martedì, Marzo 19, 2024

Italia, Politica

Politicamente folli, sportivamente affamati

Due umanità geneticamente diverse da osservare con attenzione

di Giorgio Scroffernecher

Negli ultimi mesi lo sport italiano ha fatto faville. Atletica, nuoto, ciclismo, ginnastica artistica, canottaggio, pallavolo… agli Europei di nuoto del Foro Italico un medagliere di oltre cinquanta pezzi conquistati in tutte le specialità grazie a giovani atleti meravigliosi. Pochi giorni fa ai Mondiali di ginnastica ritmica, le Farfalle italiane hanno strabiliato; la plurimedagliata Sofia Raffaeli, 18 anni è entrata nella leggenda come la ginnasta più forte del mondo: con la sua grazia perfetta, lo sguardo da tigre e l’apparecchio ortodontico nel bel mezzo di un sorriso incantevole.
Nel frattempo, Mario Draghi, Presidente dimissionato del Consiglio dei ministri italiano, è stato nominato a New York come “Statista dell’anno” davanti alla platea mondiale.
Così Sofia Raffaeli s’invola verso le prossime Olimpiadi di Parigi del 2024, e noi tutti già sogniamo, mentre Mario Draghi tra poco si occuperà a tempo pieno del giardino di casa sua e degli amati nipotini, e noi tutti prevediamo incubi per la sua assenza.

Così vanno le cose in Italia. Difficile farsene una ragione. I protagonisti dello sport e quelli della politica sembrano provenire da tradizioni etniche geneticamente opposte.
Sofia Raffaeli davanti ai giornalisti col suo petto ornato dalle molte medaglie dichiara «Non sono soddisfatta, potevo fare molto, molto meglio: oggi non sono riuscita a fare le cose che posso e so fare, cercherò di migliorarmi ancora».
Giorgia Meloni davanti ai suoi elettori convinti di portarla a breve sullo scranno più alto minaccia «E’ finita la pacchia!» rivolgendosi a quella Europa che ha dato all’Italia – grazie al credito del nonno di cui sopra – l’aiuto economico e finanziario più importante di tutti i tempi e di tutte le nazioni componenti l’Unione. Temo che abbia ragione la Giorgia, è finita la pacchia, ma di chi?

Quindi può succedere che al Governo tra poco vedremo chi pochi anni fa ha dovuto abbandonare la guida del paese per imminente default, e ora torna con un elenco di promesse che, semplicemente, non potrà mantenere, inclusa quella di non ‘ibridare’ troppo la nostra italianità con genti di colori diversi.
Mentre lo sport italiano, continuerà a vincere facendo proprio il contrario: palesando una profonda ibridazione, la stessa che pochi anni fa nella XXVIII edizione dei Giochi del Mediterraneo di Tarragona ha visto sul podio Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo e la campionessa europea Libania Grenot, tutte italiane di pelle scura, vincenti la staffetta 4×400 con il tempo di 3:28.08. Combinazione era lo stesso giorno dell’annuale raduno leghista di Pontida. Un giornalista malizioso fece notare il Total Black del podio italiano a Filippo Tortu, compagno di squadra delle ragazze festanti; meravigliosa la sua risposta alla provocazione: «Sono tutte nere? Non ci avevo fatto caso».

Al di là dello sport, al di là degli slogan gastro-elettorali, la questione è davvero importante. In Italia vivono senza cittadinanza oltre un milione di diciottenni ‘fantasma’ che rappresentano circa l’11% del totale dei giovani di quella fascia d’età. Tre quarti di questi sono nati in Italia. Tutti parlano i dialetti locali ed escono la sera con i nostri figli. La politica italiana non ha saputo riconoscere la loro esistenza con una legge capace di leggere semplicemente la realtà. Come sempre, nel vuoto legislativo indecente, altri trovano rimedi, come lo sport che da anni tessera questi ragazzi al compimento dei loro 10 anni di età.

Nel nostro Paese attempato e sfaticato, l’apporto umano che ci può arrivare dal resto del mondo, se ben gestito, davvero può essere una opportunità, anzi, una risposta alle nostre occorrenze urgenti. Spesso sono persone che per necessità drammatica o per vivezza di sogni di miglioramento esistenziale stanno mettendo in pratica la famosa raccomandazione testamentale di Steve Jobs del 2005: «Il tempo a vostra disposizione è limitato, non sprecatelo. Non lasciatevi condizionare, non lasciate che il rumore delle opinioni altrui copra la voce che avete dentro. Ma soprattutto abbiate il coraggio di seguire quello che avete nel cuore. Siate affamati. Siate folli!»

Ora che ci penso però, Siate affamati. Siate folli! forse è proprio il precetto che va per la maggiore anche nella nostra classe politica, come sempre con una interpretazione diametralmente opposta a quella buona.

Sabato, 24 settembre 2022 – n° 39/2022

In copertina: Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri – Foto dalla pagina FBdella Federazione Ginnastica d’Italia



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