lunedì, Aprile 29, 2024

Notizie dal mondo

Israele, Shoah e antisemitismo

E’ tempo di smascherare la politicante ambiguità

di Laura Sestini

In Israele, dall’inizio del 2023, con la giustificazione della jihad islamica, sono state uccise 39 persone di origine palestinese, conteggio a cui non si può tenere testa in quanto è una pratica quotidiana da circa 75 anni, da quando gli Ebrei sfuggiti ai campi di concentramento nazisti sono stati “deviati” in Palestina dalle decisioni della politica occidentale, verso la Giudea, la Terra promessa.

Ebbene, se tutti i Cristiani nel mondo decidessero di recarsi anche loro in Palestina per stabilircisi, magari a Gerusalemme, tempio globalmente riconosciuto delle tre maggiori religioni monoteiste – Ebraismo, Islam e Cristianesimo – che nel frattempo Israele, la nazione creata appositamente per “proteggere” gli Ebrei dai soprusi e il sentimento antisemitico, si è già avvantaggiato ad occupare la parte Est e spinge fortemente per accaparrarsela del tutto – cosa succederebbe?

Gli Ebrei come popolo-nazione esistono solo dal maggio1948, anno che Ben Gurion proclamò la nascita dello Stato di Israele, in seguito alla decisione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che approvava il piano di spartizione della Palestina – una regione mediorientale compresa tra il Mar Mediterraneo e gli attuali Libano, Siria, Giordania ed Egitto – fino ad allora protettorato britannico. Il piano prevedeva due Stati differenti: Israele e Palestina, ma la storia, ad oggi, parla da sé.

La mappa della Palestina prima dello Stato di Israele e dopo la spartizione delle Nazioni Unite

Antecedentemente a questa operazione politica della coalizione che aveva vinto la Seconda guerra mondiale, gli Ebrei erano cittadini di tante differenti nazioni, come i Cristiani che abitano in Spagna, negli Stati Uniti, in Perù, in Iraq e Indonesia, alle isole Fiji, e si riconoscevano come “popolo” solo entro la loro fede religiosa, l’Ebraismo. Infatti gli Ebrei europei rastrellati dal Nazismo non erano tutti tedeschi, bensì, citando alcuni più conosciuti, polacchi (Witold Pileki), olandesi (Anna Frank e Etty Hillesum), ucraini (Omelyan Kovch), bielorussi, cecoslovacchi, rumeni, russi e altre nazionalità, fino a dove il Terzo Reich era riuscito ad allungare la sua mano mortale.

L’Olocausto – in lingua ebraica Shoah – è un evento storico compiutosi entro un lasso temporale ben preciso, ossia dall’inizio della salita al potere di Adolf Hiltler, nel 1933, fino alla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia, nel 1945 dai militari russi. Un genocidio dove hanno perduto la vita circa 15 milioni di esseri umani, di cui sei milioni di Ebrei – obiettivo privilegiato di Hitler. Ogni anno il 27 gennaio commemoriamo i nomi e la sorte di queste persone sterminate dalla furia razzista nazista tedesca e fascista italiana – nonostante all’attuale maggioranza politica in Parlamento non piaccia rammentare il Ventennio, se non per farne ancora propaganda, e neanche troppo nascosta, La Russa docet.

Il Giorno della Memoria dedicato alla Shoah, è un atto di raccoglimento e riflessione dovuto, educativo per i giovani che devono ancora apprendere la storia passata e per tutte le famiglie delle vittime; per essere consapevoli di cosa è capace l’Homo sapiens contro i suoi simili. I testimoni diretti di quell’orrore pochi sono ancora in vita; una reduce di discendenza ebraica dai campi di concentramento è la senatrice Liliana Segre.

Il sentimento antisemita, ovvero l’odio contro gli ebrei, intesi come fedeli all’Ebraismo, è antico come il mondo, ne scrive già Tacito nel 105 d.C nel suo volume Historiae; Cristiani contro i Giudei – Gesù era ebreo prima della conversione – e ancor prima tra le tribù semite dell’area geografica che va dalla Mesopotamia alla penisola arabica. Le questioni religiose sono sempre motivo di conflitti millenari – di vittoriosi e vinti, di battaglie cruente e bagni di sangue.

Qualche secolo dopo si inserisce anche l’Islam, ma la genesi dei differenti culti, tra paganesimo e l’arrivo del Messia, iniziano molto prima, tra le popolazioni nomadi del Medio Oriente. E’ per questo motivo che le tre religioni monoteiste rivendicano Gerusalemme come propria capitale religiosa, sono tutte nate sullo stesso pezzetto di terra, detta “Santa” ma scenario di grandi lutti a tutte le epoche.

L’antisemitismo è un filrouge che attraversa tutta la storia dei discendenti di Giuda: grandi persecuzioni le subiscono non solo dal Nazismo, ma pure dagli Arabi e dagli Spagnoli nei secoli prima. Gli Ebrei si autoconsiderano il Popolo eletto, scelti da Dio, ma lo sostengono anche i Musulmani e la questione rimane irrisolta dalla nascita.

Nell’era contemporanea l’antisemitismo, dal Nazi-fascismo in poi, corre parallelo alla politica degli appartenenti a gruppi di destra ed estrema destra, che in realtà odiano tutti, Ebrei, omosessuali, immigrati, neri senza un centesimo in tasca, parimenti a calciatori che incassano miliardi, femministe. I dati statistici mostrano che gli episodi di antisemitismo sono in aumento in tutta Europa, i conti tornano, anche i movimenti di destra sono in aumento in tutta l’Europa, unita nel disastro.

Israele, istituito nel 1948 ed abitato dai sopravvissuti alla Shoah, anche se già a scapito degli autoctoni palestinesi, era una precisa realtà. E comunque nella Terra promessa già allora giunsero ebrei da tutto il mondo.

Oggi lo Stato di Israele è tutt’altro.

E’ vero che i conflitti tra ebrei e arabi si sono accesi fin da subito, molti sono gli episodi tragicamente violenti accaduti nei 75 anni trascorsi dalla nascita dello Stato ebraico, ma adesso la violenza è diventata una pratica sistematica, quotidiana, per uccidere i palestinesi. Il 2022 è stato l’anno in cui ne sono stati uccisi più di sempre, la maggioranza giovani e anche minorenni. Le Nazioni Unite hanno recentemente denunciato l’apartheid israeliano sul popolo palestinese.

Netanyahu, Primo ministro per l’ennesima volta con un governo ancora più a destra e partiti religiosi ultraconservatori, se ne frega e continua a imprigionare centinaia di palestinesi con il fermo amministrativo – come nell’Egitto di Al Sisi – senza accuse, senza processi, anni di detenzione a caso. Assassinii a sangue freddo si compiono ai check point, giustificati da false accuse e bugie, per mano di militari israeliani sui lavoratori in fila ad attendere il loro turno per varcare muri, fili spinati, blocchi di confini immaginari, e guadagnare di che vivere. Non c’è scampo per nessuno, le forze militari dello Stato ebraico sono totalmente distaccate dal senso di umanità. Uomini armati, tecnologicamente super dotati, trasformati in automi da sterminio di massa.

Non è vero che Israele è intenzionato a trovare un accordo con i Palestinesi, ogni giorno inventa una scusa per autolegittimarsi a occupare nuovi territori, sradicare oliveti, uccidere bambini, padri davanti ai propri figli, anziani, donne, attivare azioni militari nelle moschee mentre i fedeli sono chini in preghiera, assassinare giornalisti che tentano di raccontare la verità, la realtà quotidiana in quel pezzetto di terra di cui gli Israeliani si stanno illegittimamente appropriando, colonizzando un metro per volta dal 1948, mettendo in atto dallo stesso anno il Piano Datel. Basta leggerne poche righe per comprendere molte situazioni odierne, che si protraggono da allora. Neanche i successivi Accordi di Oslo del 1993 e del 1995 hanno trovato attuazione di quanto sottoscritto sul documento.

Dietro le denunce di antisemitismo, lo Stato di Israele copre la sua propaganda politica di annientamento di un popolo – quello palestinese – con la stessa furia dei Nazisti sui bisnonni degli attuali israeliani – e tutti i suoi misfatti con la complice indifferenza di tutto il mondo occidentale.

E’ ora di mettere a nudo la verità e non aver timore di valutare Israele per quello che dimostra di essere: uno Stato di ultradestra, e tale a tutte le destre è razzista e compie crimini in nome di principi e ideologie autolegittimanti, in questo caso uniti a credenze religiose (fantasiose), nonché l’uso reiterato della violenza, brama di sopraffazione e potere.

Anche Hitler si sentiva un eletto, di un altro dio, ma non fa differenza. Tutti i dii sono i migliori per i propri credenti.

Sabato, 28 gennaio 2023 – n°4/2023

In copertina: veduta di Gerusalemme Est – Foto: Berthold Werner

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