sabato, Luglio 27, 2024

Italia

Moby Prince

Niente cambia, la Corte d’Appello di Firenze conferma la sentenza di primo grado

di Laura Sestini

La tragedia umana e giudiziaria sulla vicenda del traghetto Moby Prince, tuttora in corso dopo ben 32 anni, ancora non trova (e forse non cerca o non vuole vedere) una verità tangibile, per dare dignità alle vittime e risarcire le molte famiglie del danno subìto.

La notte del 10 aprile del 1991, il traghetto Moby Prince della compagnia marittima Navarma, aveva da poco lasciato il porto di Livorno in direzione di Olbia. Sul suo abituale percorso, a pochi minuti dal porto, circa 3 miglia, si scontra con la poppa dell’Agip Abruzzo, una ex superpetroliera di proprietà Snam, la flotta marittima appartenente al gruppo ENI, una delle sei costruite durante la crisi petrolifera degli anni ’70, per abbassare i costi di trasporto, e demolita nel 1992, in Pakistan, dopo l’incidente di Livorno.

Le vittime furono 141, 65 membri dell’equipaggio e 76 passeggeri, ed un unico superstite, il mozzo Alessio Bertrand, ritrovato dal primo natante in soccorso, quello degli ormeggiatori del porto toscano, in mezzo alla pesante cortina di fumo che avvolgeva il traghetto, appeso ad una ringhiera che tentava di gettarsi in acqua. Una tragedia che rimane indelebile nella memoria collettiva della Toscana intera, e senz’altro di tutti i territori di provenienza delle vittime, Sardegna ed altri.

Molti sono stati, nei 30 anni e più di indagini, i dubbi sulle comunicazioni di salvataggio tra le autorità portuali di Livorno e il Moby Prince, stranamente molto disturbate o silenziate del tutto. La collisione del traghetto con la Agip Abruzzo e il relativo incendio, a causa dello sversamento del petrolio ed il rogo che ne scaturì, furono la causa delle 141 vittime. Questo è considerato il più grave incidente marittimo in acque italiane dopo la Seconda Guerra mondiale, anche tra i grandi e tragici segreti della Repubblica.

Nei giorni scorsi si è giunti alla sentenza di secondo grado della Corte d’Appello di Firenze contro il Ministero della Difesa e quello delle Infrastrutture, già persa in primo grado.

Il traghetto Moby Prince in porto a Livorno dopo l’incidente con la Agip Abruzzo

….nel presente giudizio civile, la sentenza  irrevocabile di assoluzione, pronunciata dalla Corte di Appello di Firenze, Sez. terza penale, del  05.02.1999 n. 415, ha efficacia di giudicato quanto all’accertamento che il fatto non sussiste e conseguentemente rigettare la domanda di parte attrice perché inammissibile..….non fondata su elementi probatori idonei…. – alcuni dei passaggi principali della nuova sentenza. In pratica, per lo Stato le vittime non hanno subìto alcun danno.

La causa giudiziaria fu avviata subito dopo la sciagurata notte del 10 ottobre 1991, la prima sentenza nel 1998; l’appello nel 1999; la richiesta di archivo nel 2010. Nel 2013 si avvia #IoSono141, la campagna dei familiari delle vittime per sostenere la creazione di una Commissione parlamentare d’inchiesta, approvata dal Senato nel 2015, che si concluderà nel 2018.

Una seconda Commissione d’inchiesta è stata approvata nel 2021, la cui relazione finale è del 15 settembre 2022.

Tra i promotori delle due inchieste parlamentari, il Capitano di Vascello e senatore Gregorio De Falco, che a lungo è stato impiegato nella Sezione Operativa Capitaneria di Livorno. Sì, lo stesso De Falco che intimò a Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia naufragata davanti al porto all’isola del Giglio nel gennaio del 2012, di risalire a bordo e svolgere il suo dovere professionale.

In mezzo alle fasi giudiziarie, i familiari delle vittime si costituiscono nell’Associazione 10 AprileFamiliari Vittime Moby Prince Onlus, che ha come scopo sia la ricerca della verità che dare giustizia alle vittime.

Altamente suggerito, da ascoltare, l’intervento sulla relazione finale della seconda Commissione Parlamentare d’inchiesta: https://webtv.camera.it/evento/21213#

https://www.mobyprince.it/la-storia/il-disastro/

Sabato, 16 dicembre 2023 – n°50/2023

In copertina: Moby Prince (sx) e Agip Abruzzo (dx)

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