martedì, Marzo 19, 2024

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Turchia: pratiche per annientare gli oppositori

Intervista alla Parlamentare HDP – Partito Democratico del Popolo – Gülistan Kılıç Koçyiğit

di Laura Sestini (testo bilingue in lingua italiana e turca)

A seguito del presunto colpo di stato del 2016, le istituzioni governative turche al potere hanno messo in atto una enorme purga a carico di militari, intellettuali, giornalisti, avvocati, artisti, deputati di partiti di opposizione, femministe e differenti attivisti della società civile. Tutti accusati con la medesima imputazione di appartenenza ad organizzazione terroristica, che fosse questa il Movimento gulenista, il PKK, associazioni femminili o partiti politici regolarmente istituiti, associazioni di avvocati.

La strategia è a lungo termine, con passi mirati verso una politica autoritaria, con frange di deriva religiosa. Tra i partiti politici di opposizione a Erdogan, il più attivo è l’HDP, il partito pro curdo, che raccoglie anche le altre minoranze etniche presenti nel Paese anatolico. In quattro anni sono stati incarcerati numerosi esponenti di questo movimento politico, iniziando proprio dai due co-presidenti – Selahattin Demirtaş e Figen Yüksekdağ. Negli ultimi mesi la pressione governativa turca AKP – il partito del Presidente Erdoğan – sull’ HDP si sempre fatta più stringente, tantoché ne è stata espressamente presentata la chiusura definitiva alla Corte Costituzionale.

Per capire meglio cosa sta succedendo politicamente in Turchia, abbiamo posto delle domande alla deputata HDP Gülistan Kılıç Koçyiğit – anche portavoce della Commissione diplomatica delle donne.

Un’ondata antidemocratica ha investito la società civile e politica turca dopo il tentativo di colpo di stato del 2016. Le carceri sono stipate, mentre i processi procedono lentamente o non sono del tutto istituiti. Qual è lo scopo di tutto questo meccanismo?

Gülistan Kılıç Koçyiğit: – “Nel 2016 il tentato colpo di stato in Turchia – politico e sociale – è visto come uno dei principali punti di svolta che interessano la vita economica. Il tentativo di colpo di stato è stato soppresso, ma l’AKP ha visto questo tentativo di colpo di stato come “una benedizione di Dio”. Con la dichiarazione dello stato di emergenza (OHAL) del 20 luglio 2016 è stato avviato un processo di colpo di stato civile. È iniziata la caccia alle streghe contro tutti i gruppi che si oppongono allo stato di emergenza dichiarato dal Governo. Molte organizzazioni di opposizione, dai sindacati alle associazioni, dagli organi di stampa alle televisioni, dalle organizzazioni delle donne alle organizzazioni umanitarie, sono state chiuse con decreti in seguito allo stato di emergenza. Centinaia di migliaia di persone sono state licenziate dal settore pubblico e lasciate disoccupate a causa dei Decreti Legge (Decreti Legge) dichiarati dopo lo stato di emergenza. Questo processo è stato chiamato dall’opinione pubblica “morte civile”. Tayyip Erdoğan ha utilizzato questo processo come leva per consolidare e perpetuare il suo potere; con il titolo di “Vittima di colpo di stato”, ha ottenuto il sostegno di un segmento della società e ha avviato un programma multiforme per liquidare le verità opposte. Posso affermare che questo processo ancora oggi viene attuato dall’AKP. Per la vita politica più democratica in Turchia – al centro della quale rientra il nostro partito ribelle e combattivo per la pace – è iniziato il processo di ‘genocidio’ in modo sistematico, totale e consapevole. I nostri co-presidenti, deputati e sindaci sono stati incarcerati e degli amministratori pubblici sono stati nominati per i Comuni conquistati con il voto, tradendo la volontà del popolo. Soprattutto in Kurdistan, i diritti fondamentali del popolo (come il diritto di voto e di essere eletti) sono stati ignorati. Le istituzioni femminili affiliate ai nostri Comuni e molte delle nostre pratiche sociali sono state abolite. Tutto questo è stato inscenato per stabilire un “nuovo regime”. Possiamo dire che non solo l’HDP ma tutti i gruppi politici di opposizione hanno avuto la loro fetta da questo processo decisionale governativo. Per esempio, figure dell’opposizione di diversi gruppi come Osman Kavala, Ahmet Altan, Selçuk Kozağaçlı sono state ingiustamente arrestate. La situazione è diventata così disastrosa che anche coloro che condividevano idee attraverso i social media sono stati messi in prigione. Purtroppo questo processo è ancora vigente.”

2016 darbe girişimi Türkiye’deki siyasal, sosyal, ekonomik hayatı etkileyen önemli dönüm noktalarından biri olarak da görülebilir. Darbe girişimi bastırıldı ama AKP bu darbe girişimini “Allah’ın bir lütfu” olarak görüp; 20 Temmuz 2016 yılındaki Olağanüstü hâl (OHAL) ilanı ile sivil bir darbe sürecini başlattı. 20 Temmuz’da ilan edilen OHAL ile muhalif olan bütün kesimlere karşı bir cadı avı başladı. Sendikalardan derneklere, basın yayın kuruluşlarından televizyonlara, kadın kurumlarından, yardım kuruluşlarına kadar birçok muhalif kurum OHAL kararnameleri ile kapatıldı. OHAL sonrasında ilan edilen Kanun Hükmünde Kararnameler (KHK) ile yüzbinlerce insan kamudan ihraç edildi ve işsiz bırakıldı. Bu süreç kamu oyunda “sivil ölüm” olarak adlandırıldı. Bu süreci Tayyip Erdoğan, kendi iktidarını sağlamlaştırmak ve kalıcılaştırmak için bir kaldıraç olarak kullandı. ”Darbe Mağduru” sıfatı ile toplumun bir kesiminin desteğini arkasına alırken muhalif olan kesinleri tasfiye etmek için de çok yönlü bir programı devreye koydu. Bu sürecin AKP tarafından bugünde devam ettirildiğini belirtmeliyim. Türkiye’deki siyasal hayatın en demokratik, en direnişçi ve mücadeleci odağı olan partimiz HDP’ye yönelik sistematik, kapsamlı ve bilinçli bir siyasi soykırım süreci başladı. Eş genel başkanlarımız, milletvekili arkadaşlarımız ve belediye eşbaşkanlarımız cezaevlerine konuldu, halkın iradesi olan kazanılmış belediyelere kayyumlar atandı. Özellikle Kürdistan da halkın en temel hakları (seçme, seçilme hakkı gibi) yok sayıldı. Belediyelerimize bağlı kadın kurumları ve birçok toplumcu pratiğimiz ortadan kaldırıldı. Bütün bunlar “yeni bir rejim” kurmak için yapıldı. Bu kıyıcı süreçten sadece HDP değil bütün muhalif kesimler payına düşeni aldı diyebiliriz. Örneğin; Osman Kavala, Ahmet Altan, Selçuk Kozağaçlı gibi farklı kesimlerden muhalif isimler haksızca tutuklandılar. Durum o kadar vahim bir hal aldı ki sosyal medya aracılığı ile fikir paylaşımı yapanlar dahi cezaevlerine konuldu. Bu süreç ne yazık ki hali hazırda da devam ediyor.”

Il partito HDP è particolarmente preso di mira. Il primo arresto importante è avvenuto nel 2016 contro il copresident Selahattin Demirtaş – tuttora detenuto, nonostante gli ammonimenti della CEDU – Corte europea dei diritti dell’uomo – che ne richiede immediatamente il rilascio.

G.K.K.: – “Sì, il nostro movimento politico era sicuramente destinato ad essere presodi mira. Il 7 giugno 2015, il nostro partito ha impedito all’AKP di governare da solo, ottenendo il 13,7% dei voti. In quel periodo, era in corso un dibattito politico per la soluzione della questione curda attraverso mezzi democratici. Con l’atmosfera positiva creata da questa mediazione politica, il nostro partito ha ottenuto un enorme sostegno sociale, e con le elezioni del 7 giugno 2015 siamo entrati in Parlamento con 80 deputati. Fu un enorme successo. Nel gruppo di questi 80 deputati c’erano rappresentanti di diverse etnie, differenti credenze e eterogenei segmenti sociali. I circuiti politici più profondi dell’AKP e dello Stato furono turbati da questa combinazione poiché consideravano le nuove identità sociali che avevano ignorato e soppresso per anni come “rischiose” per la propria sopravvivenza: avere presenti nell’assemblea parlamentare questi nuovi deputati a rappresentanza di minoranze che avevano diritto di portare le loro istanze, era un grosso rischio per l’AKP. L’ingresso in parlamento di Curdi, Aleviti, Yazidi, Armeni e Assiri ha sconvolto l’ideologia e la pratica politica ufficiale. E l’HDP con la percentuale di voti ottenuti ha fatto saltare il metodo pregresso. Per questo motivo, l’HDP doveva essere liquidato politicamente e “le pietre dovevano essere rimesse al loro posto”, metodo con cui l’AKP tentava di ripristinare il vecchio ordine. Per questo motivo sono state ignorate le elezioni del 7 giugno 2015 e il 1° novembre 2015 siamo andati di nuovo a un’opprimente elezione straordinaria. In queste elezioni, non potevano lasciarci sotto la soglia, ma l’AKP era intenzionato ad arrivare al potere – da solo – come desiderava. Con il tentativo di colpo di stato nel 2016, i quadri politici dell’HDP – che erano il più grande ostacolo al governo dell’AKP – hanno iniziato ad essere liquidati dalla magistratura. Poiché, sia Selahattin Demirtaş che Figen Yüksekdağ erano stati i motori del successo delle elezioni del 7 giugno, l’AKP ha intrapreso una grande guerra di vendetta contro il nostro partito e i nostri rappresentanti, eletti con lo slogan “Non ti faremo presidente”. Per questo motivo, la data del 4 novembre 2016 è stata per noi un duro colpo politico da parte di Akp. Quel giorno, infatti, i nostri copresidenti e alcuni parlamentari sono stati arrestati con operazioni simultanee e da allora continuano a essere detenuti nelle carceri come ostaggi politici, ingiustamente e illegalmente. La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha sancito più di una violazione su queste detenzioni. Anche la decisione finale sul caso del signor Demirtas – tenuto in prigione – e il suo processo giudiziario in Turchia, è considerato provocatorio e politicizzato. Nonostante la Turchia sia firmataria della Convenzione sui diritti umani, non mette in atto le decisioni della Cedu. E sebbene questa illegalità venga perpetuata dal governo dell’AKP e il diritto internazionale venga ignorato, la Commissione europea e il Parlamento europeo fanno i necessari avvertimenti alla Turchia, ma poi si astengono dall’adempiere alla propria responsabilità di far rispettare la decisione.”

“Evet, partimiz özel olarak hedef haline getirilmek istendi. Partimiz 7 Haziran 2015’de %13,7 oy oranı ile AKP’nin tek başına iktidar olmasını engellemişti. O dönemler Kürt Sorununun demokratik yollardan çözümü için bir süreç yürütülüyordu. Bu sürecin yarattığı olumlu hava ile beraber partimiz muazzam bir toplumsal desteğe ulaşmıştı.7 Haziran 2015 seçimlerinde 80 milletvekili ile parlamentoya girmiştik ve bu muazzam bir başarıydı. Bu 80 milletvekilinin arasında farklı halklardan, farklı inançlardan, farklı toplumsal kesimlerden temsilciler vardı. AKP ve devletin derin odakları bu birleşimden rahatsız oluyordu. Yıllarca yok saydığı ve bastırdığı kimliklerin kendileri olarak mecliste bulunmaları ve kendi sözlerini kurmalarını kendi bekaları için “riskli” olarak görüyordu. Kürtler,Aleviler, Ezidiler, Ermeniler, Süryanilerin parlamentoya girmesi resmî ideolojiyi ve pratiği alt üst etmişti. Ve bunu HDP başarmıştı. Bu nedenle HDP’nin siyaseten tasfiye edilmesi ve “taşların yeniden yerine oturtulması” gerekiyordu. AKP yeniden eski düzeni sağlamalıydı. Bunun için 7 Haziran 2015 seçimlerini yok saydı ve 1 Kasım 2015’ tarihinde yeniden, baskıcı bir olağanüstü seçime gittik. Bu seçimde bizi baraj altı bırakamadılar ama AKP istediği gibi tek başına iktidar olabildi. 2016 yılında da darbe girişimi ile beraber AKP iktidarının önündeki en büyük engel olan HDP ve HDP’nin siyasi kadroları yargı eliyle tasfiye edilmeye başlandı. Hem Selahattin Demirtaş’ın hem Figen Yüksekdağ’ın 7 Haziran seçimdeki başarının sürükleyicileri olmaları; hem de ‘seni başkan yaptırmayacağız’ mottosu nedeniyle, AKP partimize ve seçilmiş temsilcilerimize karşı büyük bir intikam savaşını başlattı. Bu nedenle 4 Kasım 2016 tarihi bizim için AKP eliyle yapılmış “siyasi bir darbedir. Çünkü o gün eş zamanlı operasyonlarla Eş Genel başkanlarımız ve milletvekillerimiz gözaltına alındı ve tutuklandılar. 4 Kasım 2016 tarihinden beri de haksız ve hukuksuz bir biçimde siyasi birer rehine olarak cezaevlerinde tutulmaya devam ediyorlar. Avrupa İnsan Hakları Mahkemesi(AİHM)  bu tutukluluklar konusunda birden fazla ihlal kararı verdi.  Yine en son kararında da Sayın Demirtaş’ın cezaevinde tutulması ve Türkiye’deki yargısal sürecin siyasallaştığına dair önemli tespitlerde bulundular. Fakat Türkiye hala AİHS’ne taraf olmasına rağmen bu kararı uygulamıyor. Bu hukuksuzluk AKP hükümeti tarafından devam ettirilmesine ve uluslararası hukuk yok sayılmasına rağmen; Avrupa Komisyonu ve Avrupa Parlementosu Türkiye’ye gereken uyarıları yapmak ve kararı uygulatmak için üzerine düşen sorumluluğu yerine getirmekten uzak duruyorlar.”

Poi sono arrivati ​​gli arresti dei sindaci regolarmente eletti nel 2019, di cui la maggioranza è già stata destituita, e sostituiti da funzionari statali, mentre è attualmente la volta della revoca dell’immunità ai vostri parlamentari. Perché tanta furia nei confronti dell’HDP? Ha “rotto le uova nel paniere” al partito al governo AKP?

G.K.K.: – “Nelle elezioni dei governi locali tenutesi nel 2019, nonostante tutte le pressioni e le disuguaglianze elettorali, come HDP abbiamo ottenuto un grande successo e vinto in 65 comuni. C’erano anche tre comuni metropolitani tra questi. Questo traguardo è stato molto importante per noi. Quindi il nostro successo è stato nuovamente preso di mira dall’AKP.  E sono ricominciate le nomine di amministratori statali per i nostri Comuni, incarichi gestiti sotto varie forme. L’obiettivo non verteva solo a nominare funzionari statali alla gestione dei nostri Comuni: in queste amministrazioni locali i precedenti amministratori perpetravano una forte corruzione, prendendo in prestito in maniera irregolare, attraverso le casse comunali, ingenti somme di denaro pubblico. Il denaro dei cittadini è stato trasferito a una manciata di favoreggiatori e le risorse sono state saccheggiate. Spreco, sfarzo e corruzione sono stati prodotti in molti modi. Uno dei motivi dell’ennesima nomina dei fiduciari governativi è stato quello di coprire i rapporti di corruzione e concussione vissuti con il desiderio di continuare questo ordine. Ad esempio, il co-sindaco della municipalità metropolitana di Diyarbakır -Selçuk Mızraklı – ha messo in evidenza le azioni dell’ultimo fiduciario, appena dopo il suo primo giorno di insediamento. Mızraklı ha documentato come sono stati ricevuti i ‘regali’ con le risorse del Comune e come il denaro è stato speso per ambienti e bagni di lusso. Attraverso tutte queste informazioni e documenti, egli ha presentato una denuncia penale agli uffici della Procura e ha inviato una richiesta al Ministero dell’Interno perché venissero condotte indagini amministrative. Poiché alla fine di tutto questo percorso legale è stato ‘toccato’ l’AKP, i cui membri erano responsabili, sono state coperte tutte le illegalità nominando altri fiduciari per i nostri Comuni, al fine di prevenire le indagini su questa corruzione. Ora stanno tentando di chiudere il nostro Partito e ridurre la nostra rappresentanza. Sono arrabbiati con noi perché resistiamo coraggiosamente e combattiamo senza paura contro la loro corruzione e cattiva gestione amministrativa. La nostra presenza costringe l’AKP e Tayyip Erdoğan a stringere alleanze. Senza un’alleanza, lo rendiamo incapace di vincere le elezioni, quindi sta attuando un percorso per eliminarci dalla politica democratica e per stabilire un sistema in cui rimarrà al potere per tutta la vita. Questo è il motivo per cui è in corso un’ondata di attacchi multidirezionali contro l’HDP. Nell’esecuzione di questo processo, dovremmo anche esprimere che Tayyip Erdoğan nutre un odio personale per il nostro partito. Devo dire che il motto “Non ti faremo presidente” nelle elezioni del 7 giugno 2015 lo ha fatto arrabbiare molto.”

“2019 yılında yapılan yerel yönetim seçimlerinde, bütün baskılara ve seçimin eşitsizliklerine rağmen HDP olarak büyük bir başarı elde ettik ve 65 belediye kazandık. Bu belediyelerin içinde 3 de büyükşehir belediyesi vardı. Bu başarı bizim açımızdan çok önemliydi. Bütün baskılara rağmen elde ettiğimiz başarı AKP tarafından yeniden hedef alındı. Yeniden belediyelerimize kayyımlar atanmaya başlandı. Bu atamaları çok yönlü ele almak gerekiyor. Sadece mesele belediyelerimizin yönetimine devlet görevlilerin atanması değildi. Bu belediyelerde daha önceki kayyumların çok büyük yolsuzlukları vardı. Birçok belediye çok büyük miktarlarda usulsüz olarak borçlandırılmışlardı. Halkın parası bir avuç yandaşa aktarılmış kaynaklar talan edilmişti. İsraf, şatafat ve yolsuzluk çok yönlü olarak yapılmıştı. Kayyım atamalarının bir nedeni de bu düzeni devam ettirme isteği ile yaşanan yolsuzluğun, rüşvet ilişkilerinin üzerini örtmek amacı ile de yapıldı. Örneğin Diyarbakır Büyükşehir Belediyesi Eşbaşkanı Selçuk Mızraklı ilk gün kayyımın  icraatlarını gösterdi. Belediye’nin kaynakları ile nasıl hediyeler alındığını lüks makam odaları ve banyolar için nasıl harcama yapıldığını belgeledi. Bütün bu bilgi ve belgeler ile savcılıklara suç duyurusunda bulunup idari soruşturma içinde İçişleri Bakanlığına başvurular yapıldı. Bütün bunların ucu AKP’ye dokunduğu için ve sorumlusu AKP olduğu için bu yolsuzlukların soruşturmasını engellemek adına belediyelerimize kayyum atayarak hukuksuzlukların üstünü örttüler. Şimdi de partimizi kapatmak ve vekilliklerimizi düşürmek için girişimlerde bulunuyorlar. Bize kızgınlar çünkü onların yaptığı yolsuzlukların ve kötü yönetimin karşısında cesurca dikiliyor ve korkusuzca mücadele ediyoruz. Bizim varlığımız AKP’yi ve Tayyip Erdoğan’ı ittifaklara zorluyor. İttifaksız seçim kazanamaz bir hale getiriyor. Bizi demokratik siyasetten tasfiye ederek kendi yolunu açmak ve ömür boyu iktidarda kalacağı bir sistemi kurmak istiyor. Bu nedenle HDP’ye yönelik çok yönlü bir saldırı dalgası gerçekleştiriliyor. Bu sürecin yürütülmesinde, Tayyip Erdoğan’ın Partimize dönük kişisel kini olduğunu da ifade etmemiz gerekiyor. 2015 yılı 7 Haziran seçimlerindeki ‘seni başkan yaptırmayacağız’ mottosunun onu çok kızdırdığını ifade etmeliyim.”

La parlamentare HDP Gülistan Kılıç Koçyiğit

Infine, negli ultimi mesi, i rappresentanti dell’AKP hanno chiesto a gran voce la chiusura definitiva dell’HDP: la Turchia si avvia verso una dittatura o sono solo giochi di potere, per eliminare un formidabile avversario?

G.K.K: – “In effetti, la Turchia vuole imporre una dittatura che sta andando passo dopo passo verso Tayyip Erdogan e il suo regime personale. Ma vuole anche eliminare il suo “formidabile rivale” HDP, che è il principale ostacolo alla creazione di questo regime. In questo senso, possiamo esprimere che gli organi governativi mirino a entrambi, con la convinzione che eliminando l’HDP, riusciranno a stabilire questa dittatura più facilmente. La magistratura, i media, la burocrazia usano ogni strumento per eliminarci. Sappiamo tutti che il loro scopo principale è costruire un regime antidemocratico.”

“Aslında Türkiye bir diktatörlüğe doğru gidiyor ve Tayyip Erdoğan adım adım kendi tek adam rejimini yerleştirmek istiyor. Ama aynı zamanda bu tek adam rejimini kurmasının önündeki temel engel olan” zorlu rakibi” HDP’yi de saf dışı bırakmak istiyor. Yani o anlamıyla her ikisini de amaçladıklarını ifade edebiliriz. HDP’yi ortadan kaldırırlarsa bu diktatörlüğü daha rahat kuracaklarını düşünüyorlar. Bize saf dışı bırakmak için yargı, medya, bürokrasi her aracı kullanıyorlar. Temel amaçlarının anti demokratik bir rejim inşası olduğunu hepimiz biliyoruz.”

Sembra che non ci sia via d’uscita da questo meccanismo. Com’è possibile difendersi per i rappresentanti dell’HDP, per non finire in carcere con l’accusa di appartenenza a un’organizzazione terroristica?

G.K.K.: – “Francamente, non siamo senza speranza. Anche i nostri partiti predecessori, chiusi molto tempo prima del nostro Partito HDP, hanno lottato in condizioni molto difficili. Per noi non è mai stato possibile fare politica in “condizioni normali”. Il costo di difendere / voler difendere la democrazia, l’uguaglianza, la libertà e la pace è sempre stato devastante. I nostri amici e dissidenti hanno pagato questo prezzo, a volte con la vita, a volte con lunghi anni di prigionia, esiliati senza fine, e noi paghiamo ancora. Tuttavia, non abbiamo mai rinunciato alla nostra speranza e lottiamo per l’uguaglianza, la libertà, la pace e la democrazia. Non abbiamo fatto un passo indietro di fronte alle minacce, perché non facciamo politica per i nostri interessi personali. Combattiamo per i diritti dell’intera società, dei popoli, delle credenze, delle donne, dei bambini, del lavoro e della natura. Per questo motivo non è possibile difendersi personalmente in tribunale. Noi stiamo provando lo sviluppo di un sistema democratico in Turchia, anche per garantire l’uguaglianza curda e contrastare il processo illegale dell’AKP, e lo vogliamo risolvere con mezzi pacifici. Lo Stato e lo stesso governo, che criminalizzano ogni sentenza che pronunciamo su di loro, saranno il vero giudizio finale. Noi non commettiamo crimini. Ognuno di noi userà la propria ingiusta condanna per difendere i diritti del popolo curdo, yazida, alevita, armeno, donne, bambini e la natura. Questa sarà una causa storica e sociale. L’AKP vuole con insistenza personalizzare questo processo politico, ma lo stesso regime è il vero problema. È il risultato di approcci antidemocratici e l’obiettivo della dittatura dell’AKP, che vuole distruggere illegalmente i gruppi che si oppongono ad esso. Pertanto, questo procedimento interessa tutti coloro che vivono in Turchia. Se veniamo giudicati perché non c’è democrazia in quella Corte di Giustizia e i diritti costituzionali sono sospesi, ovviamente riveleremo chiaramente la nostra posizione politica contro questo andamento.”

“Açıkçası biz umutsuz değiliz. Çok uzun süredir Partimiz ve HDP’den önce kapatılan öncül partilerimiz de çok zor koşullarda mücadele ettiler. Bizler açısından hiçbir zaman “normal koşullarda” siyaset yapmak mümkün olmadı. Demokrasiyi, eşitliği, özgürlüğü ve barışı savunmanın/ istemenin bedelli hep çok ağır oldu. Bu bedeli arkadaşlarımız, muhalif kişiler bazen canlarıyla, bazen uzun yıllar süren hapislerle ve bitmeyen sürgünler ile ödediler ve hala da ödüyoruz. Buna rağmen; eşitlik, özgürlük, barış ve demokrasi umudumuzdan ve mücadelemizden hiçbir zaman vazgeçmedik. Baskılar karşısında geri adım atmadık. Çünkü bizler siyaseti kişisel çıkarlarımız için yapmıyoruz. Bütün toplumun, halkların, inançların, kadınların, çocukların, emeğin ve doğanın hakları için mücadele ediyoruz. Bu nedenle mahkemede kişisel olarak kendimizi savunmamız söz konusu olamaz. Bu yargılama bizim AKP’yi ve hukuksuz sistemi yargılanacağımız ve Türkiye’deki demokrasinin gelişmesi, eşitliğin sağlanması ve Kürt sorununun demokratik ve barışçıl yollarla çözülmesine ilişkin olacaktır. Onun için kurduğumuz her cümleyi kriminalize eden devletin ve hükümetin kendisi asıl yargılanan olacak. Bizim açımızdan ortada bir suç yoktur. Biz her birimiz; Kürt halkının, Ezidilerin, Alevilerin, Ermenilerin, kadınların, çocukların, doğanın haklarını savunmak için cümlelerimizi kuracağız. Bu tarihi ve toplumsal bir dava olacak. AKP bu süreci ısrarla kişiselleştirmek istiyorlar. Oysa bu bir rejim sorunu. Antidemokratik yaklaşımların ve kendine muhalif olan kesimleri hukuksuzca yok etmek isteyen AKP’nin diktatörlük amacının sonucu. Bu nedenle de bu dava süreci Türkiye’de yaşayan herkesi ilgilendirmektedir. Biz o mahkemede demokrasi olmadığı için, anayasal haklar askıda olduğu için yargılanıyorsak tabi ki bunun karşısında siyasi tavrımızı açıkça ortaya koyacağız.”

Può esprimere la sua opinione sull’attuale quadro politico, in generale, anche rispetto agli altri partiti in Turchia?

G.K.K.: – “Nella stessa Turchia, l’approccio corretto dell’equazione politica si fonda su più casi. In effetti, anche il Partito popolare repubblicano (CHP) si considera protettore dello Stato. Nei loro documenti di partito si descrivono socialdemocratici, ma di tanto in tanto sostengono l’AKP nella politica estera e sfortunatamente in alcuni punti critici, o non assumono atteggiamenti abbastanza chiari. Si astengono inoltre dall’adottare misure per risolvere il problema curdo con mezzi democratici e pacifici. Ci sono cinque partiti politici con gruppi in Parlamento. AKP e MHP sono in alleanza. Di fatto, MHP è un partner dominante. Ancora una volta, dobbiamo affermare che l’MHP ha una precisa responsabilità nell’atmosfera di tensione politica e della polarizzazione della società. C’è il GOOD PARTY (Iyi Parti), in alleanza con il CHP. Anche questo è un partito nazionalista, e Kemalista. Anche se differiscono dal Governo in materia economica, concordano con esso su temi di politica estera e per la soluzione del problema curdo. Lasciando irrisolta la questione curda, l’AKP sta cercando di mantenersi gli elettori nazionalisti per rimanere al potere. Tuttavia, anche la tattica elettorale dell’HDP nelle elezioni locali del 2019 ha sfatato questo piano dell’AKP. La coalizione di Erdoğan che ha sostenuto l’AKP, non è stata all’altezza della nostra strategia di votare per gli oppositori, voti che hanno permesso di far di perdere 11 municipalità metropolitane all’AKP. Per questo motivo, L’AKP ora usa tutte le sue energie per impedire che l’HDP e gli altri partiti di opposizione si avvicinino. Si può affermare che questo sia uno dei principali obiettivi del calendario degli eventi di chiusura contro il nostro partito. Come HDP, proponiamo che tutti i partiti di opposizione dovrebbero formare un’alleanza democratica, proteggendo i principi di base in un programma di democrazia minima. Sappiamo che non c’è altro modo nelle condizioni attuali. Pensiamo che questa sia la scelta più razionale. Ci esprimiamo che ci sforziamo per la formazione di questo terreno politico. Tuttavia, c’è un grande danno che l’AKP ha creato nella vita sociale e politica durante i suoi 19 anni di governo. Per questo motivo, dobbiamo palesare che la pace sociale e la cultura del consenso politico sono state in gran parte danneggiate. L’insieme di quanto citato sono i fattori che rendono difficile il terreno per il consenso democratico a cui miriamo.”

“Türkiye’de siyasi denklemin kendisi daha çok sağ anlayış üzerine kurulmuş durumda. Aslında Cumhuriyet Halk Partisi de kendisini devletin koruyucusu olarak görüyor. Parti tüzüklerinde sosyal demokrat olarak ifade ediyorlar fakat dönem dönem dış politikada ve bazı kritik noktalar da ne yazık ki AKP’ye destek oluyorlar ya da yeterince net tutumlar almıyorlar. Yine Kürt sorununun demokratik, barışçıl yollardan çözülmesi için adım atmaktan imtina ediyorlar. Mecliste grubu bulunan 5 siyasi parti var. AKP ve MHP ittifak halindeler. Fiili olarak da MHP iktidar ortağıdır. Yine MHP’nin siyasal atmosferin gerilmesinde ve toplumun kutuplaşmasında birebir payı olduğunu ifade etmemiz gerekir. CHP ile ittifak yapan İYİ PARTİ var. Bu parti de milliyetçi bir parti. Onlar da ekonomik konularda hükümetten ayrışsalar bile dış politika ve Kürt sorunun çözümü gibi başlıklarda AKP iktidarı ile aynı düşünüyorlar. AKP Kürt sorununu çözümsüz bırakarak, milliyetçi seçmeni yanında tutmaya ve bu yolla iktidar da kalmaya çalışıyor. Fakat HDP’nin 2019 yerel seçimlerdeki seçim taktiği AKP’nin bu planını da boşa çıkardı. AKP’yi ciddi oranda geriletti ve AKP’nin 11 büyük şehir Belediyesini kaybetmesini sağladı. AKP şimdi bütün enerjisini HDP ile diğer muhalif partilerin yakınlaşmaması için kullanıyor. Partimize dönük kapatma gündeminin temel amaçlarından birinin de bu olduğunu belirtmeliyim. Biz HDP olarak bütün muhalif partilerin asgari bir demokrasi programında temel ilkelerde uzlaşarak bir demokrasi ittifakı oluşturması gerektiğini söylüyoruz. Mevcut koşullarda başka yolun olmadığını biliyoruz. En akılcı seçeceğin bu olduğunu düşünüyoruz. Bu siyasal zeminin oluşabilmesi içinde çabaladığımızı ifade etmeliyiz. Fakat AKP’nin 19 yıllık iktidarı boyunca toplumsal ve siyasal hayatta yarattığı çok büyük bir tahribat var. Bu nedenle toplumsal barışın ve siyasi uzlaşı kültürünün de çok büyük oranda zedelendiğini ifade etmeliyiz. Bütün bunlar amaçladığımız demokratik uzlaşı zeminin zorlaştıran faktörler.”

Come definire l’attuale politica di genere in Turchia? La maggioranza delle donne lo approva o lo contesta?

G.K.K.: – “Prima di parlare di donne in Turchia – come in altri molti Paesi – si premette che queste godono del diritto di voto e di essere elette. Tuttavia, nonostante questo, la Turchia è un Paese lontano dal raggiungere l’uguaglianza di genere. Però possiamo affermare che ci sia una seria attività femminista e di lotta delle donne in tutte le conquiste di genere. Nessuno dei diritti che ottenuti ad oggi è giunto per ’grazia dello Stato’. Tutte le nostre vittorie sono il risultato della lotta delle donne. Poiché in molti centri la mentalità è maschilista – possiamo dire ‘di governo Patriarka’ – il concetto e questo modo di pensare è sempre stato vissuto in modo molto rigoroso nel Paese. È stato così anche per i governi precedenti, ma dal 2002, quando l’AKP è salito al potere, è iniziato un periodo molto più difficile per le donne. Il governo dell’AKP vuole cambiare il ruolo delle donne nella vita sociale e pubblica e tenendole a casa; vuole ridurre la donna a un individuo che si prenderà cura del marito e dei figli stando a casa, con una missione specifica solo all’interno della famiglia. L’AKP vuole ‘creare’ le proprie donne ‘accettabili’ e ‘ragionevoli’, ma imponendo questo a tutte le donne. Cerca anche di sopprimere e ignorare le donne che si oppongono a questa imposizione – rendendole un bersaglio. Per contro, e con certezza, c’è una grande rabbia da parte delle donne verso questa ‘costruzione della nuova identità femminile’. Sì, ci sono donne che sostengono le politiche dell’AKP, ma la stragrande maggioranza delle donne e le organizzazioni femminili si oppongono a queste politiche. Ad esempio c’è una grande contestazione femminile contro l’annullamento della Convenzione di Istanbul; è questa è l’obiezione più comune di donne provenienti da una vasta gamma di differenti background. Il miglior indicatore di questa obiezione sono le azioni delle donne che ogni giorno scendono in piazza e rivendicano la Convenzione di Istanbul – nonostante tutti gli ostacoli e le norme per la pandemia da Covid-19. Dal nostro punto di vista, l’AKP è un partito misogino; vuole governare il Paese con una prospettiva religiosa, nazionalista, sessista e militarista. Come donne, lottiamo assolutamente contro questo punto di vista.”

“Türkiye’de birçok ülkeden önce kadınlara seçme ve seçilme hakkı tanınmıştır. Fakat buna rağmen toplumsal cinsiyet eşitliğini sağlamaktan çok uzak bir ülkedir. Kadın kazanımlarının hepsinde ciddi bir kadın emeğinin, kadın mücadelesinin olduğunu ifade etmemiz gerekiyor. Bugün sahip olduğumuz hakların hiçbiri “devletin lütfu” değildir. Bütün kazanımlarımız kadınların mücadelesinin bir sonucudur. Türkiye’de birçok ülkede olduğu gibi devlet aklının eril olduğunu, Patriarkanın Türkiye’de çok katı bir şekilde yaşandığını söyleyebiliriz. Bu durum daha önceki hükümetler açısından da böyleydi fakat AKP’nin iktidara geldiği 2002 yılından bu yana kadınlar açısından daha zorlu bir dönem başladı. AKP iktidarı, kadınının toplumsal, sosyal ve kamusal hayattaki yerini değiştirmek ve kadını eve kapatmak istiyor. Kadını evde eşine ve çocuklarına bakacak bir bireye indirgemek ve sadece aile içerisinde bir misyon biçmek istiyor. AKP kendi “makbul” ve “makul” kadınını yaratmak istiyor ve bunu bütün kadınlara da dayatıyor. Bu dayatmaya karşı çıkan kadınları da hedef haline getirip bastırmaya ve yok saymaya çalışıyor. Tabii bu “yeni bir kadınlık kimliği inşasına” kadınlar açısından çok büyük bir öfke var. Evet AKP’nin politikalarını destekleyen kadınlar da var ama kadınların büyük çoğunluğu ve kadın örgütleri bu politikalara karşı çıkıyor. Örneğin; İstanbul Sözleşmesinin uygulamadan kaldırılmasına dönük kadınların büyük bir itirazı var. Ve bu çok geniş ve farklı kesimlerden kadınların ortak itirazı. Bu itirazın en güzel göstergesi bütün engellemelere ve Covid-19 pandemisine rağmen her gün sokağa çıkan ve İstanbul Sözleşmesine sahip çıkan kadınların yaptığı eylemlerdir.  Bizim açımızdan AKP kadın düşmanı bir partidir; dinci, milliyetçi, cinsiyetçi, militarist bir bakış açısıyla ülkeyi yönetmek istiyor. Kadınlar olarak bizler ise bu bakış açısına karşı mücadele ediyoruz.”

La Turchia ha recentemente abbandonato la Convenzione di Istanbul, il trattato contro la violenza di genere. mentre il presidente Erdoğan sostiene che ne attuerà uno molto migliore all’interno dello Stato. Cosa ne pensa, da parlamentare, ma soprattutto dal punto di vista di donna?

G.K.K.: – “Sì, con il ‘decreto di mezzanotte’ Tayyip Erdoğan ha dichiarato il suo ritiro dalla Convenzione di Istanbul. Dal 1°luglio 2021 la Turchia sarà, quindi, fuori dal Trattato. Vorrei affermare che come donne non lo accettiamo e che questa decisione è un duro colpo per le lotte femminili e per i risultati finora ottenuti. Dalla pubblicazione di questo decreto, noi, come donne, abbiamo combattuto per le strade e rivendicato la nostra ‘Convenzione’. Attualmente, ogni giorno, vengono uccise da uomini almeno tre donne, in Turchia. Dal giorno della decisione di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul (20 marzo- n.d.g.), già 88 donne sono state uccise per mano maschile. La violenza contro le donne è aumentata del 1400 per cento, oltre ad essere aumentati i casi di abuso e violenza contro i bambini. In un tale contesto, ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul significa in realtà ignorare i diritti e la vita delle donne. Per noi la Convenzione di Istanbul è la ‘costituzione’ delle donne. È un contratto che specifica gli obblighi positivi e negativi dello Stato e riporta esplicitamente la responsabilità dello Stato nella prevenzione della violenza. È una convenzione che protegge le donne rifugiate e immigrate – donne di tutte le razze, lingue, credenze, anche in condizioni di guerra e conflitto. Per questo motivo, non accettiamo la risoluzione dell’Accordo di Istanbul. La questione del “faremo meglio” espressa da Tayyip Erdogan mira a placare le crescenti reazioni dell’opinione pubblica. Non accettiamo che un uomo abbia voce in capitolo nella determinazione dei diritti delle donne. Il punto di vista delle nostre donne è che qualsiasi accordo che riguardi le donne dovrebbe essere elaborato dalle donne per le donne. Non credo che un regolamento scaturito dalla mente maschile senza chiedere parere alle donne sarebbe a vantaggio delle stesse.”

“Evet bir gece yarısı kararnamesi ile Tayyip Erdoğan İstanbul Sözleşmesinden çekildiğini ilan etti. 1 Temmuz itibariyle Türkiye sözleşmeden çıkmış olacak. Bunu kabul etmediğimizi, bu uygulamanın kadın halklarına ve kazanımlarına dönük bir darbe olduğunu belirtmek istiyorum. Bu kararnamenin yayınlamasından itibaren kadınlar olarak sokaklarda mücadele ediyor, sözleşmemize sahip çıkıyoruz. Bugün Türkiye’de her gün en az 3 kadın erkekler tarafından öldürülüyor. İstanbul Sözleşmesinden çekilme kararından beri 88 kadın erkekler tarafından katledildi. Kadına yönelik şiddet yüzde bin dört yüz artmış durumda. Yine çocuklara yönelik istismar ve şiddet vakaları artmış durumda. Böyle bir ortamda İstanbul Sözleşmesinden çekilmek aslında kadınların haklarını ve yaşamlarını yok sayıyorum demektir. Bizim için İstanbul Sözleşmesi kadınların anayasasıdır. Devletin pozitif ve negatif yükümlüklerini belirten, devletin şiddeti önleme sorumluluğunu açıkça ortaya koyan bir sözleşmedir. Mülteci ve göçmen kadınların, her dilden, her inançtan her ırktan kadını savaş ve çatışma koşullarında dahi koruyan bir sözleşmedir. Bu nedenle İstanbul Sözleşmesinin feshedilmesini kabul etmiyoruz. Tayyip Erdoğan’ın ifade ettiği ‘biz daha iyisini yapacağız’ meselesi artan kamuoyu tepkilerini dindirmek amacını taşıyor. Bir erkeğin kadınların haklarını tayin etmede söz söylemesini kabul etmiyoruz. Bizim kadın bakış açımız kadınları ilgilendiren her türlü düzenleme kadınlarla veya kadınlar tarafından yapılmalıdır şeklindedir. Erkek aklın kadınlara sormadan yapacağı düzenlemenin kadınların yararına olacağına da inanmıyorum.”

‘Sofagate’: messa in scena o retroscena che non conosciamo? I legami politici UE-Turchia non sembrano del tutto trasparenti: lei è d’accordo?

G.K.K.: – “Penso che questa non sia una coincidenza. È esattamente ‘la situazione’ dal punto di vista del Governo AKP a proposito delle donne. La Commissione Europea ha vissuto e subìto questo punto di vista attraverso una brutta esperienza. In questo senso, vogliamo che la Convenzione di Istanbul venga pretesa maggiormente all’AKP. Il disagio della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è la sintesi di questo Paese, che ha mostrato molto bene il punto di vista dell’AKP sulle donne. Attraverso quanto successo sulla disuguaglianza di genere in Turchia, si potrebbe essere in grado di raccontare quello che è stato vissuto dalle donne, fino a questa crisi diplomatica del ‘sofagate’. La perfetta espressione dell’intendimento maschilista dell’AKP che non valorizza le donne, le ignora e le mette le donne nel secondo piano.

In termini di legami e accordi, la politica della Turchia con l’Unione Europea non credo sia trasparente. Posso asserire che nel 2016 l’UE ha fatto troppe concessioni in tema di immigrazione al potere sporco di Tayyip Erdoğan. Gli accordi con la Turchia e la sua posizione geografica strategica sono la causa del passo indietro dell’UE sui propri principi fondamentali. La UE indirettamente ammette che subire la violazione dei diritti umani in Turchia non è in primo piano, che anche la Turchia osserva i diritti delle donne rifugiate che arrivano: questo è l’approccio in continuità. Sappiamo che le sanzioni del Consiglio europeo rinviano la questione della Turchia e sono davvero l’unica condizione per rinnovare l’accordo sugli immigrati, e soprattutto per dilazionare il tempo per il ritorno alla democrazia, mantenendo questo orientamento di accordo sull’unione doganale. In questo modo, l’Unione europea si trova in una posizione di violazione dei propri valori, dei principi democratici da cui è nata. Sfortunatamente, i valori umani ei diritti umani universali vengono spesi per il bene del denaro e delle politiche di sicurezza.”

“Bunun çok tesadüf olmadığını düşünüyorum. Tam da AKP iktidarının kadına bakış açısı ile ilgili bir durum. Bu bakış açısını, Avrupa Komisyonu kötü bir deneyimle tecrübe etmiş oldu. Bu anlamıyla İstanbul Sözleşmesinin en fazla AKPM’nin sahip çıkmasını istiyoruz. Avrupa Komisyonu Başkanı Ursula von der Leyen’in yaşadığı kriz bu ülkenin özeti. AKP’nin kadına bakış açısını çok iyi gösterdi. Türkiye’de yaşanan cinsiyet eşitsizliğini anlatın deseydiniz bu yaşanan kriz kadar net anlatamayabilirdim. AKP’nin kadına değer vermeyen, kadını yok sayan, kadını ikinci plana atan eril bir anlayışının dışa vurumu. Türkiye-Avrupa Birliği’nin siyasi bağlar bakımından şeffaf olduğunu düşünmüyorum. AB’nin 2016’da Türkiye ile yaptığı kirli Göçmen Anlaşması ile Tayyip Erdoğan iktidarına çok fazla taviz verdiğini ve Türkiye’nin stratejik konumu sebebiyle de AB’nin temel ilkelerinden geri adım attığını ifade edebilirim. AB’nin “bize mülteci gelmesin de Türkiye’de kadın haklarının, insan haklarının kıyıma uğraması önemli değil” anlayışı ne yazık ki hala devam ediyor. Avrupa Konseyinin yaptırımları ertelemesi meselesi Türkiye’nin gerçekten demokrasiye yönünü dönmesiyle ilgili bir şey değil daha ziyade süresi gelen göçmen anlaşmasını yenilemek ve gümrük birliği anlaşmasını devam ettirmek üzerinden olduğunu biliyoruz. Avrupa Birliği bunu yaparak kendi değerlerini kendi demokratik ilkelerini yok sayan bir yerde duruyor. Ne yazık ki para ve güvenlik politikaları uğruna insanlık değerleri ve evrensel insan hakları harcanıyor.”

Sabato, 24 aprile 2021 – n° 13/2021

In copertina: una contestazione contro le repressioni sul Partito HDP – Foto courtesy Uiki Onlus

 

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