venerdì, Aprile 19, 2024

Società

Gli abiti che abita la donna

Chiara Ferragni a Sanremo con quattro abiti che criticano le mancate libertà della donna

di Alessia Fondelli

Firmati Dior, nati dalla collaborazione dello stylist Fabio Maria D’Amato e dalla direttrice creativa di Dior, Maria Grazia Chiuri, gli abiti raccontano tutto ciò su cui l’influencer crede e combatte ormai da anni attraverso i suoi post sui social. I diritti delle donne, la libertà, gli haters, chi discrimina o commenta in modo sessista le donne. Chiara si fa rappresentante di tutte le donne, ma non tutte lo accettano e sono le stesse che sotto i suoi post Instagram commentano “Perché non ti rifai il seno”, “Ma sei mamma escort”, “Il culo vero è flaccido”, “Disgusting”, “A breve il porno”, frasi che riporterà nell’abito “the hate dress”.

Una donna non può permettersi di indossare un abito più sexy dopo essere diventata madre ? È ciò che sostiene l’influencer.

Si tratta di abiti ben studiati con un un forte rilievo mediatico, in particolare, il profilo Instagram della Ferragni in cui ogni abito viene dettagliatamente denominato e spiegato.

IL MANIFESTO: un abito lungo nero con ampia gonna. Le spalle coperte da una bianca stola con la scritta “Pensati libera”. Libera da tutti gli stereotipi e le regole canoniche di bellezza, fisicità e pensiero imposte dalla società.

LA NON VERGOGNA: Un nude look, che in realtà è un disegno del suo corpo, accompagnato da un monologo in cui Chiara scrive alla se stessa bambina. “Sei abbastanza, lo sei sempre stata, tutte quelle volte che non ti sei sentita abbastanza brava, bella o intelligente, lo eri. E sai in quanti momenti ti sentirai ancora così? Tantissimi. Questo, per esempio, è uno di quei momenti, ed è normale che lo sia. Le sfide più importanti sono sempre nella nostra testa e sono sempre con noi stesse

Postata con una mela in mano, come Eva, la prima donna della storia indotta a provare vergogna.

Questa illusione di nudità vuole ricordare a tutte il diritto e l’uguaglianza di genere che hanno nel mostrare, disporre di se stesse senza doversi sentire giudicate o colpevoli. Questa illusione di nudità vuole ricordare che chiunque decida di mostrarsi, o sentirsi sexy non autorizza nessuno a giustificare le violenze degli uomini o ad attenuarne le colpe. Questo è il corpo di una donna, quello di Chiara Ferragni che vorrebbe dare voce a tutte le donne del mondo a cui vengono imposti divieti e abusi, a tutte coloro a cui viene detto che il loro corpo genera vergogna, che è solo un oggetto del desiderio o che istiga al peccato. Questo è il corpo di tutte. Chi è senza peccato scagli la prima pietra!” cita.

L’ODIO: abito bianco, lungo e con una spalla scesa con scritte di rabbia e di cattiveria che gli haters tutti i giorni le rivolgono. La direttrice artistica ha voluto rappresentare l’abito come parole scritte su un libro per accentuare l’importanza del disprezzo che racconta

LA GABBIA: una aderente tuta in strass dorati che proprio come una gabbia è resa intrappolata da una gonna trasparente che si può togliere, liberando ogni imposizione, ogni corpo, qualsiasi forme abbia, e ogni comando e ordine imposto dalla società. Chiara Ferragni è stata fotografata insieme alla figlia Vittoria. Liberare le nuove generazioni dagli stereotipi di genere nei quali spesso le donne si sentono ingabbiate

Una speranza che riponiamo nelle bambine di oggi che saranno le donne di domani.

Spesso ti sentirai in colpa, quasi sbagliata per avere altri sogni oltre la famiglia. La nostra società ci ha insegnato quando diventi madre, sei solo una mamma. Quante volte la società fa sentire in colpa le donne perché lavorando stanno lontane da figlie? Praticamente sempre. E quante volte gli uomini? Mai. Ma ti dico una cosa: se farai sempre il tuo meglio per i tuoi figli e loro sono sempre in cima ai tuoi pensieri, sarai una brava madre, non perfetta, ma brava abbastanza”

Una lotta che da sempre esiste e che forse , speriamo di no, esisterà ancora a lungo.

Dai discorsi di Gloria Steinem e Betty Friedan, Emma Watson, dalle opere di Frida Kahlo, Yoko Ono, Marina Abramovic ai vestiti di Lady Diana oggi la moda in generale non ti rende più schiava ma è diventata un veicolo importante di messaggi reali e concreti.

Ovviamente i commenti negativi sotto gli ultimi post dell’influencer continuano, infatti Chiara non vuole controbatterli, data l’impossibilità, vuole che le donne credano più nel loro essere donne e soprattutto nella libertà di essere ciò che vogliono. Purtroppo è un concetto che si avvicina di più alle menti dei giovani, più sensibili e aperti alla nuova società.

Cito uno tra i tanti commenti: “Mentre le bambine infibulate, le spose bambine, le donne e abbandonate nelle Rsa, le disabili, quelle mutilate dal cancro, quelle costrette ad indossare il velo non esistono per il tuo cervellino, vero? Mi dispiace ma mostrandoti nuda non difendi le donne dalla violenza… la aumenti ancora di più. Non c’è bisogno della nudità per sentirsi libera, e spero che questo non sarà il futuro delle mie figlie”.

Mi dispiace per tutto l’odio e la rabbia, l’invidia e la gelosia che certe donne e certi uomini provano continuamente. Molti dei 28 mila commenti citano “vai a lavorare”, come se c’entrasse qualcosa. Ma soprattutto, tu donna che critichi una donna nel volersi esprimere nuda (che poi nuda non è), tu madre che non vuoi dare tale insegnamento alle tue figlie, e parli di tematiche certamente più importanti, che cosa fai per cambiare il mondo?

Assecondi gli stessi ideali per cui donne, vicine o lontane che siano, combattono e muoiono ogni giorno: “No, lì non posso andare”, “Questo vestito non posso metterlo”, “Devo pensare a questo, a quest’altro..” Ma a voi pensate mai?

Questo è il messaggio di Chiara Ferragni, e sinceramente sono d’accordo.

Sabato, 11 febbraio 2023 – n°6/2023

In copertina e dentro al testo le foto sono di Giampaolo Sgura – Foto courtesy The Blonde Salad

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