martedì, Ottobre 08, 2024

Arte

Anish Kapoor

Untrue Unreal

di Laura Sestini

Ancora fino al 4 febbraio è in corso a Palazzo Strozzi di Firenze l’esposizione monografica di arte contemporanea dell’artista di origine indiana, Anish Kapoor.

Ciò che subito colpisce delle opere esposte sono i colori forti, alcuni dai tratti e percezioni psichedelice, anche quando si tratta dei non colori bianco e nero.

Il titolo induce già a comprendere meglio cosa Kapoor – artista di nazionalità britannica e di fama internazionale – voglia trasmettere ai suoi spettatori. Untrue/unreal – irreale/falso – è qualcosa che conduce a mondi diversi, che appaiono superficialmente, ma non sono veri, tangibili.

Se dovessimo descrivere con un solo aggettivo l’intero percorso espositivo attraverso le stanze del Piano nobile del quattrocentesco Palazzo Strozzi, potremmo utilizzare “abbagliante”, senza timore di esagerare. Ciò è dovuto non solo ai colori a cui si è già accennato, ma anche ai metodi di “distorsione visiva” della realtà che Kapoor usa nelle sue sculture. In alcuni casi totalmente estranianti dal contesto.

Vertigo (2006)
Foto: ©ElaBialkowskaOKNOstudio

All’entrata del percorso troviamo Svayambhu – un’opera gigantesca, del 2007, composta da cera e vernice a base di olio. Sbayambhu, in Sanscrito, definisce ciò che si genera autonomamente, che “è sorto da sé”. L’opera viene indicata come non essere stata “plasmata” dall’artista, esentata dalla sua mano, sostituita da un motore invisibile che la muove. Su questo concetto abbiamo riflettuto molto e vantiamo qualche dubbio, ma senz’altro la scultura/installazione, sia per colore, che per grandezza, che per materiali, è di grande impatto.

Un cartello in bella vista, all’inizio del persorso artistico, vieta di toccare le opere – sempre dovuto ovunque – ma alcune di quelle presenti attrarrebbero non poco l’uso del tatto.

La maggioranza delle opere esposte risalgono al passato della collezione di Kapoor, ma nel cortile di Palazzo Strozzi occupa grande spazio Void Pavillion VII, una realizzazione del 2023, appositamente pensata per la struttura e l’architettura dell’edificio stesso.

Specchi deformanti, illusioni ottiche, paesaggi immaginari e molto colore compongono l’esposizione. Un percorso che obbliga l’interattività dello spettatore, che può girare intorno alle opere, per scoprire, anche casualmente, la terza dimensione che a Kapoor è piaciuto nascondere in più casi; o immergersi e confondersi con l’opera stessa che, almeno in un caso sembra volersi fondere con lo spettatore stesso, trasformando tutta la visione anche in uno spazio ludico.

Sabato, 30 dicembre 2023 – n°52/2023

In copertina: Svayambhu (2007)- Foto: ©ElaBialkowskaOKNOstudio

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