martedì, Marzo 19, 2024

Ambiente, Lifestyle, Salute, Società

L’incidenza dell’inquinamento atmosferico sulle malattie cronico-degenerative

L’indagine sulla Val di Cecina

di Laura Sestini

A seguito della nostra intervista a Giuseppe Bivona, sullo stabilimento Solvay in provincia di Livorno, abbiamo deciso di approfondire su un dettaglio riportato tra gli allegati che Bluebell Capital Partners aveva inviato alla dirigenza del gruppo Solvay a settembre 2020, a proposito dell’inquinamento prodotto dall’impianto chimico ai danni del territorio circostante. Tra i numerosi documenti che rivelano i molti inquinanti sversati in mare dal polo chimico, e a riscontro delle richieste che Bluebell Capital Partners invia a Solvay, viene citata una ricerca epidemiologica sull’inquinamento atmosferico a cura dei dottori Claudio Marabotti, Elio Venturini, Paolo Piaggi e P. Scarsi.

Tra questi, il dottor Claudio Marabotti, cardiologo, membro dell’American Physiological Society e dirigente medico presso l’Azienda USL Toscana Nord Ovest, H Valli Etrusche, ha risposto ad alcune domande in merito alla citata ricerca che coinvolge la popolazione della Bassa Val di Cecina, in provincia di Livorno.

Quale risposta, a suo tempo, generò lo studio “Mortality for chronic-degenerative diseases in Tuscany: Ecological study comparing neighboring areas with substantial difference in environmental pollution” – a cui si accenna nella lettera che Bluebell Capital Partners ha inviato a Solvay – relativo all’inquinamento che produrrebbe lo stabilimento chimico Solvay? Claudio Marabotti: «È stata più o meno una casualità. Un amico, all’epoca consigliere comunale del PD a Rosignano Marittimo, mi disse che voleva preparare un atto relativo alle problematiche di salute e di ambiente nella nostra zona. MI procurai il report regionale sulle cause di morte dei vari Comuni nella nostra Regione e notai, a una prima occhiata, alcuni apparenti eccessi, per cui decisi di approfondire (anche se poi l’idea del mio amico non ebbe seguito)».

Secondo il vostro report, nell’area geografica presa in considerazione, ovvero la Bassa Val di Cecina e Rosignano Solvay, ci sono incidenze in percentuali maggiori – rispetto alla media regionale/nazionale – per alcune malattie cronico-degenerative. Quali esattamente? C.M.: «Si tratta di mesotelioma pleurico (il mesotelio è il sottile tessuto che riveste la gran parte degli organi interni – n.d.g.), malattie ischemiche del cuore e ictus, malattia di Alzheimer. L’eccesso più preoccupante è quello dell’Alzheimer, un eccesso significativamente maggiore sia alle medie regionali che ai valori riscontrati a Cecina, Comune che dista solo pochi chilometri».

Se non è possibile imputare la responsabilità direttamente all’inquinamento atmosferico prodotto dal polo chimico Solvay di Rosignano – elemento incidente sulle presunte malattie di cui tratta il vostro documento – poiché non è questo il compito di una équipe medica, chi avrebbe il compito di approfondire lo studio da voi compiuto? C.M.: «Il compito di stimolare, commissionare e realizzare in tempi brevi è senz’altro di chi amministra il nostro Comune. La realizzazione dello studio spetta poi a chi si occupa di epidemiologia».

Il Ministero dell’Ambiente, o della Salute, ha preso atto dello studio da voi redatto, e determinato almeno qualche procedimento di verifica? C.M.: «Non sono a conoscenza di interessamenti da parte dei Ministeri di Ambiente e Salute a questa problematica locale».

Le percentuali di incidenza sulle malattie classificate sono rimaste tali dal 2017, oppure si sono modificate? C.M.: «Non sono state eseguite ulteriori analisi, che aggiungerebbero poco. Quello che deve essere fatto (senza far passare più tempo inutilmente) è realizzare uno studio epidemiologico che possa mettere in relazione (se così fosse) la mortalità per malattie cronico-degenerative e l’inquinamento ambientale».

Come medico quali indicazioni darebbe ai cittadini dell’area riguardo a eventuali comportamenti individuali di prevenzione?
C.M.: «Purtroppo c’è poco da raccomandare, perché la presenza industriale è talmente pervasiva che non è pensabile di trovare luoghi o di tenere comportamenti che possano ridurre l’eventuale rischio. Io non frequento e non ho fatto frequentare ai miei figli le famose ‘spiagge bianche’, ma non sono sicuro che sia un atto legato solo a motivazioni psicologiche».

Se a livello governativo nazionale in pochi sono attenti all’inquinamento e al deterioramento della salute pubblica a causa di questo, a livello locale come si potrebbe agire, considerato che i sindaci sono i primi responsabili della salute dei propri cittadini? C.M.: «Ancora una volta: fare lo studio epidemiologico prima possibile. Se ci sono rischi per la salute questi devono essere conosciuti, indennizzati, curati e devono essere prese il prima possibile le misure necessarie a ridurli in futuro. Se non ci sono rischi potremo tirare un sospiro di sollievo e pensare a riqualificare tutta l’area costiera per finalità turistiche».

https://www.regione.toscana.it/-/sanità-e-salute-in-toscana-dati-sintetici-2018-2019

https://www.regione.toscana.it/-/cause-di-morte-in-toscana-dati-2017

http://rtrt.ispo.toscana.it/rmr/tassi_risultati.php

http://rtrt.ispo.toscana.it/rmr/Mappa_Tutte.html

Sabato, 13 marzo 2021 – N° 7/2021

In copertina: le Spiagge bianche di Rosignano Solvay (LI) in prossimità del Fosso bianco. Foto ©Laura Sestini (tutti i diritti riservati).

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