giovedì, Gennaio 23, 2025

Teatro & Spettacolo

Valentina e i MUOStri

I “veleni” che intossicano e sabotano la Sicilia

di Laura Sestini

La Sicilia è una regione magica, un intreccio millenario di popoli e culture, fenici: cartaginesi, greci, romani normanni, bizantini, arabi, cuore pulsante del Mar Mediterraneo. Proprio la sua posizione strategica prospiciente sul mare nostrum e sul mondo arabo, il suo amabile clima e la sua rigogliosa natura, ne hanno sempre fatto ambizione e motivo di conquista di molti popoli diversi, non solo di navigatori mediterranei ma, in tempi molto più recenti anche transoceanici, come gli statunitensi.

Impresso nel titolo dell’interessante e ben girato docufilm di Francesca Scalisi, MUOS è acronimo di Mobile User Objective System, un moderno – e velenoso – sistema di comunicazione satellitare della Marina militare statunitense, di cui una delle quattro stazioni terrestri, dotata di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri, è posizionata a Niscemi, in Sicilia, provincia di Caltanissetta.

Il MUOS è utilizzato per il coordinamento capillare di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni, aerei senza pilota che saranno allocati anche nella base militare americana di Sigonella, in provincia di Siracusa. Niscemi è stata scelta in quanto sul suo territorio è già presente dal 1991 la base militare americana NRTF-8 (Naval Radio Trasmitter Facility) distante 60 km dalla base militare di Sigonella, operativa già dal 1959, utilizzata dalla Marina e dall’Aviazione militare statunitensi, dalla NATO e dalla Marina italiana.
Oggi l’installazione oggi si trova all’interno della Riserva Naturale Orientata della Sughereta di Niscemi, la quale è inserita nella rete di Natura 2000 come sito di interesse comunitario (SIC) e dista 6 km dalla città di Niscemi.

Il Muos, come qualunque base militare statunitense in territorio italiano, rappresenta un costo per la collettività: il nostro Paese si è impegnato a pagare il 41%  delle spese sostenute, una somma pari a 366,6 milioni di dollari, secondo gli ultimi dati, e destinati a salire.

Valentina e i MUOStri” è girato all’ombra dei giganteschi radar del sistema MUOS, e racconta una cronaca familiare, che del contesto militare statunitense circostante subisce i solo i lati negativi: dalle onde elettromagnetiche che causano danni alla salute, anche se studi sanitari dedicati non sono mai stati aperti a causa del segreto militare, agli ostacoli di viabilità intramezzati dai reiterati checkpoint delle forze dell’ordine italiane in perenne controllo di sicurezza del sito bellico a stelle e strisce, fino ai dispettucci dei militari statunitensi verso i niscemesi che non vogliono lasciare definitivamente quel territorio.

Al 65° Festival dei Popoli di Firenze, “Valentina e i MUOStri” si aggiudica il Premio di distribuzione CG Entertainment “POPOLI Doc” al Miglior Film Italiano, con una onorevole motivazione: “In un mondo che sembra premiare solo chi si dimostra forte e imperturbabile, la protagonista di questo film rivendica il proprio diritto ad essere fragile, e fare di questa fragilità, di quella del territorio in cui vive e delle persone che le stanno accanto, il punto di partenza emotivo per un percorso di crescita verso la libertà, la resistenza, la costruzione di un futuro migliore.”

Valentina e i MUOStri è un film documentario che rivela la vita quotidiana della provincia siciliana, la difficoltà a trovare un’occupazione dignitosa, l’autorità di un mondo ancora maschile, seppur addolcito dalla società globalizzata, la persuasione di non poter migliorare la propria esistenza, il senso di impotenza e rassegnazione di fronte ai “mostri”, nonostante le decennali battaglie sociali e politiche della cittadinanza.

Valentina, vuole però cambiare la sua condizione, dentro di lei cresce un sentimento di riscatto, non ci sta a sopportare ancora oltre il nulla cosmico e i soprusi sociali. Valentina è alla ricerca della sua strada, controcorrente, anche contro la sfiducia che il padre ha nei suoi confronti.

Il film esprime un fil rouge esistenziale con grande delicatezza, seppur l’atmosfera in cui vive la famiglia Terranova si muova dentro una routine meccanica, silenziosamente triste, dentro lo scorrere lento del tempo, senza illusioni o aspettative, dettata dall’ambiente e i suoi limiti militari e sociali. Una vita stratificata e in lotta su più fronti avversi, che racchiude metaforicamente tutti i problemi della bellissima Sicilia, seppur questi cambino tematica sociale, ecologica, lavorativa, a seconda dell’area geografica.

Bella la fotografia di Stefania Boni, educativa la trama familiare, ben incrociate le scene e le relazioni familiari, il montaggio. Realizzato da una troupe cinematografica tutta al femminile, Valentina e i MUOStri è una storia da conoscere.

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Valentina e i MUOStri

Genere: Documentario (Italia, Svizzera 2024)

Regia di Francesca Scalisi – 80′ min

Distribuzione di Dok Mobile

Sceneggiatura di Francesca Scalisi

Fotografia di Stefania Bona

Montaggio di Marzia Mete

Musiche di Olga Kokcharova

Produzione di Dok Mobile

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Sabato, 7 dicembre 2024 – Anno IV – n°49/2024

In copertina: una scena del docufilm “Valentina e i MUOStri” di Francesca Scalisi

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