martedì, Ottobre 08, 2024

Italia, Politica

Assorbenti, profilattici e tabù culturali

L’Italia degli eterni ritardi

di Laura Sestini

Ha già raccolto oltre 577 mila firme la campagna contro la tampon tax avviata nel 2018 da un’associazione “di ragazze tra i 14 e i 30 anni che hanno come obiettivo il raggiungimento dell’uguaglianza tra i sessi”, come si autodescrivono sul profilo Facebook di Onde rosa.

La battaglia di Onde rosa si scaglia contro un’ingiusta Iva al 22% che grava sugli assorbenti femminili – come se non fossero un bene di prima necessità, quale in realtà si dimostrano mediamente per 40 lunghi anni, durante i cicli mestruali mensili della vita di ogni italiana. Un prodotto di cui le donne non possono proprio fare a meno, con un dispendio di oltre un migliaio di Euro, negli anni fertili, periodo che si conclude in media intorno ai 50 anni.

Secondo i dati della Camera dei Deputati, ogni donna nel corso della sua vita fertile deve affrontare 456 cicli mestruali, in tutto 2.280 giorni – equivalenti a sei anni e tre mesi – e 1.704 euro di spesa solo per gli assorbenti.

La questione diventa grottesca quando i beni necessari al ciclo mestruale (assorbenti esterni, tamponi interni, coppette e spugne mestruali), con la loro aliquota Iva da beni di lusso, sono messi a confronto con altri beni considerati essenziali e rientranti nell’Iva al 4 o 5% – tabelle dove si chiede di inserire anche gli assorbenti femminili. Nelle medesime, infatti, rientrano, ad esempio, il tartufo (bene assolutamente essenziale soprattutto in tempi di pandemia, per soddisfare almeno i peccati di gola, sigh) e i fertilizzanti, tra i quali quelli chimici e potenzialmente inquinanti. Il ciclo mestruale non è, però, una scelta e neanche un lusso: chiediamolo alle donne che ogni volta non stanno in piedi dai dolori addominali, che accompagnano spesso la regolare cadenza mensile.

Su questo tema, una proposta di legge fu avviata già nel 2016, e infine bocciata, ma riammessa nel 2019 per un’azione dell’ex Presidente della Camera, Laura Boldrini, prima firmataria, e di un nutrito gruppo misto di deputate donne. L’esiguo risultato ottenuto, inserito nella legge di Bilancio 2020, riguarda i prodotti igienici femminili biodegradabili, compostabili o lavabili e le coppette mestruali – che mediamente costano quasi il doppio dei prodotti usa e getta – inseriti da gennaio 2000 nella tabella Iva al 5%. Tali prezzi – già alti, anche nella categoria più commerciale – molte donne e famiglie non possono permetterseli, e inoltre i prodotti non sono facili da trattare in senso igienico. Infine, non sono nemmeno facili da trovare, sugli scaffali dei negozi. Per quanto concerne la tampon tax, era previsto nuovamente l’inserimento nella Legge di bilancio 2021, ma nulla è accaduto.

In Europa, le correnti ‘etiche’ su questa tematica non hanno raggiunto i medesimi obiettivi. Infatti, mentre la virtuosa Irlanda ha totalmente detassato i prodotti igienici femminili, la Germania li ha portati recentemente dal 19 al 7% e la Francia li posiziona al 5,5%. Alcuni Stati – quali Norvegia, Danimarca e Svezia hanno la tassazione al 25%. Il podio in negativo in Europa spetta all’Ungheria con il 27% di tassazione Iva. Giusto per informazione, anche in altri Paesi del mondo, i prezzi dei prodotti igienici femminili gravano pesantemente sui bilanci familiari – e sono spesso sproporzionati ai redditi locali.

Se i differenti governi italiani sembrano quasi ignorare questa tematica, e il ciclo mestruale rimane un tabù anche culturale, qua e là sul territorio italiano spuntano iniziative a sostegno della causa. Già nel 2019, a Guardistallo, in provincia di Pisa, il sindaco Sandro Ceccarelli, su indicazione della vice-sindaco Rosanna Salvatore, ha predisposto la detassazione completa dei prodotti igienici femminili acquistabili nella locale farmacia comunale. Lo stesso accade dal 1° marzo 2021 nelle farmacie comunali di Pontassieve, in provincia di Firenze, con un ulteriore sconto applicato dal Comune stesso. Altra iniziativa degna di nota sono i distributori automatici di assorbenti, a prezzo calmierato, installati presso l’Università degli Studi di Milano. Senz’altro una vittoria per le studentesse e le docenti donna – non solo in senso economico – nonché un grande passo avanti in ambito culturale che ricolloca il ciclo mestruale nella ‘normalità’ della vita al femminile.

Parimenti ai prodotti igienici femminili per il ciclo mestruale, l’Iva al 22% è imposta anche sui pannolini dei bambini e i pannoloni per gli anziani e i disabili. Davvero beni di lusso – ironizziamo – per moltissime famiglie italiane che ne devono affrontarne i costi.

Dopo il quadro generale in materia di tampon tax, affrontiamo in parallelo il problema della tassazione Iva sui profilattici maschili e femminili – invischiato anch’esso tra le pieghe dei disegni di legge proposti su tematiche sensibili per la società civile. Senza indugiare sui dettagli tecnici, dei quali si può essere informati consultando il il testo fermo al Senato, la parte più interessante da indagare è quella culturale e sanitaria.

Dal punto di vista culturale, sappiamo quanto il sesso sia ancora lontano dall’essere trattato alla luce del sole nel nostro Paese – tabù dei tabù – al pari, se non di più del ciclo mestruale (saranno i genitali in sé che creano disagio?), seppur qualche volta, ma molto vagamente e da lontano, per timore di incontrare il peccato flagello dell’anima, si sente accennare all’educazione sessuale da inserire nei programmi scolastici. Ma – alla stessa maniera delle richieste sulle declassazioni Iva – tali propositi sono ben lungi dall’essere affrontati a livello pubblico, mentre i fascicoli rimangono ad ammuffire nei cassetti del Parlamento. Gli stessi leghisti e la destra italiana – tutti ‘casa, famiglia e Papetee’ – seppure aborriscano l’idea dell’interruzione volontaria della gravidanza, non accennano all’ipotesi dell’educazione sessuale per gli adolescenti, che li tenga lontani più consapevolmente dalla pratica abortiva o dalla pillola del giorno dopo.

Verifichiamo quindi – a sostegno della declassazione Iva per i profilattici maschili e femminili che dovrebbe ridurne il prezzo e, quindi, incentivarne l’uso – l’utilità del profilattico dal punto di vista sanitario e approfondiamo il tema delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2016 a livello globale si sono stimati 376 milioni di nuovi casi di 4 IST tra le più diffuse e curabili (infezione da Chlamydia trachomatis, gonorrea, sifilide e infezione da Trichomonas vaginalis), in donne e uomini di età compresa tra i 15 e i 49 anni. In particolare, 127 milioni di nuovi casi di infezione da Chlamydia trachomatis, 87 milioni di gonorrea, 6 milioni di sifilide e 156 milioni di tricomoniasi. Inoltre, si è stimato che, a livello globale, oltre 500 milioni di persone vivono con l’infezione genitale da herpes virus (Herpes simplex virus – HSV), circa 300 milioni di donne hanno un’infezione da Papilloma virus (HPV) (alcuni ceppi del quale sono la causa principale del cancro al collo dell’utero), e 240 milioni di persone vivono con un’infezione da epatite B. Le infezioni da epatite B sono prevenibili con la vaccinazione e l’HPV, ovviamente, grazie al preservativo. Infine, sempre secondo le stime dell’OMS, nel 2016 circa un 1 milione di donne in gravidanza hanno contratto la sifilide, responsabile di più di 350.000 esiti avversi alla nascita, tra i quali 200.000 neonati nati morti o deceduti dopo la nascita. Qui potrete scaricare una monografia, di facile consultazione per gli adolescenti, sulle IST.

Sul testo della proposta di legge citata si documenta inoltre che: “Nella relazione AIDS 2016, inviata al Parlamento il 2 agosto 2017 emergono cifre significative. Secondo i dati del report UNAIDS (Joint United Nations Programme on HIV and AIDS), nel 2015 ci sono  state, in tutto il mondo, oltre 2 milioni di nuove diagnosi di infezione da HIV e sono 36,7 milioni le persone che vivono con l’infezione da HIV. Gli ultimi dati forniti dal Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC), riferiti al 2015, riportano 29.747 nuove diagnosi di infezione da HIV nei 31 Paesi dell’Unione europea e European Economic Area (EU/EEA). L’Italia, con un’incidenza del 5,7 per 100.000 abitanti, nel 2015, si posiziona al tredicesimo posto rispetto ad altri Paesi dell’Europa occidentale. Nel 2015, l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è diminuita lievemente rispetto ai tre anni precedenti. I dati diffusi dal Centro studi investimenti sociali (CENSIS) sulle conoscenze in materia di sessualità e rischi connessi nel mese di febbraio 2017 fanno emergere che il 43,5% dei giovani italiani tra i 12 e i 24 anni ha già avuto rapporti sessuali completi. La quota sale al 79,2% tra i 22 e i 24 anni. L’età media al primo rapporto sessuale è di 16,4 anni, 17,1 anni è l’età media al primo rapporto completo. Il 92,9% di chi ha avuto rapporti sessuali completi dichiara di stare sempre attento per evitare gravidanze, ma una quota minore (il 74,5%) si protegge sempre per evitare infezioni e malattie a trasmissione sessuale. La distinzione tra contraccezione e prevenzione non è sempre chiara tra i giovani. Il 70,7% usa il profilattico come strumento di prevenzione, ma il 17,6% dichiara di ricorrere alla pillola anticoncezionale, collocandola erroneamente tra gli strumenti di prevenzione piuttosto che tra i mezzi di contraccezione”.

Crediamo che questi numeri bastino a far riflettere su quanto sia urgente l’incentivazione, tramite prezzi più abbordabili, dell’uso dei mezzi più facili da reperire per proteggersi dalle IST, ovvero i profilattici maschili e femminili; ma ancora più opportuna e urgente sarebbe l’approvazione della didattica (anche a distanza va bene, così nessuno si sentirà a disagio) sull’educazione sessuale alle nuove generazioni – benché anche gli adulti pecchino di poca consapevolezza. Un passo che superi i dogmi della Chiesa, e dei nazionalsovranisti, per una Repubblica davvero laica e democratica – quale l’Italia è, spesso, solo sulla Carta Costituzionale.

https://www.change.org/p/stop-tampontax-il-ciclo-non-è-un-lusso

https://www.epicentro.iss.it/ist/epidemiologia-mondo

https://www.epicentro.iss.it/ist/documentazione-italia

https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/sexually-transmitted-infections-(stis)

Sabato, 13 marzo 2021 – n°7/2021

In copertina: tamponi per ciclo mestruale e profilattici maschili

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