelli come inviato del Corriere della Sera, del quale cito alcuni brani di un suo articolo. «Il 30 novembre alle 9 e 30 – scrive il giornalista – il primo allarme che squarciò il cielo di Helsinki segnalò che l’URSS aveva attaccato la Finlandia». Grandi masse di soldati russi avevano superato i confini del Paese che allora contava appena 3 milioni di abitanti, ma vennero bloccate dalle truppe finniche.

Così continua Montanelli: «I finlandesi confidavano sulla conoscenza, la loro lotta si basava sull’iniziativa individuale, sulla velocità e autonomia dei piccoli reparti. Uomini in tuta bianca con gli sci ai piedi con i fucili a tracolla, scivolavano come fantasmi sulla neve tagliando i collegamenti tra le truppe sovietiche.»

Li guidava il maresciallo barone Carl Gustaf Mannerheim che, settantenne, ogni mattina si radeva la barba all’aperto e a petto nudo. La guerra era impari e la Finlandia, priva di aiuti – a settembre era scoppiata la Seconda guerra mondiale – pur non arrendendosi, aprì una trattativa con l’URSS e cedette al nemico il 12 per cento del proprio territorio con la città industriale di Viipuri, molto più delle terre conquistate dall’Armata Rossa.

«Fu una guerra combattuta da pochi – prosegue Montanelli – contro un nemico gigantesco che non riusciva a utilizzare le sue forze rivelando l’insipienza assoluta dei comandi sovietici». Mancavano infatti dei bravi generali perché i migliori erano stati eliminati dalle “purghe” di Stalin, uccisi o mandati in Siberia.

Ci sono molte analogie tra quel conflitto e l’invasione di oggi dell’Ucraina: come allora, a Mosca un dittatore ha deciso di invadere una nazione sovrana e confinante, sicuro che l’impresa sarebbe stata molto facile. Invece si è ripetuto lo scenario del sacrificio dei militari e la rappresaglia, con i bombardamenti sulla popolazione civile aggredita, come accadeva nella Finlandia invasa per ordine di Stalin.

In quel Paese nel marzo del 1942 vi si recò anche lo scrittore-giornalista Curzio Malaparte dove scrisse la terza parte di “Kaputt”, un libro autobiografico che descriveva gli orrori della guerra in corso ponendo sotto accusa le truppe tedesche che dilagavano per tutta l’URSS, dopo aver violato il patto di non aggressione stipulato nel ’39 pochi giorni prima dello scoppio del conflitto mondiale. La Finlandia si era alleata con la Germania allo scopo di riconquistare i territori sottratti dai sovietici.

Pima di lasciare Helsinki, Malaparte consegnò un capitolo del suo manoscritto – nel quale rivelava le crudeltà dei nazisti verso i prigionieri russi – all’ambasciatore spagnolo che glielo restituì a fine guerra.

La neutralità della Finlandia risale al 1946, dopo aver subito dall’ URSS ulteriori sottrazioni del territorio e la cessione di 100 locomotive, 2000 vagoni ferroviari e migliaia tra autocarri e automobili. Non sono mancate anche le ingerenze politiche del soffocante vicino, ma non hanno minato la democrazia del Paese che ha mantenuto buoni rapporti commerciali attraverso i quali i sovietici si rifornivano di prodotti occidentali col sistema della triangolazione.

Militari-sciatori finlandesi nella guerra russo-finnica
Foto: SA-kuva – dominio pubblico

Per la Svezia la Storia è diversa: l’unico conflitto contro la Russia risale a più di tre secoli fa quando il re Carlo XII invase l’impero russo – la Norvegia e la Finlandia erano territori svedesi – per bloccarne i legami e gli interessi commerciali con l’Occidente. Fu sconfitto a Poltava nel 1709 dallo Zar Pietro il Grande, alleato con la Danimarca, la Sassonia e la Confederazione lituano-polacca.

La Svezia è neutrale dal 1815, subito dopo la fine delle guerre napoleoniche. Ma durante il secondo conflitto mondiale ha fornito grosse quantità di acciaio alla Germania nazista ed ha anche permesso ai convogli tedeschi di attraversare il Paese per raggiungere e occupare la Norvegia.

Per quanto riguarda l’entrata nella NATO dei due Paesi, la vicenda rischia di apparire come una pièce teatrale con un finale ancora incerto tra il dramma e la commedia. Ne è l’autore il cosiddetto presidente-dittatore Recep Erdoğan il quale si oppone all’ingresso della Finlandia motivandone “l’accoglienza data ai terroristi kurdi”.

In realtà quelli che lui definisce “terroristi”, sono esuli fuggiti dalle persecuzioni turche, dagli arresti indiscriminati, dagli eccidi commessi dall’esercito. La Turchia dovrebbe essere espulsa dalla NATO, ma fa comodo averla come alleata.

Sabato, 21 maggio 2022 – n° 21/2022

In copertina: postazione di mitragliatori nella Guerra d’Inverno – Foto: sa-kuva.sa-kuva-106977 (21/2/1940) – Dominio pubblico

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