martedì, Marzo 19, 2024

Italia, Politica

I nostri 11 Settembre

Una lunga scia di sangue

di Simona Maria Frigerio

Nel nostro Paese si sono succeduti fatti dei quali sappiamo tutto e niente.

Di molti esiste una verità storica che travalica quella giudiziaria, di altri sono intervenute le prescrizioni a evitare ai colpevoli le condanne, per altri ancora sono stati i Paesi stranieri coinvolti o gli Enti pubblici e/o le aziende private a interferire (insieme ai nostri servizi segreti cosiddetti “deviati” e alla stessa politica) affinché i familiari delle vittime non sapessero mai la verità e, soprattutto, non si arrivasse ai mandanti.

Alcuni di questi fatti hanno coinvolto decine di persone e possono configurarsi come stragi, altri una o due – che si sono rivelate a tutti gli effetti vittime della ricerca di quella stessa verità. Non citeremo gli omicidi singoli commessi dalle mafie perché, altrimenti, l’elenco sarebbe troppo lungo.

Felice il Paese che non ha bisogno di eroi (Bertolt Brecht attraverso il suo Galileo).

Portella della Ginestra (Piana degli Albanesi, Città Metropolitana di Palermo), il 1° maggio 1947 l’eccidio causò 11 decessi e un numero imprecisato di feriti.

Vajont. Nonostante sia etichettato come disastro “naturale”, basta leggersi gli articoli di Tina Merlin per capire che fu una strage annunciata. La frana del monte Toc del 4 novembre 1960, che finì nella diga del Vajont, provocò 1917 vittime (di cui 1450 a Longarone, 109 a Codissago e Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 originarie di altri comuni).

Il caso Mattei riguarda l’attentato aereo avvenuto il 27 ottobre 1962, nella zona di Bescapè (nel pavese), nel quale perirono, oltre al fondatore e presidente dell’Eni (che disattese il proprio mandato di commissario liquidatore dell’Agip, decidendo di far giocare all’Italia un proprio ruolo nel panorama energetico internazionale), il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista statunitense William McHale.

La strage di Piazza Fontana, il 12 dicembre 1969, presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura, causò 17 morti e 88 feriti. Oltre alla morte indiretta di Giuseppe Pinelli.

La strage di Gioia Tauro fu causata dal deragliamento del Treno del Sole, Siracusa/ Torino, del 22 luglio 1970, che provocò la morte di 6 persone e il ferimento di altre 66.

Gli attentati avvenuti nella notte tra il 21 e il 22 ottobre 1972, lungo le linee ferroviarie che conducevano a Reggio Calabria, ostacolarono “il percorso degli undici treni straordinari che… Cgil, Cisl e Uil avevano programmato per portare manifestanti a Reggio per la Conferenza nazionale sul Mezzogiorno”. Si registrarono, per fortuna, solo danni e feriti.

La strage della Questura di Milano, il 17 maggio 1973, provocò 4 morti e 52 feriti.

La strage di piazza della Loggia a Brescia, compiuta il 28 maggio 1974, portò alla morte di 8 persone e al ferimento di altre 102.

Sul treno Italicus, nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974, nel tratto di San Benedetto Val di Sambro (nella provincia di Bologna), perirono 12 persone; 48 furono i feriti.

La cosiddetta strage di Ustica interessò un aereo civile della Compagnia Itavia, che fu abbattuto in volo, o esplose, il 27 giugno 1980, sul braccio di mare compreso tra le isole di Ponza e Ustica, causando la morte di tutte e 81 le persone a bordo.

La strage alla Stazione di Bologna, del 2 agosto 1980, causò 85 vittime e oltre 200 feriti.

La strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, su un tratto dell’autostrada A29, uccise il magistrato antimafia Giovanni Falcone e altre quattro persone, ferendone 23.

La strage di via D’Amelio a Palermo, di domenica 19 luglio 1992, causò la morte del magistrato Paolo Borsellino e dei suoi 5 agenti di scorta.

La strage di via dei Georgofili a Firenze, nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, provocò 5 morti e circa 40 feriti. Restano oscure le trame della cosiddetta trattativa Stato/Cosa Nostra.

La strage di via Palestro, il 27 luglio del 1993, causò 5 vittime e la distruzione del Padiglione d’arte Contemporanea di Milano.

La giornalista Ilaria Alpi e il cineoperatore Milan Hrovatin, furono assassinati a Mogadiscio il 20 marzo 1994, in circostanze mai chiarite.

Per strage del Cermis s’intende la scellerata azione di un aereo militare statunitense della United States Marine Corps che, il 3 febbraio 1998, volando a una quota inferiore al dovuto, in spregio ai regolamenti, tranciò il cavo della funivia nel pressi di Cavalese, facendo precipitare la cabina e provocando la morte di tutti e 20 i passeggeri. Qui ci sono i nomi e i cognomi dei top gun che, ovviamente, se la cavarono impunemente. Richard Ashby, il pilota, e il navigatore Joseph Schweizer.

Sembra un bollettino di guerra.

In copertina: Trang, Thailandia. La croce uncinata è ancora di moda. Foto di Simona Maria Frigerio (vietata la riproduzione).

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