venerdì, Marzo 28, 2025

Teatro & Spettacolo

Tra “Below Sea Level” e “West of Babylonia”

La comunità nomade di Slab City nel deserto di Sonora attrae il cinema documentaristico

di Laura Sestini

Già nel 2008, il regista Gianfranco Rosi, con il film Below Sea Level (Sotto il livello del mare), si era cimentato nel far conoscere alla società italiana e americana, la nomade e poliedrica comunità di persone che dagli anni ’60, sulle orme del movimento hippie, i Figli dei fiori, si era stanziata nel deserto di Sonora in California, vicino al confine messicano, a circa 250 chilometri a sud-est di Los Angeles.

Nonostante Figli dei fiori, il luogo scelto per vivere al di fuori della società bianca e borghese statunitense che aborrivano e pacificamente combattevano, il luogo è tutt’altro che un paradiso, i fiori veri sono rari, il paesaggio è cosparso solo di rustici e ispidi cespugli nati nel polveroso e arido terreno desertico.

Nel 2020, Emanuele Mengotti, riprende il discorso su questa curiosa comunità con West of Babylonia (A ovest di Balilonia) oggi composta da persone non più legate alla filosofia hippie bensì, in comune con questa, tutt’ora rifuggano, ognuno con una differente visione o idiosincrasia riguardo alla società americana, una vita omologata alla massa.

Salvation Mountain, opera di Leonard Knight, abitante di Slab City

A Slab City non c’è acqua corrente, né energia elettrica; ogni carovana, camper, pulmino, o “casa” di fortuna adibiti a spartana “residenza” ha ingegnosi meccanismi di sopravvivenza primaria, adattati al mezzo e al luogo dai propri abitanti. In realtà, la peculiarità della comunità, che trova tutti d’accordo, è non avere regole prescritte. Qui non c’è la polizia, non sembra essercene bisogno, tutti hanno rispetto del vicino appena giunto in quel luogo fuori dal mondo, o ivi stanziale di lunga data, nonostante le sue potenziali stranezze, senza giudizio.

All’apice della sua notorietà, negli anni ’80, Slab City in inverno raggiungeva le 4mila presenze, mentre in estate, con le temperature oltre i 50°C, si riducevano ad un decimo. Chi aspira ad essere riconosciuto come un vero Slab, cittadino onorario, deve superare il test della permanenza estiva in loco, una prova durissima di resistenza fisica.

La comunità è composta da persone che arrivano da tutti gli angoli degli USA, singoli, coppie, pensionati, famiglie con figli, una variegata mescolanza di americani bianchi, alcuni armati, ognuno con la propria filosofia di vita e di visione intellettuale o politica della democrazia americana che, per certo, non amano e non riconoscono.

West of Babylonia – racconta Emanuele Mengotti, presente al cinema La Compagnia di Firenze durante la serata di proiezione – è stata la mia prima esperienza documentaristica. Questo ha influito molto sul mio lavoro, portandomi a scoprire giorno dopo giorno quale fosse il mio stile e quale punto di vista adottare. Volevo trasmettere l’esperienza di Slab City, più che spiegarla, volevo che l’audience avesse modo di trovarsi in una situazione di disagio nella quale poter provare a vivere le emozioni che si vivono a Slab City. Non volevo raccontare Slab City attraverso le parole, ma bensì immergere lo spettatore in questa comunità. Il mio obiettivo era diventato utilizzare due mezzi per raccontare la mia storia, da una parte quella del cinema veritè dall’altra quella della poesia cinematografica.” 

Pluripremiato, Below Sea Level, fu a suo tempo presentato al 65° Festival del Cinema di Venezia e selezionato in oltre 40 festival internazionali.

West of Babylonia è uscito al Biografilm Festival 2020 di Bologna ed è totalmente autofinanziato.

Entrambi i registi, per realizzare le proprie opere cinedocumentarie, hanno vissuto lunghi periodi a Slab City.

Per approfondire: https://web.archive.org/web/20010708213643/http://www.slabcity.org

BELOW SEA LEVEL di Gianfranco Rosi Italia/USA, 2008, 105′

WEST OF BABYLONIA di Emanuele Mengotti Italia/USA, 2020, 82′

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Sabato, 22 febbraio 2025 – Anno V – n°8/2025

In copertina: l’entrata a Slab City – Foto di Tuchodi CC BY 4.0

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