La rivoluzionaria pittura del Maestro esposta a Palazzo Barberini
di Laura Sestini
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, dal nome del borgo milanese di provenienza, nasce nel 1571 e termina precocemente la sua vita nel 1610, a soli 39 anni.
Nonostante la sua rocambolesca e breve esistenza, il Caravaggio lascerà un eccezionale numero di dipinti, sponsorizzati da mecenati e personaggi potenti dell’epoca, gli stessi Barberini che nel loro omonimo palazzo a Roma ospitano la mostra, i cui per la prima volta Italia, in parte, sono visibili insieme, provenienti da importanti collezioni a livello internazionale, per un progetto tra i ambiziosi e di rilievo dedicati a Michelangelo Merisi.
Tra questi sono visibili al pubblico il Ritratto di Maffeo Barberini, recentemente presentato al pubblico a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta, ora per la prima volta affiancato ad altri dipinti del Merisi, e l’Ecce Homo, attualmente esposto al Museo del Prado di Madrid, rientrato in Italia per la prima volta dopo secoli, accanto ad altri prestiti eccezionali come la Santa Caterina del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, capolavoro già nelle collezioni Barberini che tornerà nel Palazzo che la ospitava, e Marta e Maddalena del Detroit Institute of Arts, per il quale l’artista ha usato la stessa modella della Giuditta conservata a Palazzo Barberini, esposti per la prima volta tutti uno accanto all’altro.
Intesa San Paolo, principale sponsor dell’esposizione ha concesso l’importante prestito del Martirio di sant’Orsola, ultimo dipinto del Merisi, realizzato poco prima della sua morte.

Crediti: Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Luciano Pedicini, Napoli
Merisi apprende il mestiere nella bottega di Simone Peterzano a Caravaggio, dove impara la pratica del dipingere dal vero e una particolare attenzione agli effetti della luce, che ultilizzerà in forti chiaroscuri per mettere in evidenza, per puntare il focus sui personaggi ritratti nei sui ipnotizzanti dipinti, spesso di grandi dimensioni che sprigionano grande forza evocativa, come bloccati in un fermo immagine, tra questi la Cattura di Cristo (1603) proveniente dalla National Gallery of Ireland di Dublino, che danno la sensazione che debbano riprendere l’azione da un momento all’altro. I dipinti caravaggeschi sono immobili, non potrebbe essere altrimenti, ma al contempo sono vivi, pieni di espressioni e sentimento da percepire insieme alle loro sfumature di colore.
Riguardo agli stili e le tecniche pittoriche dell’epoca, Caravaggio introdurrà, contro ogni regola accademica del suo tempo, lo studio e le luci violente che “squarciano” le tenebre, come metafora della grazia divina; difatti le sue opere, indipendentemente dal soggetto ritratto, emanano forte le umane emozioni, ma anche compostezza, silenzio, religiosità. Un attimo, irripetibile, come si potrà fermare con la tecnica fotografica che arriverà oltre dopo due secoli.
A ventuno anni Michelangelo Merisi è ìa Roma, allora già una città internazionale, e lavora nella bottega di Giuseppe Cerasi, detto il Cavalier d’Arpino. Nelle sue opere, Caravaggio, cerca di trasmettere un messaggio
morale, che sia il tradimento di Cristo da parte di Giuda, o la ludopatia e l’inganno nei Bari.
Il pittore si guadagnerà la stima di grandi mecenate, ma la sua natura “irrequieta” lo porterà a fuggire più volte dal luogo dove si trovava, Roma, Napoli, l’isola di Malta ed avere conti da pagare con la legge.
Viceversa la sua pittura è unica e, nonostante anche riporti scene violente, queste restituiscono pacatezza, dettagli minuti che richiedono mano ferma e grande concentrazione.
L’esposizione di Palazzo Barberini è imperdibile. La visita lascerà impagabile bellezza pittorica negli occhi dei visitatori e molti dettagli sulla vita di Michelangelo Merisi. Anche del rammarico per la tragica e sua precoce scomparsa, di cui rimane ancora irrisolto il mistero.
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CARAVAGGIO 2025
7 marzo – 6 luglio 2025
Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane 13, Roma
www.barberinicorsini.org
In concomitanza con le celebrazioni del Giubileo 2025, le Gallerie Nazionali di Arte Antica, in collaborazione con Galleria Borghese, con il supporto della Direzione Generale Musei, Ministero della Cultura e col sostegno del Main Partner Intesa Sanpaolo.
a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi, Thomas Clement Salomon
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Sabato, 19 aprile 2025 – Anno V – n°16/2025
In copertina: Michelangelo Merisi (Caravaggio) “Giuditta e Oloferne” (1598-1602) olio su tela; 145×195 cm. Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini, Roma. Crediti: Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MiC) – Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell’arte/Enrico Fontolan