martedì, Marzo 19, 2024

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Organizzazioni neonaziste e paramilitari in Europa

Non solo in Europa dell’Est i gruppi armati che minacciano la tenuta della democrazia

di Laura Sestini

Martedì 19 ottobre è stato effettuato un mandato di perquisizione per 26 persone in differenti regioni italiane, indagate dalla Procura di Napoli con l’ipotesi di organizzazione neonazista e addestramento paramilitare. I campi di training si troverebbero tra il capoluogo campano e Caserta. Il gruppo si chiama ‘Fronte di Hagal’ ed ha un sito online dove si presenta come comunità spirituale e religiosa, ed allo stesso tempo politica.

Secondo i servizi di sicurezza locali e l’Interpol, nel 2020 in Belgio, una ventina di giovani del Movimento studentesco fiammingo Schild en Vrienden, che si rifanno a ideologie nazionaliste di estrema destra, hanno partecipato a campi di addestramento paramilitare nell’Europa dell’Est e in nazioni dell’ex Unione sovietica.

In Svezia – nazione-emblema della democrazia in Europa – si ‘nasconderebbero’ almeno una decina di organizzazioni paramilitari di estrema destra e neonaziste che perseguitano immigrati, movimenti omosessuali e sindacalisti. Queste operano, si uniscono e si rinnovano da almeno tre decadi, dopo la nascita del movimento Resistenza Ariana Bianca nato negli anni ’90. Lo stesso succede in altri Paesi del Nord Europa – Danimarca, Finlandia, Norvegia ed Islanda – entro i quali si è costituita una rete di gruppi neonazisti che si riunisce sotto lo stesso ombrello del Movimento Nordico di Resistenza. Nato anch’esso in Svezia, dove ha anche un braccio politico eletto in Parlamento, la Corte Suprema Danese – entro i propri confini territoriali – lo ha definitivamente chiuso nel 2020. L’intera l’organizzazione è rigorosamente gestita in struttura gerarchica, chiusa e disciplinata con rimandi militari. Tutti i membri della dirigenza svedese sono stati condannati per numerosi reati, tra cui i più gravi risultano l’omicidio, aggressione violenta, uso e detenzione di armi da fuoco ed esplosivi.

In Italia, il 21 ottobre scorso alla Camera dei Deputati è stata votata con 225 voti favorevoli e l’astensione dei partiti di destra – che hanno presentato una diversa mozione per la chiusura generica verso tutti i gruppi sovversivi – per la chiusura del gruppo di estrema destra Forza Nuova, a seguito dell’assalto alla sede del sindacato di base CGIL a Roma, durante la manifestazione del 9 ottobre contro il Green Pass. Ma nonostante i gruppi più conosciuti, anche in Italia non mancano organizzazioni di ideologia fascista piccoli e grandi, segreti o manifesti. Dodici Raggi è un gruppo neonazista di Sumirago, in provincia di Varese, che oltre all’aperta xenofobia e il rifiuto degli omosessuali, non disdegna di intimidire giornalisti e attivisti antifascisti, minacciando lo stesso Stato intendendo la possibilità di imbracciare le armi.

Nella Repubblica Ceca c’è la Guardia Nazionale – organizzazione paramilitare neonazista a caccia di immigrati irregolari. Circa 2500 affiliati divisi in un centinaio di comitati, fortemente xenofobi ed armati anche di mezzi pesanti, preoccupano non poco le regolari forze dell’ordine e l’intelligence del Paese ex-filosovietico.

Organizzazione neonazista polacca ONR sfila a Cracovia
Foto: Wikiwand

La Polonia, con i recenti governi di destra è sempre più vicina alla politica della Russia di Putin: il gruppo neonazista antisemita ONR si definisce un movimento sociale che riunisce giovani polacchi vicini a valori come Dio, Onore, Patria, Famiglia, Tradizione e Amicizia. In Russia le milizie paramilitari pullulano – e si finanziano ‘pubblicamente’ centri di addestramento in Ungheria e in Bulgaria.

Tra i neonazisti condannati dalla Corte svedese, si rilevano infatti soggetti che sono stati in campi militari di addestramento russi ed ucraini, coincisi con la guerra civile in Ucraina, che hanno mantenuto tuttora le loro attività o prestano miliziani-trainer ai campi allestiti in Europa. In questo ambito, anche in Germania, nel 2017, è stato smantellato un campo di preparazione militare nascosto nei boschi della Turingia – la regione confinante al Nord della Baviera – ed arrestati più membri di differenti nazionalità di un’organizzazione attiva internazionalmente. Questi detenevano armi medio-pesanti e pistole. Da un rapporto del Governo tedesco, prima della pandemia in Germania risultavano circa 13 mila estremisti di destra pronti ad entrare in azione, mentre da una diversa ricerca del Ministero dell’Interno i simpatizzanti nazisti individuati ammonterebbero a 24 mila – un vero esercito.

Anche la piccola Slovenia non è immune da gruppi neonazisti – i quali obiettivi di violenza, oltre alla velleità di governare da razza ariana, rimangono gli immigrati che arrivano dalla rotta balcanica, gli omosessuali e gli attivisti per i diritti umani.

Tornando un po’addietro nel tempo potremmo ricordare anche gli Skinheads britannici, che forse non erano addestrati militarmente, ma le mani, i calci con pesanti scarponi ed i bastoni li usavano volentieri, seminando in gruppi terrore negli stadi di calcio e lungo le strade del Regno.

Skinhead britannici
Foto: Andrew/Flickr

A questi si rifanno tuttora similari gruppi filonazisti veneti, friulani e laziali – sempre onnipresenti negli stadi di calcio – dimostrandosi particolarmente xenofobi nei confronti dei numerosi calciatori africani, il cui l’ultimo episodio, non isolato, è stato ai danni del difensore senegalese del Napoli Kalidou Koulibaly, allo stadio Artemio Franchi di Firenze il 3 ottobre scorso. Sul caso è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Firenze.

Sabato, 23 ottobre 2021 – n° 39/2021

In copertina: gruppo neonazista norvegese – Foto: Wikimedia Commons

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