Memorie dalla Seconda guerra mondiale
di Laura Sestini
Inserita nel cartellone del Campania Teatro Festival 2025 (Battiti per la Pace), nella sezione Cinema di Lei, prospettive del reale, a cura di Roberto D ‘Avascio per Arci Movie, dedicata ai documentari girate da registe, Nadia Baldi sale sul palco del Teatro di Corte di Palazzo Reale di Napoli per narrare del suo ultimo docufilm, La nuda eleganza, ispirato alle immagini dell’omonimo libro del fotografo e artista Romeo Civilli, che ha ritratto persone sopravvissute al secondo conflitto mondiale.
La donna rivela immediatamente agli spettatori di essere rammaricata di non essere riuscita ad intervistare suo padre, scomparso improvvisamente, che sempre parlava in famiglia della sua esperienza durante la Seconda guerra mondiale, allora adolescente, rammentando tanti ricordi e aneddoti divenuti poi “storici” nei libri di scuola.
Nadia Baldi è regista cinematografica e teatrale e consulente alla Direzione Artistica del Napoli Teatro Festival, cofondatrice con il direttore artistico del Campania Teatro Festival, Ruggero Cappuccio, fin dal 1999, di Teatro Segreto, società di produzione teatrale e cinematografica che ha l’obiettivo di realizzare artefatti d’autore.
Il docufilm, girato in un estremo e potente bianco e nero, “scuro come la guerra“, riprende e ritrae numerosi anziani, che nel tempo di quel grande e lungo conflitto erano ancora bambini, o poco più grandi, e che da quel punto di vista ancora ingenuo l’avevano vissuta, seppur subendone tutte le sofferenze che ogni guerra porta con sé.
Le persone intervistate, i volti segnati dal tempo, in maggioranza di origine campana, si esprimono soprattutto in dialetto, riportando alla luce ricordi anche importanti, dettagli storici, per esempio lo sbarco degli alleati britannici e statunitensi, tra la foce del fiume Sele e la città di Salerno. Le interviste, sono talvolta intramezzate da foto d’archivio, ritratti o panoramiche belliche, scelte con molta cura, storica ed estetica.
Le tematiche che affiorano maggiormente dalla memoria di quelle ragazze e quei ragazzi, oggi persone in età avanzata, sono risultate in primis la morte e la fame che, dopo 80 anni, purtroppo, riflettono anche altre guerre attuali, come la terribile odierna questione palestinese, a cui accenna anche la regista. Una fame indotta, quella palestinese, usata come arma di guerra.
Le guerre portano sempre con sé molta sofferenza nelle popolazioni civili, come hanno narrato quasi tutte le persone intervistate, e la fame, se non voluta come strategia bellica, è causata dalle incapacità dei politici di turno e anche da ovvie disfunzioni logistiche di approvvigionamento durante i conflitti. L’Italia era molto affamata durante la Seconda guerra mondiale, Napoli e il sud Italia in povertà quasi assoluta, e furono gli Alleati a portare i primi generi di conforto alla gente comune, sbarcando in Sicilia e risalendo poi la Penisola sulla linea del fronte fascio-nazista.
Il docufilm risulta un vera memoria storica, un documento interessante e prezioso per i bambini campani di oggi che invece hanno cibo e oggetti in eccesso, come ovunque in Occidente. Un lavoro di ricerca che potrebbe essere proposto nelle scuole della Campania, dove, con probabilità, l’idioma usato dagli anziani sarebbe facilmente comprensibile a tutti.
Nonne e nonni “collettivi” che possono ancora aggiungere frammenti storici ai fatti dolorosi della guerra in cui era coinvolto il nostro Paese durante il periodo fascista, raccontando fatti realmente accaduti con le paure e speranze di un’infanzia vissuta in tempi meno fortunati.
Le nuove generazioni la guerra la sperimentano spesso nei videogame, ma ancora oggi vive chi il conflitto più violento della storia umana, negli armamenti utilizzati come la bomba atomica, la fame, l’orrore e il terrore di morire lo ha esperito fisicamente e psicologicamente, visto da vicino; tanto vicino che nonostante l’età dei narratori, i ricordi rimangono in loro tuttora impressi in maniera molto vivida e ben circostanziata.
Forse, aver vissuto una guerra, l’orrore più grande di cui l’uomo è capace, non si può dimenticare. Mai.
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Sabato, 5 luglio 2025 – Anno V – n°27/2025
In copertina: la locandina del docufilm – Immagine courtesy Campania Teatro Festival 2025