lunedì, Ottobre 07, 2024

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Dalla Luna a Marte, gli statunitensi bramano i pianeti

La privata SpaceX alla conquista del sistema solare

di Laura Sestini

Mentre i comitati globali anti 5G si prodigano per riuscire a spuntarla sui propri governi cercando di indurre degli studi biomedici ufficiali sugli effetti delle onde millimetriche – ovvero quelle adatte alla trasmissione della comunicazione di quinta generazione – sulla salute umana, prima che la rete wireless si sviluppi in maniera incontrollata, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, in territorio statunitense, Elon Musk, indisturbato e anche non particolarmente preoccupato delle ricadute ecologiche, ha appena rilasciato nello spazio 60 satelliti anatroccolo (perché tutti in fila, anche detti a sciame) per la comunicazione globale d’avanguardia a banda larga – che già raggiungono un totale di 482 sui 12.000 previsti, in orbita terrestre bassa, dal suo progetto Starlink, attraverso il lancio effettuato dall’azienda aerospaziale SpaceX.

Ma chi è Elon Musk? Per i meno avvezzi alle cronache statunitensi, Elon Reeve Musk – 48 anni – è stato posizionato al 25° posto tra le persone più potenti al mondo, per il 2018, e al 34° posto tra le più ricche nel 2019 – secondo le classifiche della rivista Forbes.

Senz’altro, il signor Musk, si può catalogare come un importante imprenditore, essendo amministratore delegato e co-fondatore di Tesla, la casa automobilistica statunitense di veicoli elettrici con studi offerti opensource e ripresi anche da Toyota e altre industrie dei trasporti, nonché di SpaceX e altre aziende correlate; mentre, allo stesso tempo, può essere decritto come un futuristico visionario, degno dei migliori romanzi fantascientifici o il regista di una neo serie di Star Wars in versione realistica, dalle quali potrebbe aver tratto anche qualche spunto – chissà.

La carriera tutta in ascesa di Elon Musk inizia nel 1995, con l’elaborazione di un software di street finder (guida delle città) per l’editoria, sviluppato attraverso dei finanziamenti privati che, a distanza di soli 4 anni, gli fa guadagnare circa 22 milioni di dollari – tale è la quotazione del 7% posseduto – alla cessione dell’azienda che aveva sviluppato ciò che oggi si usa descrivere come un’App.

L’acuta perspicacia lo vede subito dopo nei panni di inventore di un sistema di trasferimento di denaro online, che ben presto si trasformerà nel popolare – cambiando nome – servizio di pagamento digitale PayPal, attività venduta nel 2002 a Ebay, che incrementerà il patrimonio di Musk di 1,5 miliardi di dollari, parte dei quali verranno investiti in Tesla e in SpaceX, oltreché in Solar City, azienda di energia elettrica a base solare, co-fondata e in seguito acquistata da Tesla.

Facendo un passo indietro, ai satelliti Starlink per la comunicazione, è obbligatorio descrivere SpaceX, la prima azienda aerospaziale privata al mondo che costruisce con l’obiettivo di organizzare viaggi per turisti e trasporto commerciale cosmico e che, nel mentre i voli raggiungeranno prezzi più popolari (ma sempre di portata milionaria), parallelamente collabora con l’agenzia spaziale statunitense Nasa – per progetti interplanetari – mettendo a punto dei sistemi di trasporto riutilizzabili dopo ogni lancio, le Starship Falcon Heavy, che hanno già abbondantemente doppiato la ex Space Shuttle, in potenza ed economicità.

In pratica, i lanci di satelliti per le telecomunicazioni di SpaceX stanno attualmente – ma con le dovute proporzioni – come giocare ai soldatini oppure partecipare davvero alla guerra: dei ‘passatempo’ collaterali ai programmi spaziali, di ben più ampia portata sia economica che sperimentale.

Infatti, il 30 maggio scorso, dal Kennedy Space Center, è stata lanciato il primo volo di Dragon Crew, la capsula per il trasporto umano che si sgancia dopo due minuti di volo dalla navicella principale, interamente ideata e costruita dalla privata SpaceX, per condurre due astronauti statunitensi – i veterani Doug Hurley e Bob Behnken alla Stazione Spaziale Internazionale, evento commentato dal Presidente Trump su Twitter con queste parole: «Congratulazioni a @ElonMusk e @SpaceX per il lancio del #FalconHeavy riuscito con successo. Questo risultato, insieme ai partner commerciali e internazionali della @NASA, continua a mostrare il massimo dell’ingegnosità americana!».

Per la prima volta astronauti della Nasa volano con il trasporto di privati, e ciò sembra davvero l’avvio dell’era del ‘turismo spaziale’.

SpaceX è stata fondata nel 2002, con mission principale – dell’inventore Elon Musk – la colonizzazione del pianeta Marte, l’unico astro che abbia qualche affinità con la Terra per la possibile sopravvivenza della razza umana.

Se tutto andrà secondo i piani – entro 100 anni – sul Pianeta rosso potrebbe essere impiantata una colonia umana, autosufficiente, di un milione di persone. In questo periodo di tempo si attuerebbe una terraformazione di Marte, ovvero un processo di cambiamento del clima (attualmente la temperatura minima arriva fino a -163°C e la massima a +25), e la realizzazione di una biosfera, adattando il pianeta il più vicino possibile a un ambiente che permetta la sopravvivenza di specie terrestri.

Esperimenti sulle piante alla Stazione Spaziale Internazionale
Foto – Courtesy ©NASA/Leif Heimbold

Se è vero che gli scienziati prevedono, tra qualche miliardo di anni – a causa dell’evoluzione nucleare della stella madre del nostro sistema solare, il Sole, che aumenterà l’emissione delle sue radiazioni termiche (evento dovuto al fatto che, in realtà, è una stella in estinzione) – che la vita sulla Terra sia messa in pericolo, e immaginano delle vie di fuga; è altrettanto vero che la progettazione di viaggi commerciali interplanetari è indirizzata proprio alla commercializzazione dei pianeti, in primis per le risorse minerarie che custodiscono.

Lo stesso Trump, un paio di mesi fa firmò un documento per la conquista commerciale della Luna, satellite che ricordiamo essere patrimonio di tutti e non esclusivo degli Usa, e lo sfruttamento delle sue risorse naturali. La stessa Nasa studia l’ipotesi della colonizzazione di Marte almeno dal 2008.

Musk, nel giustificare la colonizzazione di Marte, si dice convinto che la vita sulla Terra sia destinata a finire, e di questo, almeno per come stanno andando le cose finora – per il suo sfruttamento ambientale e le guerre fratricide in più parti del mondo, e persino senza essere degli emeriti scienziati – siamo convinti anche noi. Nonostante ciò, non ci pare che questo sia un buon motivo per andare a scomodare altri pianeti, dato che l’alternativa più facile e intuibile sarebbe dare una direzione diversa alla vita massificata e capitalistica sulla stessa Terra; anche tenendo conto del fatto ineludibile che né noi né tantomeno Musk o Trump saremo in questa dimensione tra 100 anni, e nel frattempo i prossimi a venire potrebbero godere di un mondo più pulito ed eticamente più equo.

Nel frattempo, giusto per non smentire il lato prettamente commerciale della questione turistica interplanetaria, la SpaceX ha firmato un contratto con il magnate e mecenate giapponese Yusaku Mauzawa, per un volo circumlunare.

Il miliardario nipponico viaggerà insieme a degli artisti – omaggiandoli della gita spaziale – che dovrebbero in seguito produrre delle opere nate dalle emozioni provate dalla vicinanza lunare. Il tour/progetto, previsto per il 2023, della durata di 6 giorni, si intitola Dear Moon; il ricavato delle opere prodotte dalle influenze lunari andrà a finanziare dei progetti per la pace sulla Terra, che a nostro avviso potrebbero essere già sovvenzionati, risparmiando i milioni di yen, dollari o euro che siano, spesi per viaggiare intorno alla Luna dal miliardario giapponese.

Qualcosa davvero non quadra, e non c’è bisogno di essere grandi geni per capirlo, neanche di fronte a tutta la spinta che i Governi, in Cina, in Europa, negli Usa, stanno dando all’installazione del 5G, sordi alle più basilari richieste dei cittadini terrestri.

In copertina: Il lancio di Falcon Heavy di SpaceX. Foto – Courtesy ©NASA.

Per approfondire:
https://www.nasa.gov/specials/dm2/index.html
https://web.archive.org/web/20170316113324/http://www.asi.it/it/news/uno-scudo-per-latmosfera-di-marte
https://www.space.com/31388-elon-musk-colonize-mars-now.html

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