martedì, Aprile 30, 2024

Società

ONU – Craig Mokhiber rassegna le dimissioni

“La guerra sulla Striscia di Gaza è un genocidio”

Redazione TheBlackCoffee

The #genocide we are witnessing in #Palestine is the product of decades of Israeli #impunity provided by the US & other western governments & decades of #dehumanization of the Palestinian people by western corporate media. Both must end now. Speak up for #HumanRights (ll #genocidio a cui stiamo assistendo in #Palestina è il prodotto di decenni di #impunità israeliana fornita dagli Stati Uniti e da altri governi occidentali e di decenni di #deumanizzazione del popolo palestinese da parte dalle corporazioni dei media occidentali. Entrambi devono finire adesso. Parliamo di #DirittiUmani) – scrive Craig Mokhiber, il Direttore e vice dell’ASG – Assistente Segretario Generale – di OHCHR (Alto Commissario per i Diritti Umani) di New York, il 30 ottobre sui canali social.

Craig Mokhiber

Craig Mokhiber, nei giorni scorsi si è dimesso dal suo incarico istituzionale alle Nazioni Unite, per protesta contro la timidezza di parti chiave del sistema ONU su questioni relative ai diritti umani dei Palestinesi.

Nella lunga lettera inviata a Volker Turk – Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani dal 2022 – Mokhiber, avvocato per i Diritti Umani e Direttore di detto ufficio ONU, senza giri di parole mette nero su bianco tutte le sue motivazioni a descrizione della personale posizione, ed oggettività, sulla guerra israeliana a tappeto sulla Striscia di Gaza contro la popolazione palestinese. Dopo oltre novemila vittime civili, di cui un numero infinito di bambini – il suo ruolo di Difensore ha perso tutto il suo valore etico e umanitario a causa della flebile azione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per gli aiuti ai Palestinesi, sia le derrate alimentari e l’acqua, che lo stop ai bombardamenti per la distribuzione degli aiuti umanitari, nonche una Risoluzione di pace.

“Questo è un caso di genocidio da manuale. Il progetto coloniale europeo, etno-nazionalista e di colonizzazione in Palestina è entrato nella sua fase finale, verso la rapida distruzione degli ultimi resti della vita indigena palestinese in Palestina” – scrive Mokhiber.

Oltre alla poplazione civile, dall’inizio della guerra su Gaza, sono stati uccisi 70 opertatori umanitari di UNRWA – l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati palestinesi. Si tratta del numero più alto di operatori delle Nazioni Unite uccisi in un conflitto in così breve tempo. Nonostante questa drammatica situazione, il personale dell’UNRWA continua a lavorare 24 ore su 24 a per fornire assistenza umanitaria.

Mokhiber invita tutte le parti, nonché gli Stati terzi influenti, a fare tutto ciò che è in loro potere per allentare l’escalation di questo conflitto e a lavorare per raggiungere l’obiettivo in cui israeliani e palestinesi possano godere pienamente di tutti i diritti umani e vivere uno di fronte all’altro, accanto, in pace.

Ricordiamo a tutte le parti i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale sui diritti umani. Il bombardamento delle infrastrutture delle telecomunicazioni mette in grave pericolo la popolazione civile. Le ambulanze e le squadre della protezione civile non riescono più a localizzare i feriti, né le migliaia di persone che si stima siano ancora sotto le macerie. I civili non sono più in grado di ricevere informazioni aggiornate su dove possono accedere agli aiuti umanitari e dove potrebbero essere meno in pericolo. Molti giornalisti ora non possono più riferire sulla situazione.

Abbiamo perso i contatti con i nostri colleghi a Gaza. I nostri colleghi avevano già sopportato giorni e notti sotto il bombardamento incessante di Gaza. Hanno perso famiglie, amici e case, nei colpi che hanno ucciso diverse migliaia di persone in sole tre settimane e raso al suolo interi quartieri di Gaza. Non esiste un posto sicuro a Gaza e non c’è via d’uscita. Sono molto preoccupato per i miei colleghi, come lo sono per tutti i civili di Gaza.

Quando queste ostilità finiranno, coloro che sono sopravvissuti si troveranno ad affrontare le macerie delle loro case e le tombe dei loro familiari. Infliggere ferite e traumi a centinaia di migliaia di persone non aiuta nessuno. Le conseguenze umanitarie e sui diritti umani saranno devastanti e di lunga durata.

Migliaia sono già morti, molti dei quali bambini. Dato il modo in cui sono state condotte fino ad oggi le operazioni militari, nel contesto di un’occupazione che dura da 56 anni, lancio l’allarme sulle possibili conseguenze catastrofiche delle operazioni di terra su larga scala a Gaza e sulla possibilità che altre migliaia di civili possano morire.

La violenza continua non è la risposta. Invito tutte le parti e gli Stati terzi, in particolare quelli che esercitano influenza sulle parti in conflitto, a fare tutto ciò che è in loro potere per allentare il conflitto e a lavorare per raggiungere l’obiettivo in cui israeliani e palestinesi possano godere pienamente di tutti i diritti umani e vivere fianco a fianco, in pace.”

Sabato, 4 novembre 2023 – n°44/2023

In copertina: Eleanor Roosevelt con il poster della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1949 – Foto: FDR Presidential Library & Museum CC BY 4.0

Condividi su: