giovedì, Maggio 02, 2024

Ambiente, Lifestyle, Società

Divagando tra sogni e ghiacciai

Da Radio Lussemburgo a Donald Trump

di Giorgio Scroffernecher

Siamo in agosto. Accettando che la calura mi rende più ‘slow’, divago verso il punto.
Sono stato ragazzo in quegli anni in cui sembrava che il presente non c’entrasse nulla col passato e, soprattutto, il futuro sarebbe stato tutto un altro mondo.
Mio padre buon musicista per diletto, detestava la musica che io ascoltavo, anzi, diceva che non era musica.


Vivendo in una piccola città quasi montana, alla sera tarda quando tutti erano accasati – i più fortunati a guardare una TV tonda e in bianco e nero – con gli amici più stretti e con l’unico patentato della compagnia e la sua R4 bordeaux che di giorno usava per consegnare il pane, andavamo giù oltre l’inizio valle dove c’era la campagna e cominciavano le risaie. Lì, nel buio, accostavamo: spento il motore accendevamo una radio portatile che, senza ostacoli montani per le onde corte, ascoltavamo in silenzio… Radio Lussemburgo che trasmetteva per tutta la notte musica internazionale accompagnata da speakers in lingua inglese tanto fascinosi quanto incomprensibili per noi nelle parole, potentissimi nell’evocazione emotiva.
Musica vera che ci faceva sentire nel nuovo mondo dove c’era posto anche per noi.

L’unico patentato con R4 bordeaux era Danilo, grazie ai suoi 18 anni già compiuti. Con lui, al ritorno, sotto casa, passavo le notti a parlare, sognare e guardare le stelle immaginando le distanze da noi, ipotizzando se quegli astri così brillanti fossero appena nati oppure già morti da tempo… il mistero di una realtà con un differimento temporale di anni luce.

Danilo sciava molto bene, io ho imparato da lui, ma un po’ tardi, quindi, lo vedevo come un dio sulla neve, d’inverno e d’estate. Sì, dalle mie parti si sciava anche d’estate. Qualche decina di chilometri da casa, una funivia ad Alagna e si raggiungeva il ghiacciaio Indren, sul Monte Rosa. Fai conto, una placca di ghiaccio eterno, si diceva, estesa tra i 3.000 e i 4.000 metri di altitudine che ti faceva godere l’inverno anche il 15 d’agosto. Una meraviglia. Spesso sciavi osservando giù verso valle lo spettacolo del mare di nuvole.

La musica del passato non aveva futuro, ma il ghiacciaio Indren non aveva passato o futuro, era un ghiacciaio, e, come il silenzio, nessuno lo può mettere in discussione.

Pochi giorni fa Danilo mi ha chiamato al telefono, come succede anche se ora viviamo un po’ lontani ma siamo amici vicini, e mi ha raccontato della sua gita in montagna del giorno precedente. Sgomento, mi ha detto che per raggiungere la Capanna Gnifetti (Monte Rosa 3.647 m s.l.m.) e poi ritornare, aveva attraversato due volte una vasta pietraia, aspra, scura, con fenditure profonde anche 30 metri, che stava lì invece del ghiacciaio di Indren… scomparso, come mai esistito. Mi ha raccontato anche che – forse proprio per quello sgomento – su una di quelle pietre ruvide è pure inciampato, procurandosi ferite al corpo e al volto.

Il mattino successivo, con quel pensiero triste, ho visto un video ripreso in Alaska, ad Anchorage dove si era tenuto un evento dei Repubblicani per le loro primarie, verso le ancora lontane prossime elezioni presidenziali americane. Il video mostrava Donald Trump che col suo faccione roteante e sprezzante incorniciava queste parole «L’altro giorno qualcuno ha detto che gli oceani si alzeranno di tre millimetri nel corso dei prossimi 300 anni. Abbiamo problemi più gravi di questo. Avremo un po’ più di case sulla spiaggia: non è la cosa peggiore del mondo». Intorno a lui sorrisi, risate, applausi. Poi, in questo clima ha annunciato al folto pubblico che sì, vorrebbe ricandidarsi alle elezioni presidenziali del 2024 per «reclamare la nostra magnifica Casa Bianca» dopo «essere stato privato della vittoria nelle elezioni del 2020 solo grazie alle frodi elettorali».

Non so perché, ma sono andato subito a cercare in rete Radio Lussemburgo, ma, come il ghiacciaio Indren, non esiste più. Un vero peccato!

https://it.wikipedia.org/wiki/Radio_Luxembourg

Sabato, 6 agosto 2022 – n° 32/2022

In copertina: grafica di Cristian Ferronato/Pixabay

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