Il presidente Erdoğan tenta ancora di estromettere dai giochi politici Ekrem İmamoğlu
di Nancy Drew
Non è la prima volta, in Turchia, che un sindaco regolarmente eletto venga improvvisamente arrestato con l’accusa di affiliazione ad organizzazione terroristica. Ciò succede dopo ogni elezione amministrativa nell’area curda del paese, dove in breve tempo i sindaci dei partiti pro curdi succedutisi, spesso eletti con percentuali altissime, vengono beffardamente destituiti da un giorno all’altro e sostituiti con funzionali statali, dei commissari, in lingua turca kayyum.
La detenzione del sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu, il 19 marzo scorso, insieme ad altri 106 funzionari comunali e politici, è una mossa direzionata politicamente per soffocare le attività politiche legittime, ha affermato Human Rights Watch. La detenzione arbitraria del sindaco mina i diritti degli elettori che lo hanno eletto e il più ampio processo democratico in Turchia.
L’ufficio del procuratore capo di Istanbul ha affermato di aver ordinato la detenzione di İmamoglu e di altri nell’ambito di due distinte indagini penali nei suoi confronti. La mossa è arrivata solo pochi giorni prima del 23 marzo, quando dovrebbe essere nominato dal Partito Popolare Repubblicano – Cumhuriyet Halk Partisi, CHP – il principale partito di opposizione all’AKP, per candidarsi contro il presidente Recep Tayyip Erdoğan alle elezioni alle prossime presidenziali. İmamoğlu è considerato il potenziale futuro presidente della Repubblica turca.
“Ekrem İmamoğlu e gli altri detenuti dovrebbero essere rilasciati immediatamente dalla custodia della polizia” – ha affermato Hugh Williamson, direttore per l’Europa e l’Asia centrale di Human Rights Watch. “La presidenza di Erdoğan dovrebbe garantire che i risultati delle elezioni municipali di Istanbul siano rispettati e che il sistema di giustizia penale non venga utilizzato come arma per fini politici”.
Usando le medesime strategie utilizzate con i politici curdi e, con carenza di fantasia, anche con le stesse imputazioni, negli ultimi cinque mesi l’ufficio del procuratore di Istanbul ha avviato una serie di indagini e detenzioni motivate politicamente contro i comuni governati dal Partito Popolare Repubblicano. Le due ultime indagini contro İmamoğlu, una riguardante presunti legami con il terrorismo e l’altra presunta corruzione, rientrano in questo schema.
Tra gli arrestati il 19 marzo figurano anche i sindaci di due distretti di Istanbul, Şişli e Beylikdüzü, membri del CHP.
I procuratori hanno avviato cinque procedimenti penali contro İmamoğlu, tutti basati su scarse prove di qualsiasi attività criminale. Il 18 marzo, l’Università di Istanbul gli aveva anticipatamente revocato il diploma universitario. Gli esperti legali turchi hanno ampiamente condannato la mossa come un abuso dell’autorità di ateneo nel tentativo di impedirgli di essere idoneo a candidarsi alla presidenza.
Il giorno degli arresti di İmamoğlu, l’ufficio del governatore di Istanbul ha vietato le assemblee pubbliche e le dimostrazioni a Istanbul tra fino al 23 marzo. A Istanbul i cittadini hanno subito la limitazione di Internet, per oscurare l’accesso ai social media e ai siti di notizie.
Prima delle detenzioni del 19 marzo, tre sindaci distrettuali e molti membri del consiglio comunale del Partito Popolare Repubblicano erano già stati posti in custodia cautelare a seguito delle dubbie indagini del procuratore capo di Istanbul per presunti reati di corruzione e legami con il terrorismo, addirittura con il PKK, il partito guidato da Öcalan, seppur lui stesso detenuto da 26 anni.
La mossa per accusare il Partito Popolare Repubblicano di legami terroristici con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) armato è iniziata con l’arresto e la rimozione, il 30 ottobre 2024, di Ahmet Özer, un professore universitario di 65 anni che è il sindaco del distretto di Esenyurt di Istanbul. Lo stesso giorno, un tribunale ha ordinato la sua detenzione preventiva per accuse di “appartenenza” al PKK e le autorità lo hanno rimosso dall’incarico, nominando al suo posto il vice governatore di Istanbul.
Il 13 febbraio, 10 membri eletti del consiglio del partito sono stati arrestati con l’accusa di “appartenenza al PKK”. Tutti erano stati eletti a posizioni comunali, una strategia giustizialista che ha accomunato il Partito Popolare Repubblicano e il Partito per l’Uguaglianza e la Democrazia del Popolo (DEM) pro-diritti curdi per cooperare alle ultime elezioni amministrative del 2024. Ormai si comprende che il PKK è ampiamente utilizzato come capro espiatorio per ogni reato da attruibire ai partiti di opposizione a Erdoğan/AKP.
Le accuse del Pubblico ministero in queste indagini si basano sulla premessa che tutti i politici operassero sotto le direttive del PKK o che lavorassero per un organo del PKK sotto le mentite spoglie di una piattaforma di opposizione, il Congresso Democratico del Popolo DEM, che comprende gruppi curdi e di sinistra, nonché organizzazioni della società civile. La piattaforma, istituita nel 2011, non è stata vietata o chiusa.
Le autorità hanno anche citato indagini e accuse di terrorismo come motivo per sostituire i sindaci eletti con funzionari nominati dal governo in 10 municipalità nel Sud-est della Turchia controllate dal Partito DEM e due municipalità controllate dal Partito Popolare Repubblicano, tra cui Esenyurt.
Sfidando il divieto di manifestare, continuano le dimostrazioni popolari contro l’arresto del sindaco di Istanbul, per cui 300mila persone sono scese in piazza il 21 marzo, giorno che festeggia anche il Newroz, il capodanno curdo.
“L’arresto di Ekrem İmamoğlu, sindaco di Istanbul, insieme ad oltre 100 persone e rappresentanti locali, è una giornata disastrosa per la Turchia e una delle manifestazioni più drammatiche degli ultimi anni dell’erosione della democrazia e dello Stato di diritto in Turchia. L’arresto di uno dei politici più importanti del paese è un attacco all’opposizione democratica e alla democrazia locale. In effetti, il sindaco İmamoğlu non è solo il leader eletto di una città di 16 milioni di persone. È presidente dell’Unione dei comuni della Turchia, un’associazione che rappresenta i leader locali di tutte le fasce politiche – dichiarano Kata Tüttő, presidente del Comitato europeo delle regioni (CdR), i presidenti uscente e entrante del gruppo di lavoro del CdR sulla Turchia, Antje Grotheer (DE/PSE), presidente del parlamento di Brema, e Jelena Drenjanin (SE/PPE), membro del consiglio comunale di Huddinge”.
Per approfondire:
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Sabato, 22 marzo 2025 – Anno V – n°12/025
In copertina: Ekrem İmamoğlu, sindaco di Istanbul – Foto: sezione giovanile Partito Popolare Repubblicano CHP