domenica, Maggio 05, 2024

Teatro & Spettacolo

In the solitude of cotton fields

Riflessione sull’inconfessabile desiderio

di Katya Libyahovska

“Malkovich in teatro è una certezza” si sentivano le voci dell’impaziente pubblico che aspettava l’inizio dello spettacolo nell’affollato teatro Politeama di Napoli. Quell’artista di fama internazionale, la cui carriera è iniziata proprio dal teatro, ma che molti avranno conosciuto soprattutto grazie al suo lavoro per il cinema e la televisione con produzioni come Being John Malkovich o The New Pope, prometteva un gran finale epico del Campania Teatro Festival 2023.

La messa in scena di “In the solitude of cotton fields”, nota opera teatrale del drammaturgo francese Bernard-Marie Koltes, è un omaggio al primo amore di John Malkovich – il teatro. Assieme all’altrettanto brillante attrice lituana Ingeborga Dapkunaite, i due aspirano a dare una nuova vita all’opera scritta nel 1985. Presentato in lingua inglese con soprattitoli in italiano, lo spettacolo ha attirato un vasto pubblico internazionale, ansioso di avvicinarsi e sentire sulla propria pelle il genio dei due performer di fama mondiale.

Le tende si alzano e vediamo scendere uno schermo sul quale viene proiettata l’immagine di un uomo che si sta svestendo, non sappiamo chi sia, non vediamo la sua faccia, ci sta dando le spalle. Quello che vediamo però è una porta aperta – il bagno. Intuiamo che sta per andare a farsi una doccia. Ora che è completamente nudo entra, ma rimane fermo alla porta senza chiuderla, ancora prima di far scendere l’acqua, e inizia a toccarsi, sempre rivolgendo le spalle al pubblico, si sta masturbando, ma dall’atmosfera, percepiamo che in quell’atto, dietro il piacere, si nasconde qualcosa di oscuro, cupo, quasi doloroso.

Senza darci ulteriore contesto lo schermo si alza a metà e, dietro, nell’oscurità, troviamo due figure misteriose in vestiti eleganti, da ufficio, come se fossero uomo e donna d’affari. Sullo schermo sono proiettati i loro primi piani – seri, rigorosi, quasi senza emozioni. La prima a parlare è la figura femminile che si offre al servizio dell’altro cercando di capire quale è il suo desiderio più segreto, più nascosto, ma proprio per questo più forte, sognato e, forse, temuto. Basterebbe nominarlo e l’abile “venditrice” potrà fare sì che esso diventi realtà.

Suona semplice. Ma allora perché l’uomo è così turbato dalla proposta? A cosa è dovuta la distorsione del suo viso? Stiamo davanti ad un desiderio mai pronunciato, ma così temuto da non riuscire a confessarlo, neanche a se stesso. E chissà cosa succederebbe se qualcuno osasse nominarlo, se si riuscisse a definire l’oscurità che abbiamo dentro, quella parte di noi che temiamo di più, perché nessuno la accetterebbe, e perciò siamo costretti a soffocarla o quantomeno tenerla oppressa.

La performance diventa una lotta tra acquirente e venditore, dove nessuno dei due vuole nominare il “prodotto” in vendita, nessuno vuole scoprirsi davanti all’altro e tutto si basa su uno scambio di argomentazioni complesse, di attacchi e difese verbali che non portano alla soluzione del problema, anzi, confondono gli spettatori ancora di più. Ciò che traspare però è un’inclinazione verso qualcosa di sessuale, un desiderio proibito, forse punibile, per cui il protagonista teme la propria coscienza, ha paura di confessare la propria lussuria, perché darle un nome significa ammettere ed accettare l’esistenza di quell’oscurità, di cui non è pronto ad affrontare le conseguenze.

Ed ecco che ci sembra sempre più chiaro che quelle due figure non sono due persone diverse, abbiamo davanti un uomo che lotta contro sé stesso e noi non siamo altro che gli spettatori di una guerra interiore, siamo dentro il subconscio di una persona che, nella sua solitudine, sta vivendo un conflitto. Così i ruoli di cliente e venditore si scambiano di continuo, solo per rivelarci che questo loro confronto tanto sofferto e doloroso sarà l’ultimo, prima di un finale tragico.

Il grande impatto della performance, oltre alla bravura degli attori, è dovuto anche all’impressionante supporto tecnico. Tramite le videoriprese in tempo reale il pubblico vede i primi piani degli attori proiettati sullo schermo, così da poter seguire e quasi sentire sulla propria pelle le loro emozioni. Non mancano anche gli effetti video che nei momenti cruciali intensificano il senso delle parole e dei movimenti per rendere l’opera un vero e proprio spettacolo da vivere con tutti sensi.

In the solitude of cotton fields è sicuramente uno di quegli spettacoli davanti a cui non si può rimanere neutrali – è un’opera sconcertante che provoca riflessioni, domande, paure, che ti mette a nudo davanti al dolore altrui per sconvolgere il tuo mondo interiore. È uno spettacolo in cui perdersi, senza necessariamente ritrovarsi, inquietante, che ti prende, scava nel profondo dei pensieri senza pretendere di riordinarli, e poi ti lascia con più dubbi che certezze e un inspiegabile senso di vuoto. Performance brillante quanto turbante, che coinvolge lo spettatore al punto di trasportarlo nei pensieri più intimi del protagonista, trasformandolo da un semplice testimone ad un partecipante attivo.

Versione in lingua bulgara: https://cafearte.bg/in-the-solitude-of-cotton-fields/

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Lo spettacolo è andato in scena sabato 9 luglio 2023, alle ore 19.00, nell’ambito del Campania Teatro Festival 2023 al Teatro Politeama, Via Monte di Dio, 80 – Napoli

In the solitude of cotton fields

di Bernard-Marie Koltès
con Ingeborga Dapkunaite e John Malkovich
Regia Timofey Kulyabin
Dramaturg Roman Dolzhansky
Coprodotto da Dailes Theatre Latvia e Ekaterina Yakimova
Scene e costumi Oleg Golovko
Video designer Alexander Lobanov
Sound designer Timofei Pastukhov
Disegno luci Oskars Paulins
Coreografia Anna Abalikhina
Produzione video Anastasia Zhuravleva
Direttore della fotografia Vladimir Burtsev
Produttore esecutivo e Direttore amministrativo Irina Paradnaya
Produttore esecutivo Yara Ziva-Chernova
Assistente di produzione Elias Kuznetsov
Direttore di produzione Siarhei Rylko
Tecnico suono Filippos Karetsos
Tecnico luci Alexandros Ioannis Hill
Media server operator Anton Rodionov
Video production opareator Andrei Mytnik
Operatori video Frol Podlesnyi, Aliakander Razuvalau, Pavel Minarskii
Direttore di scena Ksenia Vinichenko
Tour management Flow projects e Bormio con il sostegno di Blavatnik Family Foundation

Sabato, 22 luglio 2023 – n°29/2023

In copertina: John Malkovich e Ingeborga Dapkunaite – Foto: GioKardava

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