sabato, Luglio 27, 2024

Lifestyle, Società

L’amore in crisi

Perché oggi è così difficile avere una relazione duratura? Quali le famiglie del futuro?

di Katya Libyahovska

Nel 2009 negli Stati Uniti usciva la sitcom Modern Family – una serie comica che raccontava le vicende di una famiglia allargata, non corrispondente ai canoni tradizionali, in quanto composta da personaggi di diverse culture, etnie e orientamenti sessuali. La storia di questa famiglia, inizialmente vista come piuttosto insolita, ha conquistato il pubblico ed ha avuto un successo incredibile a livello internazionale, perché oltre ad essere divertente insegnava dei valori comuni, mostrando come nelle sue diversità tutte le famiglie si basano sull’amore e il rispetto.

La serie è andata in onda per ben 11 anni, in cui la figura della famiglia occidentale era in costante cambiamento e oggi i nuclei familiari sono sempre più vari e colorati. Ma quanto davvero può cambiare la società nel corso di un decennio e come saranno le moderne famiglie del futuro?

Secondo uno studio del 2019 ogni generazione si sente più sola della generazione precedente dato che abbiamo sempre più difficoltà a creare rapporti stabili e duraturi, soprattutto con il proprio partner. Vi chiederete perché in un mondo dove conoscere persone nuove è più facile che mai, stiamo diventando sempre meno bravi nel socializzare?

Gli psicologi spiegano questo fenomeno con il fatto che nel corso degli anni uno dei nostri bisogni primari è diventato quello di realizzarci socialmente, ovvero di essere apprezzati dagli altri. Diamo sempre più importanza al giudizio sociale, che ci genera molta ansia e talvolta paura, che potrebbe spingerci ad evitare le relazioni e preferire di stare da soli per non sentirci sotto la costante pressione dello sguardo dell’altro. Ecco perché spesso tendiamo a preferire legami sociali più semplici dove l’ansia del giudizio viene in qualche modo ridotta, come per esempio nel legame con gli animali.

Tra questo tipo di relazioni semplificate troviamo anche i legami online, perché lì manca un elemento fondamentale del giudizio – l’essere visti direttamente. Non sorprende quindi che gli incontri online siano spesso preferiti dai giovani ed essendo una normalità tanti cercano l’amore su piattaforme ormai ben conosciute. Ma cosa succede quando finalmente troviamo una persona che ci piace?

C’è da dire che sono tempi difficili anche per l’amore romantico, non perché non riusciamo ad innamorarci, se non per il fatto che stiamo perdendo la capacità e la volontà di conservarlo. Siamo diventati la generazione dell’istantaneo, quella che è abituata ad avere tutto a portata di mano e quindi ottenere ciò che vuole quasi immediatamente e senza particolare sforzo. E siccome il mercato garantisce una scelta talmente ampia da non farci mancare niente, se qualcosa non funziona, non ci piace o non ci serve più, semplicemente lo cambiamo con qualcosa di nuovo. Non sappiamo più aggiustare, perché non sentiamo il bisogno di farlo nella nostra quotidianità e abbiamo sempre meno tempo da dedicare ad attività che non sollecitino il nostro sviluppo professionale.

Senza dubbio, viviamo in una società frenetica, fatta di stimolazioni rapide, mentre le relazioni sociali richiedono tempo, fatica e propensione a fare compromessi. Dato che siamo sempre meno pazienti e abituati a stimoli che hanno come target solo i nostri interessi, in una relazione rischiamo di annoiarci molto più facilmente.

Ed è proprio così che siamo arrivati al punto in cui oggi per ogni coppia che lotta perché il suo amore possa essere riconosciuto dalla legge, c’è un’altra che trova un motivo in più per lasciarsi.

Molti danno la colpa appunto ai social media e soprattutto ai siti d’incontri, che non hanno fatto altro che trasformare le relazioni in una specie di oggetto di consumo dove il futuro partner sembra quasi essere una merce. Gli stessi utenti confermano che per quanto Internet abbia facilitato gli incontri, l’offerta oggi è talmente ampia che quando decidiamo di approfondire la relazione con una persona, abbiamo inevitabilmente la sensazione che ci stiamo perdendo qualcos’altro, o meglio qualcun altro che potrebbe essere più adatto a noi. Rinunciamo alla relazione ai primissimi segni di incompatibilità, perché tanto “il mare è pieno di pesci”.

Questo però non vuol dire che abbiamo rinunciato all’amore, né tantomeno al desiderio di avere una famiglia, anzi, creare un nucleo familiare, anche se in un’età più avanzata rispetto alle generazioni precedenti, rimane sempre uno degli obiettivi principali. Ma come si formano le famiglie in una realtà dove gli incontri accadono più spesso davanti allo schermo del cellulare che al bancone del bar o la discoteca? Le risorse e le possibilità oggi sono quasi illimitate e per ogni problema si trova una soluzione come per ogni nuova esigenza va creato un “prodotto” pensato per soddisfarla.

Dato che sempre più persone trovano difficoltà nell’avere una relazione stabile e duratura, ma vorrebbero comunque diventare genitori, le App d’incontri non hanno tardato a soddisfare anche questo bisogno. Nascono così piattaforme come Copaping o Family4Everyone, entrambe spagnole, dove gli utenti cercano qualcuno con cui crescere un figlio insieme. Il fenomeno si chiama cogenitorialità ed è una relazione che non si basa sull’amore o il sesso, ma ha come unico scopo quello di diventare genitori.

La settimana scorsa il quotidiano La Vanguardia ha pubblicato la storia di una coppia di genitori e la loro famiglia formatasi grazie proprio a questo tipo di piattaforme online.

“Non voglio rinunciare ad essere madre solo perché non ho incontrato la mia persona (…) avevo una certa età e l’orologio biologico non era dalla mia parte, così ho deciso di provare con una di queste pagine di contatti”, inizia così il racconto della donna che ha trovato un cogenitore per i futuri figli attraverso una delle App d’incontri create proprio per persone nella sua stessa situazione.

Questo probabilmente è l’inizio di tante altre storie simili, perché la sola Copaping attualmente ha quasi 10.000 utenti registrati.“Ho optato per un uomo omosessuale perché ho pensato che se finissi innamorandomi di lui, sarebbe stato tutto più complicato.”, continua. “Ho scartato anche la possibilità di essere madre single perché volevo che i miei figli avessero un padre, non un donatore. Essere genitore da solo non è facile e richiede tante risorse economiche. “

E’ vero che la cogenitorialità può essere vista come un atto di egoismo, come ultima spiaggia per combattere la solitudine, soprattutto nell’era in cui ci sentiamo più soli che mai, ma d’altronde creare una famiglia è un innegabile diritto umano e in più stimola l’economia nazionale e internazionale.

L’antropologa Carmen Balaguer, che è anche fondatrice di un’agenzia di cogenitorialità, spiega che le persone che si rivolgono a questo tipo di applicazioni sono di solito donne single, intorno ai 40 anni o di più, con un alto livello di cultura e studi, e di livello socioeconomico medio-alto. L’altro profilo più comune è quello degli uomini sopra i 40 anni, maggiormente omosessuali, anche in questo caso con un livello culturale molto elevato ed economicamente stabili. Sono dunque persone che fanno una scelta consapevole e hanno le possibilità mentali ed economiche di prendersi cura dei figli. In effetti, questo tipo di relazione è sicuramente molto più pragmatica, in quanto si basa appunto su un accordo e non sull’amore.

Essendo però un precedente, non è regolata dalla legge, il che potrebbe mettere a rischio l’accordo stesso, nonché il futuro dei figli. Sicuramente delle famiglie di questo tipo si sa ancora ben poco e sono un tema abbastanza tabù. Sarà questa la famiglia moderna del futuro?

Che ci possa sembrare strano o meno, nelle dinamiche con cui viviamo è probabile che questo fenomeno diventi sempre più comune per il semplice fatto che è una nuova possibilità per chi non è riuscito a trovare l’amore. Tutto ciò non vuol dire che un accordo pragmatico sostituirà la famiglia basata sull’ amore romantico. È solo un modello in più che si aggiunge alla miriade di modelli familiari, convenzionali e no, che troviamo oggi.

Ricordiamoci che siamo la generazione delle risorse infinite, niente va sostituito, semplicemente continuano ad emergere delle nuove opportunità e da noi dipende solo come sfruttale al meglio.

Sabato, 29 ottobre 2022 – n° 44/2022

In copertina: foto di Sam Williams/Pixabay

Condividi su: