venerdì, Aprile 19, 2024

Società

Il sogno di Vladimir e quello di Sanna

Riflessioni a margine della attualità storica

di Giorgio Scroffernecher

Questo giornale ospita le avvedute parole di giornalisti come Ettore Vittorini e Laura Sestini che da anni studiano questioni internazionali, spesso belliche purtroppo, e ne riconoscono chiaramente i sensi, le motivazioni, le ragioni spesso celate. Dunque l’ultimo dei miei pensieri è quello di cimentarmi in questa materia complicata e difficile. Le mie intenzioni sono di offrire qualche stimolo ‘a margine’ che vuole essere promozionale all’approfondimento ulteriore e, soprattutto, al rifiuto della sempre più frequentata filosofia del bar sport.

«Zelensky è un incapace e Putin un grande uomo di Stato. Occorre rompere con l’Europa e rapportarsi direttamente con Putin». Questa affermazione di Alessandro Orsini – personaggio TV del momento – corrisponde a un sentire molto diffuso in quel variegato mondo, chiamiamolo per semplificare No Vax militante, composto da una umanità che, tra il resto, ha reclamato un nuovo processo di Norimberga per Mario Draghi, colpevole di aver imposto il Green Pass, mentre sembra poco interessato a che allo stesso processo sia sottoposto Vladimir Putin per i crimini di guerra, le cui prove raccolte anche da ispettori neutrali, sono innumerevoli e terrificanti.
Le ragioni spesso si rifanno a quel patto verbale stabilito quando le polveri del muro di Berlino ancora erano nell’aria, cui riferì a suo tempo lo stesso Gorbaciov, ultimo leader dell’Unione sovietica, grande protagonista di quegli avvenimenti: «Helmut Kohl mi ha assicurato che la Nato non si muoverà di un centimetro più ad est».

Eppure, 14 paesi dell’ex blocco sovietico hanno poi scavalcato il muro passando prima con la Nato e dopo con l’Europa.
E’ di questi giorni l’incontro tra Magdalena Andersson (Svezia) e Sanna Marin (Finlandia) per aderire al patto di difesa e deterrenza Nato per le ragioni dette chiaramente dalla giovanissima prima ministra Marin: «Abbiamo un lungo confine con la Russia e vediamo come si comportano in Ucraina adesso e dobbiamo porci la domanda su come possiamo fare in Finlandia per evitarlo».
Ora, osservando l’attualità e la storia recente – diciamo a partire dall’insediamento di Putin cui è ovvio far risalire uccisioni e incarcerazioni di giornalisti e oppositori ora grazie anche ad una legge che prevede 15 anni di pena per chi chiama guerra l’attuale “Operazione militare speciale” in Ucraina – possiamo ragionevolmente far risalire alle “provocazioni Nato” le libere volontà di paesi che vogliono essere sovrani e tutelati?

Sanna Marin – Prima ministra finlandese
Foto: Social Democratic Party of Finland


Il titolo è “Monaco – Sull’orlo della guerra” un film del 2021 diretto da Christian Schwochow disponibile su Netflix, di cui consiglio vivamente la visione, che è adattamento del romanzo di Robert Harris (2017). Le date contano perché sono tutte precedenti l’inizio delle ostilità belliche del 2022.
Un meraviglioso Jeremy Irons interpreta Neville Chamberlain, Primo Ministro del Regno Unito fortemente impegnato in negoziati con Adolf Hitler per placare le sue mire espansionistiche e conseguentemente scongiurare la Seconda guerra mondiale – che fu però solo ritardata di un anno – con la strategia dell’appeasement (in lingua italiana: riappacificazione, accordo, accomodamento). Bellissimo il film, angoscianti le analogie con il nostro presente e i personaggi sulla scena, a partire da Hitler che partecipa a negoziati e firma accordi mentre mette in atto un piano scritto da tempo che prevede, punto su punto, tutto quanto la storia poi ci ha mostrato, forni compresi.
Questo il primo suggerimento; il secondo riguarda un’intervista interessante di Cesare Martinetti su La Stampa del 3 aprile 2022, a Enzo Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose che dagli anni ‘60 promuove il dialogo interreligioso. Il giornalista chiede lumi sul patriarca Kirill di Mosca che supporta convintamente la guerra fornendo a Vladimir Putin una copertura teologica difficile da capire in occidente.
Il monaco spiega: «Per capirlo bisogna ripassare un po’ la storia ed è quello che manca nel dibattito su Kirill. Le Chiese ortodosse non sono nostre contemporanee: hanno vissuto sotto il regime sovietico o sotto l’impero ottomano e questo ha impedito loro l’accesso alla modernità. È mancato quello che per noi ha rappresentato l’Illuminismo e la Rivoluzione francese. Alla caduta del comunismo la Russia è stata invasa da missionari polacchi e da organizzazioni cattoliche occidentali che facevano proselitismo. Gli ortodossi hanno reagito difendendo il loro territorio “canonico”, un concetto sconosciuto a noi cattolici».

Se guardo lo scenario attuale con l’Europa governata da tre donne che stanno imprimendo alla comunità europea una presenza e un coraggio senza precedenti; se guardo la faccia di Sanna Marin, la più giovane prima ministra del mondo, figlia di coppia lesbica, che scuote il suo paese partecipando ai gay pride e proponendo settimane lavorative di quattro giorni, mi chiedo cosa ci sia veramente in gioco in questo momento storico, o almeno quali siano le vere tensioni in atto. Armato del quesito, trovo molto interessante la seguente osservazione del monaco Enzo Bianchi: «Tutto quello che dibattiamo in Occidente grazie alla nostra modernità arriva agli ortodossi russi in un cono d’ombra che è quello occidentale-americano e cioè del grande e storico nemico. Per molto tempo, per loro, l’ecumenismo è stato un prodotto dell’Occidente, che veniva dalla pluralità delle confessioni, dalla tolleranza, realtà per loro sconosciute. Ciò che per loro è lotta metafisica tra il bene e il male ed è manifestazione dell’Anticristo, per noi è un’acquisizione dei diritti civili (ad esempio nei confronti degli omosessuali). D’altronde, noi cattolici eravamo sulle loro posizioni 50 anni fa, né più né meno».

Il trailer del film “Monaco – Sull’orlo della guerra” di Christian Schwochow

https://www.alzogliocchiversoilcielo.com/2022/04/enzo-bianchi-il-grande-sogno-di-kirill.html

Sabato, 16 aprile 2022 – n° 16/2022

In copertina: Donne estoni davanti all’ambasciata russa di Tallinn per manifestare contro gli stupri di massa compiuti dall’esercito di Putin nei confronti delle donne ucraine – Immagine dal profilo Крим_ SOS (Crimea SOS) – Associazione No-profit ucraina

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