venerdì, Ottobre 04, 2024

Italia, Politica

La marcia elettorale della destra

I timori del ritorno di un fascismo mascherato

di Ettore Vittorini

A un mese dalle elezioni la pallina della roulette dei collegi elettorali ha finito di rotolare tra i numeri già prescelti dei candidati, obbligando i “giocatori-elettori” a diventare dei burattini. Questa osservazione non vuol rendere omaggio al qualunquismo e all’antipolitica. La politica vera esiste, ma da anni in Italia non viene attuata.

Le critiche a questa campagna elettorale sono tantissime, i giornali ne sono pieni e fanno bene a sottolineare il distacco tra i vertici dei vari partiti e la popolazione degli elettori.

Per fare un quadro di questa situazione è ancora una volta doveroso citare il pensiero sui politici di Antonio Gramsci che risale a 100 anni fa, ma sempre attuale: “Ignorano la realtà, ignorano l’Italia in quanto è costituita di uomini che vivono lavorando, soffrendo, morendo; i politici sono dilettanti che non hanno alcuna simpatia per gli uomini; sono retori pieni di sentimentalismo, non uomini che sentono concretamente”.

Allora il fascismo era alle porte e oggi una “destra” che non ripudia le simpatie per quella dittatura, è candidata e favorita – secondo gli umori dell’elettorato – a governare la nostra Repubblica.

Gli squadristi neri sono ancora una realtà”, dice un titolo del quotidiano “La Stampa”, facendo riferimento alle minacce ricevute dal giornalista Niccolò Zancan in seguito a un suo reportage compiuto a Predappio, in provincia di Forlì, paese natale di Mussolini dove nella tomba di famiglia – una specie di mausoleo – è sepolto il duce del Fascismo.

Quel luogo è una meta storica per migliaia di persone che oltre a visitare il “mausoleo”, si fermano anche al museo “O Roma o morte, un secolo dalla Marcia”. Ogni anno vi arrivano i nostalgici, persone anziane, intere famiglie, ragazzi e ragazze e naziskin coperti da tatuaggi. Il registro delle presenze è pieno di parole inneggianti al duce e di frasi come “finalmente tocca a noi”, “questa volta vinceremo alle elezioni e sarà un trionfo per Giorgia.”

È responsabile del museo, ex segretario provinciale di Fratelli d’Italia che si dimise tempo fa dopo aver scritto su Facebook un post nel quale chiedeva ”leggi razziali contro islamici e negri” e definiva la Costituzione italiana “schifosa e scritta da maiali partigiani”.

Quel luogo costituisce un pessimo modello di revisionismo storico che offre del fascismo un’immagine di patriottismo. Lo Stato non ha mai fatto niente per impedire questo spettacolo che viola la Costituzione antifascista, anche con i governi di centro-sinistra.

Quando nel lontano 1957 – in piena era democristiana – il presidente del Consiglio Adone Zoli permise la traslazione della salma di Mussolini a Predappio, il sindaco comunista della cittadina non si oppose e dichiarò: “Non ci ha fatto paura da vivo e ora non ce la farà da morto”. Tanta retorica ma niente di concreto.

Invece i rigurgiti del Fascismo hanno colpito duramente l’Italia con gli attentati di piazza Fontana, di Brescia, per arrivare alle bombe sui treni e la strage della stazione di Bologna. Erano manovrati da forze “occulte” che intendevano bloccare l’avanzata dei “pericolosi” comunisti.

Oggi che i comunisti si possono contare sulle dita, il PD di centro-sinistra viene preso di mira politicamente non solo dalle destre ma da tanti che affermano di essere di sinistra. È un fuoco amico in parte comprensibile, proveniente da persone che non comprendono che quel partito rappresenta ormai l’unica barriera contro l’avanzata di un neofascismo alla Orban.

Sabato, 27 agosto 2022 – n° 35/2022

In copertina: Jacques-Louis David – Il giuramento degli Orazi, 1784 (Museo del Louvre) – La fama di questo dipinto ha contribuito alla costruzione del mito del “saluto romano”. Immagine di dominio pubblico

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