giovedì, Maggio 02, 2024

Ambiente

ETS_Sistema per lo scambio delle quote di emissione di carbonio dell’UE

Preoccupato il settore mercantile marittimo

Redazione di TheBlackCoffee

Per quanto riguarda l’emission trading system, ovvero il sistema per lo scambio di quote di emissioni nell’Unione europea destinato a entrare in vigore a gennaio 2024, continuano le proteste del comparto marittimo mercantile per intervenire e correggere quelle che potrebbero diventare distorsioni della concorrenza fra paesi limitrofi.

Guido Grimaldi, presidente dell’associazione Alis e vertice di Grimaldi Group sostiene che “Questa tassa (Ets) rischia di creare concorrenza sleale e situazioni molto complicate; per il nostro gruppo vale diverse centinaia di milioni di euro, ricordando inoltre che, rispetto alle navi portacontainer straniere noi sulle linee intra-europee saremo tassati al 100%”. E’calcolato che l’Ets può valere da 5 fino a 15 milioni di Euro a nave (dipende dalle emissioni prodotte) ed è un aggravio che un armatore non può sostenere, per cui purtroppo dovranno poi i consumatori finali e i passeggeri pagare una parte di questa tassa.Ci sono linee – ha aggiunto l’imprenditore partenopeo – che partono dall’Europa verso la Gran Bretagna o dall’Europa verso la Turchia navigando mari che di fatto toccano le sponde europee e lì la tassa agirà solo sul 50%, quindi si crea anche un’alterazione della concorrenza nei confronti di quei Paesi che lavorano con l’Europa ma le merci figurano come extra-Ue. Per Grimaldi l’errore molto grande è pensare di ridurre le emissioni globali con una tassa che agisce solo a livello regionale. L’Europa rischia di essere autolesionista. Andrà a impattare su cittadini e sulle imprese europee”.

Il 14 luglio 2021, la Commissione europea ha adottato una serie di proposte legislative che definiscono come si intende raggiungere la neutralità climatica nell’UE entro il 2050, compreso l’obiettivo intermedio di una riduzione netta di almeno il 55% di emissioni dei gas serra entro il 2030.

Il pacchetto propone di rivedere diversi atti legislativi dell’UE sul clima, tra cui l’ETS dell’UE, il regolamento sulla condivisione degli sforzi, la legislazione sui trasporti e sull’uso del territorio, definendo in termini reali le modalità con cui la Commissione intende raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE nell’ambito del Green Deal europeo.

Sebbene l’Unione europea sia il terzo produttore al mondo di anidride carbonica, l’UE ha un obiettivo ambizioso per prevenire i cambiamenti climatici: ridurre in modo sostanziale le proprie emissioni entro il 2030 e raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050.

Lanciato nel 2005 come parte del “Pacchetto Fit for 55”, il sistema di scambio delle emissioni ETS (dall’inglese Emission Trading System) è uno degli strumenti messi a punto dall’Unione Europea per raggiungere questo obiettivo, rivolto in modo specifico alle industrie.

Il sistema di scambio delle emissioni, noto anche come al principio del “chi inquina paga”, obbliga più di 11.000 centrali elettriche e fabbriche a richiedere un permesso per ogni tonnellata di CO2 che emettono. Questo è un chiaro incentivo a inquinare meno: meno si inquina, infatti, meno si paga. Le industrie devono comprare queste quote attraverso aste e il prezzo segue le regole della domanda e dell’offerta. Alcune quote sono state fornite gratuitamente, per evitare che -in alcuni settori a rischio- le industrie si trasferissero in regioni con meno restrizioni ambientali.

A seguito della crisi finanziaria del 2008, i permessi erano molto poco costosi poiché la domanda era scesa ma l’offerta rimaneva invariata.

Avere un grande surplus e prezzi bassi scoraggia le aziende dall’investire in tecnologie verdi, ostacolando così l’efficienza del sistema nella lotta ai cambiamenti climatici. Per ovviare a questo problema, nel 2015 l’UE ha creato la riserva stabilizzatrice del mercato MSR – Market Stability Reserve – per allineare meglio l’offerta e la domanda di quote collocando il 24% di tutte le quote ETS in una riserva, dalla quale possono essere sbloccate in caso di carenza.

Nel marzo 2023, l’MSR è stato esteso fino al 2030, con la finalità di proteggere l’UE dal calo dei prezzi della CO2, dovuto a shock esterni come il Covid-19. Prezzi più bassi della CO2 significherebbero inferiori incentivi per l’industria a ridurre i gas serra.

L’UE sta lavorando a un aggiornamento del sistema per allineare il sistema di scambio delle emissioni agli obiettivi di riduzione delle emissioni più elevati del Green Deal europeo. Nel dicembre 2022, l’UE ha concordato un aggiornamento che punta a una riduzione del 62% delle emissioni industriali entro il 2030.

Rispetto alla proposta originaria della Commissione, gli eurodeputati chiedevano obiettivi più ambiziosi.

I cambiamenti dopo l’accordo tra il Parlamento e i governi dell’UE includono:
• Ridurre ulteriormente il numero di quote annuali disponibili fino al 2030 per ridurre le emissioni del 62% entro il 2030, 1 punto percentuale in più rispetto alla proposta della Commissione (61%).
• Aumento dei finanziamenti per le tecnologie innovative e per l’ammodernamento del sistema energetico attraverso un Fondo per l’innovazione e un Fondo per la modernizzazione. Una quota delle entrate derivanti dal nuovo sistema di scambio sarà destinata al Fondo sociale per il clima, che mira a sostenere le famiglie e le imprese colpite dalla povertà energetica.
• L’eliminazione graduale delle quote gratuite per l’industria entro il 2034, mentre il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera dell’UE sarà simultaneamente introdotto e pienamente operativo entro il 2034. Il meccanismo applicherebbe un prezzo del carbonio alle merci importate da paesi meno ambiziosi e impedirebbe alle aziende di spostare la produzione verso un paese con norme meno rigorose sulle emissioni di gas a effetto serra.
• Estensione del regime al trasporto marittimo,
• L’inclusione delle emissioni degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani dal 2024.
• La creazione di un sistema di scambio di quote di emissione (ETS II) separato per gli edifici commerciali e il trasporto su strada a partire dal 2027. Il trasporto privato e gli edifici residenziali verrebbero aggiunti solo a partire dal 2029 e richiederebbero una nuova proposta della Commissione. Tutti i proventi del sistema di scambio di quote di emissione dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per attività legate al clima.

Nell’aprile 2023, il Parlamento ha approvato la riforma dell’ETS e, in seguito, è stata ratificata anche dal Consiglio. La direttiva è entrata in vigore nel maggio 2023.

Ci sono altre misure che rendono effettivo l’impegno dell’Unione europea nel rispettare l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, il taglio delle emissioni in tutti i settori economici:

Fonte: https://www.europarl.europa.eu

Sabato, 23 settembre 2023 – n°38/2023

In copertina: immagine da Piqsels

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