La perla dell’arcipelago toscano
Testo e immagini di Laura Sestini
L’isola di Pianosa è da pochi anni nuovamente visitabile dal pubblico – dopo la chiusura definitiva dell’istituto penitenziario, nel 1998, dove erano reclusi, dopo gli attentati a Falcone e Borsellino, membri appartenenti alle cosche mafiose in regime di massima sicurezza.
Tra le più piccole perle dell’Arcipelago Toscano, Pianosa è molto ambita per la spiaggia di sabbia chiara e le acque cristalline di Cala Giovanna, l’unica parte delle sue coste dove è permessa la balneazione.
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La quasi totalità degli immobili – che una volta ospitavano una piccola comunità, comprensiva di una scuola per i bambini che qui abitavano – è in stato di abbandono.
Nonostante ciò, l’ambiente irradia un grande fascino e stuzzica la curiosità di immaginare come potesse essere la vita quotidiana in questo fazzoletto di terra in mezzo al Mar Tirreno, di soli 10,2 km².
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Pianosa deve il nome alla morfologia del suo territorio, che ha un’altezza massima di 29 metri slm.
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Da Cala dei Turchi, prospiciente il piccolo borgo abbandonato di Pianosa, nei giorni di cielo terso si può scorgere l’isola di Montecristo, altro gioiello del paesaggio toscano.
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riproduzione vietata
L’isola di Pianosa è particolarmente tutelata per il suo patrimonio naturale, tantoché al pubblico è permessa la visita in solitaria di una piccola parte. Sull’isola sono però presenti le guide ambientali, con le quali è possibile intraprendere interessanti escursioni alla scoperta di altre aree naturalistiche, tra calette inaspettate e i profumi della macchia mediterranea.
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Per raggiungere l’isola si può partire dal porto di Piombino, sulla terra ferma, o da Marina di Campo, sull’isola d’Elba. Durante la stagione estiva i collegamenti sono giornalieri tramite una compagnia marittima privata; al contrario, per il resto dell’anno, con i traghetti di linea, è davvero un’impresa.
Sull’isola si può anche pernottare in un piccolo hotel con pochissime camere, ricavato in un edificio ristrutturato, gestito da una cooperativa che include tra i suoi dipendenti anche alcuni detenuti a fine pena.
Meta di esilio penale già in epoca dell’antica Roma, ancora ne rimangono tracce grazie a un anfiteatro e ai recenti scavi – tuttora in corso – della villa di Agrippa Postumo, ex erede dell’Imperatore Augusto.
In copertina: Sullo sfondo l’isola d’Elba vista da Cala Giovanna (riproduzione vietata).