sabato, Luglio 27, 2024

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Israele: in attesa del Ramadan

Il capo della polizia chiede maggior numero di agenti nelle strade

di Laura Sestini

Evidentemente non soddisfatto delle recenti violenze di massa a Nablus in Cisgiordania, che hanno causato la morte di 11 palestinesi e oltre 100 feriti, lo Stato di Israele si sta focalizzando sul prossimo Ramadan – il mese sacro per i musulmani – il cui inizio è previsto il 22 marzo.

Secondo il quotidiano Jerusalem Post “la polizia israeliana avverte che ha bisogno di centinaia di agenti in più prima del Ramadan”.

E’ il capo della polizia israeliana, Kobi Shabtais, a lanciare il monito durante una riunione del Comitato per la sicurezza nazionale della Knesset, per cui, secondo lui, il comparto delle forze dell’ordine soffre di una grave carenza di personale che influenzerà la capacità di rispondere alla violenza durante il mese del Ramadan di quest’anno,

Shabtai ha osservato che le tensioni del Ramadan arrivano mentre la polizia si occupa anche di garantire la sicurezza nelle grandi proteste in tutto il Paese (dei cittadini israeliani contro il Governo), l’aumento degli attacchi terroristici, degli incidenti automobilistici e degli omicidi.

«In ogni evento, si aspettano che ci troviamo in tutti i luoghi anche prima che si verifichi l’incidente e con il dispiegamento e l’estensione [delle forze di polizia], ora stiamo affrontando serie difficoltà nel fornire una risposta secondo lo standard e i criteri che riteniamo i cittadini di Israele meritino di ricevere”, ha affermato Shabtai, osservando che a Gerusalemme, ad esempio, la polizia ha bisogno di altri 500 agenti».

Il capo della polizia ha chiesto anche un aumento di stipendio per gli agenti di polizia e un miglioramento delle condizioni di lavoro per aiutare a reclutare gli agenti necessari.

Shabtai ha spiegato che, in città miste, dove convivono ebrei, arabi e cristiani, la polizia si trova in una posizione migliore rispetto al 2021, ma non è ancora come dovrebbe essere e ha bisogno di più attrezzature e agenti.

Il capo della polizia ha osservato che le forze dell’ordine stanno lavorando per espandere il progetto “Città sicura” che include l’installazione di sensori e telecamere per aiutare gli agenti a prevedere i disordini e gestirli fin dall’inizio, ma che c’è ancora necessità di un budget maggiore per acquistare e installare le attrezzature necessarie.

Shabtai ha ribadito che mentre la tecnologia è importante, il problema principale è la manodopera. «Non abbiamo abbastanza polizia in molti posti. Nell’operazione Guardiano delle mura siamo stati sorpresi “nudi” con il numero di poliziotti che avevamo. La nostra situazione è leggermente migliorata in alcuni luoghi, ma per garantire la sicurezza ai cittadini dello Stato di Israele abbiamo bisogno di molti più agenti nelle strade».

La polizia e i servizi di emergenza stanno pianificando di condurre un’esercitazione nazionale la prossima settimana che durerà sette giorni per verificare la prontezza delle forze in tutto il Paese. La polizia sta anche reclutando compagnie di polizia di frontiera di riserva per rafforzare le forze di sicurezza durante il mese del Ramadan.

Sabato, 25 febbraio 2023 – n°8/2023

In copertina: soldati israeliani a Nablus nell’Operazione Scudo Difensivo durante la seconda Intifada 2000/2005 – Foto: Israel Defense Forces CC BY-SA 2.0

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