lunedì, Aprile 29, 2024

Società

È arrivato l’arrotino?

No, l’Epifania che tutte le “feste” porta via

di Samanta Giannini

Donneeeeeee è arrivato l’arrotino!!!! Vi piacerebbe eh? Invece no, è arriva la Befana! Le avete preparate le calze? Mi raccomando non autoreggenti, dopo le abbuffate natalizie le cosce potrebbero essere scambiate per delle belle faraone ripiene; rischiamo che qualcuno ce le cuocia in forno con le patate. Meglio optare per dei bei calzettoni di lana, ancor meglio se multicolor, diciamo “arcobaleno”, che fanno molto eco-trendy e gender fluid. Come la calzetta che la Commissaria europea per gli Affari Interni – non la portinaia del “Palazzo”- la svedesona  Ylva Johansson, in uno dei giorni più caldi del settembre belga, nel bel mezzo dell’ultimo simposio “Vonderlayano”, sferruzzava allegramente al “banco” del Parlamento.  Scandalo a corte! C’è una deputata che fa la calza! Beh dopo le scarpe, qualcuno si dovrà pure occupare di farci anche le calze, no? Poi, detto tra noi, io la capisco; ma chi ha voglia di ascoltare la “bell’olandesina” dagli zoccoli dorati ed i suoi deliri di onnipotenza? Io avrei persino steso il subbuteo ed improvvisato una partitella con la Norvegia o la Finlandia, insomma con una delle vicine di “casa Europa”. A dirla proprio tutta, avrei preferito che Ylva si alzasse in piedi e con voce ferma, nel suo più erudito svedese mandasse in un certo posto a reti unificate, la cara Ursula, ma del resto se una nasce “nonnetta” è bene che mostri ciò che di meglio sa fare in quel ruolo, ed il dissenso, oramai lo abbiamo ben capito, non è certo il talento della maggior parte delle “befane” europarlamentari.

Questo bel siparietto ci è stato così tanto sbattuto in faccia che la mosca al naso sul perché se ne parlasse tanto, sarebbe dovuta venire a tutti. Se una cosa viene sbattuta in faccia con così tanta enfasi, un motivo c’è, sempre. Non penserete mica che la “comunicazione” ci faccia fare focus su cose a caso, eh? Ah lo pensate ? “Ch’anim pure tenete!” In un mondo sempre più indirizzato alla simbologia – più o meno occulta-ta -, forse, e dico forse, una maggiore attenzione alle sensazioni, all’istinto, a quella vocina interiore forse andrebbe data.  Ah non gliela date? Non la sentite? La sento solo io? “Me possino!” Quella sensazione di sabbia nel vestito, quella sensazione quando frequenti uno, uno a caso, tanto cambia poco, e ti dici: “mmmmm questo tizio non me la racconta giusta, c’è qualcosa che non torna.” “Me possino”.  A volte occorrono mesi per capire, anche io ho avuto bisogno di tempo e giusta giusta proprio a Natale, ecco che mi arriva l’illuminazione, avvolta in un bel “pacco” col fiocco rosso, sangue, come quello che “ce stanno a levà dalle vene”, da sempre, goccia a goccia, così ce ne accorgiamo un po’ meno! Esattamente come le corna, che si sa vanno fatte diluite e con diversificazione! “Ve possino”.

Così, quando vidi il video, dissi: “Guarda te la Ylva come “ni dà” di diritto e rovescio; pronta per il Roland Garros”! Ma essendo io un po’ strana, la cosa non mi parve così tanto una casualità. Ylvotta nostra, quel giorno lì, che ce volevi dì? Come una moderna Penelope ci volevi far sapere che, in certi ambienti, di giorno, alla luce del sole e sotto gli occhi di tutti, si tessono “le trame”, ma di notte, con il favore delle tenebre in realtà si disfano? Cosa ci volevi dire? Staranno mica tramando qualcosa di ben preciso e siccome non ce lo puoi dire apertamente, ce lo fai intendere? Beh, io te lo dico Ylva, così criptico il messaggio è di difficile interpretazione anche per me, che ormai, si sa, ho un cervello piuttosto strano! Non mi resta altro che far fluire i pensieri, il primo dei quali si posa, leggiadra farfalla, sul primo fiore disponibile: la tecnica.

Io che di ferri, lane e punti ho cognizione grazie alle serate passate con la nonna, da bambina, a fare crochet, lei – sopravvissuta alla Spagnola, a due guerre mondiali, di cui una con due bimbi piccoli e col marito deportato – sosteneva che più sapevi fare, più studiavi e più tenevi gli occhi aperti, più probabilità avevi di cavartela.

Quello che la Johansson stava facendo non era mica una semplice maglia, una sciarpina a chicco di riso, né un golfino a maglia rasata, ma un “tubo”-lare a 3  “ ferri corti” con “doppia punta”, con le telecamere sapientemente puntate sulla sua postazione numero “222”. 

Partiamo dalla maglia “tubo”- lare. La donna più famosa al mondo ritratta a sferruzzare, il pigiamino più importante dell’universo, quello per Gesù,  è proprio la Madonna. No, non quella di Like a Virgin ma quella di Bertram. Pensa te la Johansson come punta in alto!

A partire dalla seconda metà del ‘900 il tubo più famoso al mondo fu quello catodico ovvero la vecchia e cara televisione. Ci hanno detto e ridetto che la televisione ha avuto per decenni una “benedetta” funzione “educativa” e a quanto pare ci hanno tirato su proprio bene; parliamo di anni in cui il livello di scolarizzazione non era certo elevato e intere fasce di popolazione avevano poca dimestichezza con lettura e scrittura, così laddove i giornali, più comunemente chiamati “il verbo” , non arrivavano ad informare, educare, erudire ci avrebbe pensato la TV. ‘Sti gran figli di benefattori! Tutto, o quasi, passava dal “tubo” catodico e guai a metterlo in discussione. Beh quello ancora oggi, del resto, l’ha detto la tv, fa pari con “lo dice la scienza”. No? Non vi risuona?  Ma scavallato il 2000 il “tube” più famoso è stato lo “You”: letteralmente “tu tubi”, “voi tubate”…insomma un altro  bel “tubo” americano per tutti, multitasking e per tutti i gusti. Americano fu il catodino di Farnsworth, inventore, e più o meno americani furono i  3 tubatori millennials che nel 2004  crearono (così dicono loro) una delle innovazioni più impattanti nella comunicazione planetaria. Tre ragazzotti, più o meno americani, tre “bambori” che nel giro di un anno vendono tutto a Google per qualche miliardo di dollari. Come direbbero gli americani? Very “cool”! eh si che cul? Li possino !!!

Ma torniamo alla “mezza calzetta” più cliccata d’Europa. Abbiamo detto che per creare un tubo-lare si usano solo ferri corti a doppia punta, giusto? Fin qui ci siamo, giusto? Sarà un caso, ma solo un caso eh, che per ferro corto, si intenda un coltello a lama corta, meglio conosciuto come pugnale?  Mah chissà, fatto sta che i ferri corti sono sempre stati l’ultimo baluardo di difesa/attacco nei combattimenti corpo a corpo allorquando le spade, le lance, o qualsiasi altro ferro lungo, ai tempi in cui le bombe erano ancora sconosciute, si spezzavano o si perdevano  in battaglia. Praticamente nel momento in cui si è alla frutta, al caffè, ma che dico caffè, all’ ”ammazza”- caffè, quando non c’è più niente da fare, quando appunto siamo “ai ferri corti”

Direte voi “e quindi “?  No, niente di che, ragiono a voce alta e mi vado a riguardare cosa ci dice la Bibbia a proposito di ferro. Ecco, per Samuele, ad esempio è “simbolo di forza ma anche di violenza e “schiavitù”. Che hai detto Samu? Schiavitù? Dopo millenni stiamo ancora a parlare di schiavitù? Ma che mi dici? Mi vuoi dire che potrebbe non essere proprio un caso se si inquadrano i “ferri” della Ylva,  mentre Ursulona sta parlando di Intelligenza Artificiale? Non è un caso neanche che quel preciso “frame” si trovi, pochi istanti dopo su quel “Tube” di cui sopra  e diventi “virale”? “Oh via Samuele, te, tu sei fissato però.” Giustamente Samuele offeso, potrebbe dirmi, “si si, io sarò anche fissato, però se ripenso a quando, nel 2015, una certa stampa mondiale, parlò di terza intifada, ribattezzandola l’“Intifada dei coltelli”, dei pugnali , ergo dei ferri corti, che di fatto non è nemmeno, forse, effettivamente mai decollata, beh io a qualcosa di strano penso, soprattutto se, esattamente un mese dopo che la  “mezza calzetta”,  “tubo-lare”, a “ferri corti” imperversa sui social do’ todu u mundo,  “laggiù” si scatena l’Apocalisse.” Allora chiedo: “Ma con angeli o senza angeli ?” Dice Samuele: “ Beh se la parola di Dio dice il vero, gli Angeli dell’Apocalisse, detti “Dominazioni” (non a caso) stanno sotto il “comando” diretto dei Serafini e si sa, loro sono i più vicini a Dio.”  “Scusa Samuele ora io non mi voglio fare gli affari tuoi, ma come è possibile che gli angeli di gerarchia più elevata, quelli più vicino a Dio, quelli che dipendono strettamente da lui possano imporre ad altri l’esecuzione della violenza, del dominio?”

Esempio di angelo serafino, la quale caratteristica è avere sei ali

“Cara cocca, l’argomento è piuttosto complesso.  “Hic et nunc” posso solo farti sapere che nel libro del collega Ezechiele, la parola Adonaj, Mio Signore, viene pronunciata 222 volte”. Ma dai ? “Eh si. Ti aggiungo anche che la Cabala comunica per mezzo dei numeri. Il metodo con cui lo fa è la Ghematria, ovvero la traduzione delle parole ebraiche in numeri. Sarà un caso, ma la parola Saraf , Serafino, corrisponde al numero 580 e la parola Nachash, serpente (sembianza che i Serafini assumono uscendo dal regno di Dio per scendere nei luoghi più bassi ed addentrarsi nei meandri del male) corrisponde al numero  358. La differenza tra la ghematria di Seraf e Nachash è proprio 222. Ma, 222, è anche “rakhav”, “cavalcare”, la radice che indica il viaggio sul Cocchio Celeste. Ciò sottolinea come un viaggio mistico possa contenere anche fasi di discesa nei mondi inferiori, come fanno appunto i Serafini, i quali non è che se la cavano senza penare ed il loro ritorno al fianco di Dio è estremamente gravoso.”

“Oh Samu, però così mi confondi; dici e non dici; non sei chiaro; non si capisce dove vuoi andare a parare. Non ti far dire che “sei proprio un ‘omo”.

“Chi vorrà intendere, intenderà e chi ci vorrà vedere, vedrà. Epifania è la Manifestazione della divinità in forma visibile. Tu segui il consiglio di nonna e tieni gli occhi aperti, sempre”.

Sabato, 6 gennaio 2024 – Anno IV – n°1/2024

In copertina: Ylva Johansson e Ursula Von der Leyen

Condividi su: