venerdì, Luglio 11, 2025

Notizie dal mondo

Viaggio nel Kurdistan iracheno

Una delegazione di Verso il Kurdistan in visita in Shengal

di Antonio Olivieri

Primo giorno – Il 16 maggio, e’ partita la delegazione dell’Associazione Verso il Kurdistan diretta in Iraq, con l’obiettivo di monitorare i progetti in corso o conclusi in quell’area.

Il gruppo, composto da attivisti e attiviste provenienti da varie parti d’Italia, e’ arrivato ad Amman verso mezzanotte per poi proseguire per Baghdad.

A Baghdad, aspettava un referente con due taxi, mentre tutt’intorno era un pullulare di poliziotti e militari per il summit dei Paesi arabi.

La distanza che separava da Hawler (Erbil), capitale del Kurdistan iracheno, prima tappa del viaggio, era di circa 400 chilometri percorsi attraverso una pianura arida, polverosa e brulla per l’avanzata incipiente del deserto.

Nonostante i diversi timori della vigilia, non sono state incontrate difficolta’, se non al check point di entrata della regione del Kurdistan iracheno, dove i poliziotti hanno registrato i nomi dei passeggeri ed hanno perquisito i bagagli. Il pomeriggio e’ stato impiegato per stabilire alcuni contatti successivi per il prosieguo delle attivita’ della delegazione e per fare gli acquisti finalizzati all’autofinanziamento delle attivita’ dell’Associazione.

18 maggio: durante la mattina la delegazione ha incontrato il partito Dem (Partito dell’Uguaglianza e della Democrazia) che ha la sede irachena a Erbil. Il Dem Parti, nel Kurdistan iracheno non può partecipare alle elezioni, sebbene non sia fuori legge. Al responsabile, Murat Şen, ex co-sindaco di Sirnak (Turchia), destituito dal suo incarico dal governo turco nel 2019, secondo la consueta politica di Erdoğan contro i Curdi, sono state poste delle domande.

Riguardo al processo di pace in corso in Turchia ci ha risposto che l’attuale è diverso da quello del 2013, proposto da Öcalan, perché nel precedente era coinvolto solo il partito di Erdoğan (AKP) mentre oggi è l’intero parlamento turco

Rispetto al campo dei rifugiati politici di Makhmour, dove vivono circa 15mila persone, Murat afferma che è stato abbandonato dall’UNHCR, ed ora dipende dal governo centrale iracheno che discrimina pesantemente i suoi abitanti. Il campo rischia di essere chiuso senza un progetto di ricollocazione della popolazione. Ci chiede di fare pressione in Italia e in Europa nei Parlamenti e di far conoscere la loro realtà e situazione.

Infine, rispetto alla Siria, Murat vede positivamente le trattative tra il nuovo presidente siriano al-Sharaa e la DAANES (Amministrazione democratica autonoma della Siria di Nord-Est).
Murat ha salutato con la frase: “i Turchi non hanno paura delle armi dei Curdi, ma dei loro pensieri”.

Nel pomeriggio la delegazione ha tentato di entrare nel campo profughi di Makhmour, dove da molti anni l’Associazione finanzia progetti di solidarietà. Dopo varie difficoltà ai check points i delegati sono giunti e davanti al campo, dove al di là del filo spinato c’era il presido permanente di protesta degli/delle abitanti di Makhmour. Dopo una lunga trattativa con i militari è stato comunque negato l’ingresso senza una spiegazione. Alcuni abitanti del campo hanno tentato inutilmente l’intermediazione per il gruppo dei viaggiatori e si sono salutati con la speranza di vedersi presto.

La polizia ha obbligato il gruppo a ritornare a Erbil senza dare la possibilità di andare in altri posti. Sul canale WhatsApp del campo di Makhmour è stata pubblicata la notizia: “Urgente. L’esercito iracheno impedisce alla delegazione umanitaria italiana di entrare a Makhmour”.

20 maggio: la delegazione è arrivata a Mosul che, insieme alla siriana Raqqa, era la città più importante dello Stato Islamico (IS). Mosul si presenta come una città piena di rovine e distruzione, segno del passaggio dell’Isis. Nonostante siano trascorsi otto anni dalla caduta del Califfato, non c’è stata alcuna ricostruzione se non dei siti religiosi, come la moschea di al-Nouri, da dove Abu Bakral-Baghdadi ne aveva proclamato la nascita il 29 giugno del 2014.

Gran parte dei siti ricostruiti fanno parte del progetto UNESCO “Revive the Spirit of Mosul”.
Girando per Mosul si vede poca presenza femminile, nessuna nei locali e quasi unicamente nei mercati, in una città che presenta un evidente stato di degrado, nonostante sia la seconda città più importante dell’Iraq.

Il viaggio continua….. con nuovi report da leggere su https://versoilkurdistan.blogspot.com

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Sabato, 24 maggio 2025 – Anno V – n°21/2024

In copertina: Mosul (Iraq) – Immagini di Antonio Olivieri

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