giovedì, Ottobre 03, 2024

Lifestyle, Società

Parole vuote, silenzio pieno

Un caso italiano di rivoluzione nella comunicazione mondiale: come in Italia non siamo all’altezza della realtà anche quando questa ci vuole premiare.

di Giorgio Scroffernecher

Molte volte mi sono chiesto a chi è venuto in mente per primo di applaudire a un funerale. A questo sconosciuto imputo un danno culturale pari a quello fatto in Italia da Silvio Berlusconi con la creazione della TV commerciale e i suoi contenuti populisti.

Quale perversione può far scattare le mani nel momento in cui il silenzio è l’atteggiamento più naturale per essere nel rispetto e celebrazione della morte? La risposta, forse, è nel rumore che ci circonda e riempie tutto come per dissolvere quel terrore del vuoto «horror vacui» così normale per noi occidentali; lo stesso vuoto che, invece, i giapponesi chiamano Mù «il vuoto pieno di senso», lo stato di grazia dove l’inizio del tutto coincide con la fine del tutto.

Tuttavia, nel bel mezzo di questo mondo fracassone, si accende una luce nera abbagliante che sorprende come uno squarcio sulla verità, come un fatto che rimette le cose in ordine e, ancor più sorprendentemente, raccoglie milioni di ‘seguaci’: nel momento in cui scrivo 27 milioni su Instagram, 81,5 milioni su TikTok.


Si chiama Khaby Lame, di origini senegalesi, ha 21 anni, da 20 vive a Chivasso (TO). E’ dislessico e discalculico. Con il Covid è stato licenziato e lì – si dice la resilienza! – è diventato un fenomeno mondiale producendo video muti, con il silenzio come cifra e uno sguardo ironico e semplice sul mondo e le sue nevrosi. Con questo ha raccolto un totale di oltre un miliardo di like, arrivando ad essere il terzo profilo TikTok più seguito al mondo; in Italia ha spodestato su Instagram sua maestà Chiara Ferragni. Il tutto in sedici mesi.

Oggi molti lo rincorrono, pochi azzardano un’interpretazione di questo fenomeno.
Khaby Lame forse è una buona occasione per ognuno per resettare i punti di vista sulla vita e le prospettive per il mondo.
Come? Il giovane genio della nuova comunicazione e guru naturale dell’empatia come linguaggio universale, con il suo silenzio sorridente – tra il resto – testimonia che in Italia siamo disposti a tollerare che un ragazzo che ha trascorso tutta la sua vita in Italia, ha studiato in Italia, si ritiene italiano, ed è Italiano a tutti gli effetti, non possa andare in America, invitato come personaggio italiano meritevole di grande interesse.

Perché? Semplice, non ha né cittadinanza, né passaporto italiani.
Ecco, cominciamo da qui ad essere – a destra e a sinistra – un po’ meno meschini?

Sabato, 3 luglio 2021 – n°23/2021

In copertina: Khaby Lame – Immagine royalty free

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