venerdì, Maggio 03, 2024

Società

L’Arte è Pace

Il messaggio di Jon Fosse premio Nobel per la Letteratura 2023

Redazione TheBlackCoffee

Per il 27 marzo – Giornata mondiale del Teatro – Jon Fosse, scrittore, drammaturgo norvegese Premio Nobel per la Letteratura nel 2023, ha rilasciato un messaggio di pace.

Ogni persona è unica e, allo stesso tempo, simile a tutte le altre. L’aspetto esteriore, visibile di ciascuno è diverso da quello di chiunque altro, questo è ovvio, ma c’è anche dentro ogni individuo qualcosa che appartiene solo a quella persona, che è proprio solo di quella persona. Potremmo chiamarlo il suo spirito, o la sua anima, oppure potremmo decidere di non etichettarlo affatto con le parole, lasciandolo semplicemente stare là.

Ma anche se diversi gli uni dagli altri, siamo al contempo simili. Le persone di ogni parte del mondo sono fondamentalmente simili, e questo indipendentemente dalla lingua che parliamo, dal colore della pelle che abbiamo, dal colore dei capelli.

Potrebbe sembrare un paradosso: siamo completamente simili e completamente dissimili allo stesso tempo. Forse ogni persona è intrinsecamente paradossale, nel legame tra corpo e anima: comprendiamo in noi sia l’esistenza più terrena e tangibile, sia quanto trascende questi limiti materiali e terreni.

L’arte, la buona arte, riesce, in modo meraviglioso, a coniugare l’assolutamente unico con l’universale. Ci permette di comprendere ciò che è diverso – ciò che è estraneo, si potrebbe dire – in quanto universale. Così facendo, l’arte supera i confini tra le lingue, le regioni geografiche, i paesi, mettendo insieme non solo le qualità individuali di ciascuno, ma anche, in un altro senso, le caratteristiche individuali di ogni gruppo di persone, ad esempio di ogni nazione.

L’arte non lo fa appiattendo le differenze e rendendo tutto uguale, ma, al contrario, mostrandoci ciò che è diverso da noi, ciò che è estraneo o straniero. Tutta la buona arte contiene proprio questo: qualcosa di estraneo, qualcosa che non possiamo comprendere completamente e che, allo stesso tempo, in un certo senso, comprendiamo. Contiene un mistero, per così dire. Qualcosa che ci affascina e che ci spinge oltre i nostri limiti, creando così quella trascendenza che ogni arte deve contenere in sé e alla quale deve condurci.

Non conosco modo migliore per unire gli opposti. Questo approccio è esattamente il contrario rispetto a quello dei conflitti violenti che vediamo troppo spesso nel mondo, che assecondano la tentazione distruttiva di annientare tutto ciò che è estraneo, unico e diverso, spesso utilizzando le invenzioni più disumane che la tecnologia abbia messo a nostra disposizione. C’è il terrorismo nel mondo. C’è la guerra. Questo perché le persone hanno anche un lato animale, spinte dall’istinto di percepire l’altro, lo straniero, come una minaccia alla propria esistenza piuttosto che come un affascinante mistero.

È così che l’unicità, le differenze che si possono vedere, scompaiono, lasciando dietro di sé un’uniformità collettiva in cui tutto ciò che è diverso diventa una minaccia da sradicare. Ciò che dall’esterno è visto come una differenza, ad esempio nell’ambito della religione o dell’ideologia politica, diventa qualcosa da sconfiggere e distruggere.

La guerra è la battaglia contro ciò che risiede nel profondo di ognuno di noi: qualcosa di unico. Ed è anche una battaglia contro l’arte, contro ciò che risiede nel profondo di ogni arte.

Ho parlato qui dell’arte in generale, non del teatro o della drammaturgia in particolare, perché, come ho detto, tutta la buona arte, in fondo, si basa sulla stessa cosa: prendere l’assolutamente unico, l’assolutamente specifico, per renderlo universale. Unire il particolare all’universale, esprimendolo artisticamente: non eliminando la sua specificità, ma enfatizzandola, lasciando risplendere ciò che è estraneo e non familiare.

La guerra e l’arte sono opposti, proprio come lo sono la guerra e la pace. È semplicemente così.

L’arte è pace.

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Jon Fosse è un noto scrittore norvegese nato nel 1959. È conosciuto per la sua vasta produzione, che comprende opere teatrali, romanzi, raccolte di poesie, saggi, libri per bambini e traduzioni. Lo stile di scrittura di Fosse è caratterizzato da minimalismo e profondità emotiva, che lo rendono uno dei drammaturghi più rappresentati al mondo. Nel 2023 gli è stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura per le sue opere teatrali innovative e la sua prosa che danno voce all’indicibile.

Il lavoro di Fosse è stato tradotto in oltre cinquanta lingue, con produzioni presentate su oltre mille palchi in tutto il mondo. Le sue opere minimaliste e introspettive, che spesso sconfinano nella prosa lirica e nella poesia, continuano la tradizione drammatica stabilita da Henrik Ibsen nel XIX secolo. Il lavoro di Fosse è stato associato al teatro post-drammatico e i suoi importanti romanzi sono stati descritti come postmodernisti e d’avanguardia per il loro minimalismo, il lirismo e l’uso non convenzionale della sintassi.

Fosse ha ottenuto riconoscimenti internazionali come drammaturgo con la sua opera teatrale “Nokon kjem til å komme” (1996; “Someone Is Going to Come”, 2002), nota per la sua radicale riduzione del linguaggio e la potente espressione delle emozioni umane. Ispirato da artisti come Samuel Beckett e Thomas Bernhard, Fosse coniuga elementi delle culture locali con tecniche moderniste. Le sue opere ritraggono le incertezze e le vulnerabilità delle esperienze umane, senza avere un’attitudine nichilista.

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Traduzione dall’inglese di Roberta Quarta – Centro Italiano dell’International Theatre Institute (ITIItaly)

La Giornata Mondiale del Teatro (27marzo) è promossa in tutto il mondo dall’InternationalTheatre Institute(ITI)

Sabato, 30 marzo 2024 – Anno IV – n°13/2024

In copertina: Jon Fosse – Foto: Agnete Brun (Det Norske Samlaget)

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