martedì, Ottobre 15, 2024

Lifestyle, Società

Questo sono io!

A Natale guarda fuori perché sto arrivando, e sto marciando al ritmo del tamburo

di Giorgio Scroffernecher

Cosa rimane del Natale dopo che lo abbiamo completamente spogliato di motivazioni commerciali, stereotipi, luoghi comuni, banalità benpensanti, tradizioni travisate e contradditorie, inviti a essere buoni e poi tornare ad essere cattivi con l’anno nuovo? Molto, moltissimo rimane: opportunità per un anno intero.


Non posso cimentarmi sul piano religioso perché trovo inammissibile che di una bella persona come Gesù Cristo bisogna dire che sia nato da una vergine, come se non fosse divino l’amore e tutto quanto meravigliosamente necessario per concepire una nuova vita. Esploro perciò un altro punto di vista.

In tutte le epoche storiche, oltre alla nostra, le diverse tradizioni e culture hanno celebrato la nascita delle loro divinità tra il 20 e il 25 dicembre. Così i maya, gli egizi, i greci, i persiani, i cinesi. Quale il punto comune per tutti? Il solstizio d’inverno: la fine del vecchio ciclo solare e la nascita di quello nuovo che ci accompagnerà per un anno intero.
I romani in questi giorni celebravano il “Dies Natalis Solis Invicti”; così come i popoli gallo-celtici celebravano “Alban Arthuan” ossia la “Rinascita del dio Sole”.
Insomma, la chiave del tutto sembra essere astronomica/astrologica disponibile in questi giorni.

Tradizioni, religioni, culture, tutto ci fa ritenere questo periodo come il più importante dell’anno per costruire il nostro rinnovamento più profondo, lasciando al vecchio sole, al tempo che ci sta alle spalle, quanto ci ha impedito di elevarci, aprendoci al nuovo sole con una promessa luminosa di crescita personale e sovraindividuale.


Si conferma in pieno lo spirito del “Canto di Natale” di Charles Dickens con il suo arido banchiere Scrooge che nella notte sacra rivede la sua vita di misera ricchezza materiale e apre finalmente il proprio cuore alla vita, all’amicizia, all’amore, alla gioia, trasformandosi in un filantropo felice e amato.
Non possiamo illuderci che a Putin (e tanti altri) succeda lo stesso miracolo? Forse, ma possiamo regalare a noi stessi questo prodigio trasformativo pieno di grazia.

Concludo con un consiglio per la sera del 25 dicembre, la sera di Natale. Alle ore 22.53 sintonizzatevi su Rai 5 per assistere a “The Greatest Showman” di Michael Gracey. Un film musicale straordinario che è stato presentato in Italia il giorno di Natale del 2017, poi candidato all’Oscar e premiato con un Golden Globe nel 2018.
Il titolo richiama non a caso il “The Greatest Show on Earth” – Il più grande spettacolo del mondo – ovvero quanto realizzato dall’imprenditore circense americano Taylor Barnum nel 1872, in una struttura senza precedenti con tre piste, quattro palcoscenici, davanti a ventimila spettatori incantati.
Barnum, di umili origini, non ha avuto vita facile, subì incendi dolosi, attacchi violenti, ma anche riconoscimenti dalla Regina d’Inghilterra che lo volle a Corte con tutta la sua pittoresca compagnia composta da ‘mostri’ riabilitati come artisti gloriosi.

In un momento della narrazione, il gruppo di artisti respinti all’ingresso laterale di un Gran Galà borghese, varcano senza indugi l’ingresso principale prendendosi la scena. Li guida una meravigliosa donna barbuta e corpulenta con una voce meravigliosa, interpretata dall’attrice Keala Settle, che canta “This Is Me” – Questa sono io (di cui sotto vedi il link alla clip). Quanto al testo della canzone, potrebbe essere la promessa che tutti facciamo a noi stessi davanti al nuovo sole che sta nascendo in questi giorni.

Scappa, dicono
Nessuno ti ama per come sei
Ma io non permetterò loro di distruggermi

Io sono coraggioso, io sono la prova
Io sono quello che sono, questo sono io!
Guarda fuori, perché sto arrivando
E sto marciando al ritmo del tamburo
Io non ho paura di essere visto
Io non mi scuso, questo sono io

E so che mi merito il tuo amore
Non c’è niente di cui io non sia degno
Questo sono io!

Sabato, 24 dicembre 2022 – n° 52/2022

In copertina: la locandina del film prodotto da 20th Century Fox

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