giovedì, Aprile 18, 2024

Cultura, Multimedialità, Teatro & Spettacolo

One man jail

Le prigioni della mente

di Laura Sestini

La pandemia ha ristretto la vita di tutti, andando a colpire sì il corpo, ma molto più facilmente la mente, generando nuove paure e riabilitando quelle sopite che albergano in ogni essere umano.

Se parallela a questa condizione si uniscono pregresse situazioni già di per sé ‘anomale’ – quale potrebbe essere la detenzione – allora le possibilità di cadere in vortici psicologici spiacevoli e debilitanti si riveleranno ancora più semplici, nella loro genesi.

Lo spettacolo One man jail – le prigioni della mente – scritto e diretto da Claudio Suzzi – portato in scena al Teatro Cantiere Florida di Firenze dalla Compagnia teatrale Interazioni Elementari, affronta in chiave tragicomica le maschere ed i demoni generati dalla psicologia umana – proprio le prigioni della mente.

Lo spettacolo si inserisce all’interno del progetto “Streaming Theater: un ponte tra carcere e città”, un percorso di educazione ai mestieri dello spettacolo dedicato agli ospiti dell’Istituto penale minorile A. Meucci del capoluogo toscano. Un ‘ponte’ con la città di Firenze che chiunque può metaforicamente percorrere, da fuori e da dentro l’istituto penale – e dalla propria condizione mentale – attraverso la tecnologia informatica multimediale, e l’immaginazione personale.

Sul palco del teatro i personaggi sono poco numerosi, divisi tra il clown ‘One man show’ Frank Petroletti, con l’interpretazione di Filippo Frittelli; tre giovani attori di origine asiatica provenienti dall’IPM Meucci tramutati in guardie carcerarie, che tanto rimandano alle censure dell’intelletto del regime cinese con le loro uniformi; violino, fisarmonica e chitarra dietro cui si destreggiano con talento i musicisti in tenuta ‘Guantanamo’.

Due comparse si mescoleranno al pubblico dei presenti, in rappresentanza di questi, andando a creare uno spazio teatrale più ampio ed ‘inclusivo’, irrompente fuori dalla quarta parete. La scenografia è minimale ma visivamente molto colorata, a cominciare dal costume ed il classico trucco del clown Frank, i coriandoli, le tute arancioni dei musicisti, i disegni delle luci; possibile richiamo metaforico all’apparenza esterna che ognuno vorrebbe dare di sé agli altri, spesso anche nella cerchia più familiare.

Cosa ha di diverso questo lavoro teatrale rispetto ad altre realizzazioni ad opera di differenti Compagnie di teatro-carcere? Il regista Claudio Suzzi ci tiene a sottolineare che: “L’obiettivo non è solo quello di lavorare coi ragazzi dell’Istituto ma anche e soprattutto educare il pubblico fuori”.

L’uso della tecnologia multimediale – in diretta streaming dall’IPM di Firenze – permette di far interagire, in parallelo alla performance dal vivo sul palcoscenico, anche altri minori dell’Istituto che per qualche motivo non hanno l’autorizzazione per uscire dalla struttura. Ciò assicura di mettere in pratica il loro percorso pedagogico-teatrale davanti ad un pubblico vero – seppur in modalità virtuale.

La drammaturgia ruota intorno alla figura del clown Frank ed è immaginata per essere l’ultima performance di un uomo giudicato colpevole di omicidio, per un pubblico di suoi consimili all’interno di un istituto di pena. Frank Petronelli non è un’omicida ‘comune’, causa che lo tratterrà in prigione per lunghi anni; un tempo era un artista famoso, amato da tutti i suoi fans. Solo i suoi genitori non avevano mai compreso il suo desiderio di divenire davvero un clown – da grande – rimproverandolo di comportarsi proprio come un pagliaccio “che due schiaffi dati bene, fanno più di tante parole”.

Poi, in un giorno che forse non rientrava tra quelli ‘qualunque’, dopo uno spettacolo, con ancora il rumore degli applausi in sottofondo, Frank improvvisamente, senza controllo, aveva ucciso con una sedia un giornalista troppo pressante. Lì, in quel gesto, si compie – in un solo attimo – tutta la sua vita passata, con le sue paure, le sue maschere, i demoni, gli illusori personaggi di scena che lo accompagnano anche nella vita fuori dal palcoscenico, in cui il protagonista si è auto-imprigionato proprio per sopportare la realtà.

Per ironia della sorte, una volta incarcerato, le maschere di Frank non servono più ad eludere e nascondersi in quella realtà pre-costruita. E’ giunto il momento di svelare il vero ‘io’, di togliersi letteralmente il ‘cerone’ dalla faccia. Con queste premesse – e l’intensa interpretazione di Filippo Frittelli – si giunge alla scena madre, che focalizza sul disagio psicologico della figura del clown-detenuto – le prigioni della mente che ognuno si autoinfligge, la difficoltà e la paura di far uscire quei personaggi inesistenti da se stessi, che nulla riflettono della vera personalità dell’individuo.

Intorno alla drammatica e sofferente condizione psicologica di Frank – che lotta in solitudine contro i suoi demoni – ruotano le performance degli attori proiettate in streaming dall’interno dell’istituto minorile. Innumerevoli repliche di Frank si muovono sul video, entrando virtualmente sul palcoscenico, con voci ed approcci interpretativi differenti. Molti i colori, fluorescenti, potenti. Uno spettacolo psichedelico, come la mente straziata di Frank. Pregevole l’effetto estetico per l’interpretazione della marionetta/Mattia Bacchetti, interessante anche nella coreografia.

Forte l’impatto emotivo sullo spettatore. Un lavoro d’insieme che lascia il segno.

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Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Cantiere Florida di Firenze – Via Pisana, 111r .

Mercoledì, 26 gennaio 2022 – ore 21.00

One man jail – le prigioni della mente

drammaturgia e regia di Claudio Suzzi

Frank Petroletti – Filippo Frittelli

Figuranti – Michele Jommi, Francesca Raimondi

Topazia – il criceto

Aiuto Regia – Antonella Miglioretto, Alessandro Conti

Disegno Luci – Andrea Narese
Assistente elettricista e macchinista – Giacomo Ungari

Staff video proiezioni e streaming
Michele Fucci
Andrea Nadalini
Luca Tavanti
Simone Memè

Fonica – Massimo D’amato
Maschere e trucco – Francesca Zingaro
Maestro di clownerie – Lapo Botteri

Si ringraziano Underwear Theatre e Suite Ohm Studio

Lo staff della Compagnia:
Direzione: Claudio Suzzi
Comunicazione – Giacomo Alberto Vieri
Amministrazione – Francesca Zocco
Organizzazione – Valentina Matteucci, Michele Baldini

Il progetto è finanziato dal bando “Giovani al centro” e rientra nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle politiche giovanili e del Servizio civile universale e dalla Regione Toscana, dal Ministero della Giustizia – Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e da Publiacqua S.p.A. In partenariato con Associazione Volontariato Penitenziario Onlus, Associazione Altro Diritto Onlus, Associazione di Promozione Sociale Progress. In collaborazione con Istituto Penale Minorile “G.Meucci” di Firenze, Assessorato all’Educazione, Università e Ricerca, Formazione Professionale, Diritti e Pari Opportunità del Comune di Firenze, Assessorato alla Cultura, Moda e Design del Comune di Firenze, Garante dei detenuti della Regione Toscana, Garante dei detenuti del Comune di Firenze, Associazione Antigone Onlus, Cinema Teatro di Castello e Teatro delle Arti Lastra a Signa.

Sabato, 29 gennaio 2022 – n° 5/2022

In copertina: foto di scena ‘One man jail’ – Foto credits: Interazioni Elementari

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