sabato, Luglio 27, 2024

Salute

Femina Obscura

La scienza maschile e il mistero femminile

di Giorgio Scroffernecher

Rachel E. Gross, 33 anni, laurea a Berkeley in letteratura inglese e master in giornalismo scientifico, pluripremiata per suoi numerosi interventi di carattere scientifico sui più accreditati media americani, la notte del 8 luglio 2018 a Brooklyn manifestò una grave sofferenza e lì iniziò il suo calvario alla ricerca di una terapia inesistente. Malattia rara? Virus sconosciuto? Contaminazione da prodotti chimici sperimentali? No, un invalidante prurito vaginale cui nessun medico sembrava in grado di porvi rimedio, salvo tentare alla fine con successo con un prodotto vecchio come il cucco e piuttosto grossolano, l’acido borico. Eppure, si trattava di una vaginite batterica che, secondo le statistiche, una donna su tre ne rimane colpita almeno una volta nella vita.

Rachel, grazie a quel prurito pazzesco, ha scoperto che esiste un enorme divario di ricerche, quindi di conoscenze, tra il corpo maschile e quello femminile, utero compreso che sembra riscuotere un picco d’interesse della scienza solo quando contiene un bambino. Lo conferma in una dichiarazione un’altra donna, la direttrice del National Institute of Health, la dottoressa Janine Austin Clayton : «Le nostre conoscenze della biologia femminile sono di gran lunga inferiori a quelle della biologia maschile».

Facendo tesoro dell’esperienza, Rachel E. Gross ha scritto un libro che ha già ottenuto grande successo di vendite in USA, Spagna, Russia, Vietnam e sta per essere pubblicato anche in Italia. Il titolo è la miglior sintesi del suo contenuto e dell’esperienza della giornalista: “Vagina Obscura”; un’opera accuratamente documentata, molto informativa, piena di humour e corredata di illustrazioni colorate.

Pare incredibile, eppure la maggior parte della letteratura scientifica è fondata sullo studio dei corpi degli uomini. Non in Afghanistan, nel mondo occidentale. Tanto che negli States qualche anno fa il Movimento per la salute e la medicina della donna ha ottenuto un mandato federale che obbliga i ricercatori a inserire donne e minoranze nelle ricerche cliniche.
La disuguaglianza di investimento dedicato allo studio anatomico dei due generi, secondo la ricerca della giornalista americana, è dovuta a concreto sessismo esistente da sempre nel mondo della scienza e della ricerca. Infatti, secondo Rachel «La marginalizzazione dei corpi delle donne va di pari passo con la marginalizzazione delle donne nella scienza».

La scienza – che spesso viene esibita come il discrimine tra il bene e il male, tra il buio e la luce del mondo, come scudo di protezione da tutto ciò che non è “scientificamente provato” – basa la sua ricerca in medicina e farmacologia quasi unicamente sul corpo maschile considerando quello femminile una sua variante. «La donna come “variante” dell’uomo è un problema culturale che ha radici lontane – annota nel suo portale web la Fondazione Umberto Veronesi – nonostante il fatto che variazioni ormonali, peso, composizione corporea, acidità gastrica, siano tutti fattori diversi tra i due sessi e possono influenzare l’assorbimento, l’efficacia e la tossicità dei farmaci».

Anche sui vaccini la Fondazione Veronesi annota diversità significative: «Le donne hanno reazioni immunitarie innate e acquisite più forti rispetto agli uomini. Ma manifestano effetti avversi con maggior frequenza: questo può essere associato alla possibile influenza di fattori biologici, ormonali e genetici non ancora completamente definiti e, ancora una volta, ai risultati ottenuti da studi clinici effettuati su una maggioranza di uomini».

Basare la ricerca e la sperimentazione, come succede, come se il genere umano fosse solo quello maschile è un errore di metodo gravissimo, come riferisce un documento specifico del CNR, «che comporta una riduzione conoscitiva, dell’applicabilità concreta e dell’impatto individuale e sociale dei risultati scientifici conseguiti, con una grave lesione del diritto alla salute, indipendentemente dal genere, così come costituzionalmente garantito».

Fa piacere constatare che, questa volta, noi italiani non siamo proprio gli ultimi della classe, almeno nelle intenzioni. Infatti, l’Italia è stato il primo paese europeo a disciplinare la materia, con l’art. 3 della legge n.3 del 2018 (Governo Gentiloni, ministra della salute Beatrice Lorenzin) che, tra il resto, prevede l’istituzione presso l’Istituto Superiore di Sanità di un Osservatorio per la Medicina di Genere.

Pensare che nel 2023 nella parte più arretrata del mondo le donne subiscano ancora mutilazioni genitali, mentre in quella più evoluta non siano di fatto riconosciute come genere dalla scienza, mette tristezza e mostra quanto sia urgente illuminare tanta oscurità.

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Versione in lingua bulgara pubblicato dal nostro partner ufficiale CafeArte: https://cafearte.bg/rachel-gross-vagina-obscura/

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Sabato, 21 gennaio 2023 – n° 3/2023

In copertina: immagine grafica di 0fjd125gk87/Pixabay

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