Dalla bozza della Costituzione transitoria emerge un sistema autocratico
di Laura Sestini (note e traduzioni)
Il 13 marzo, il Governo provvisorio siriano (SCG – Syrian Caretaker Government) ha pubblicato la proposta di Costituzione per il periodo di transizione, delineando un arco temporale di cinque anni, che presumibilmente terminerà con una nuova Costituzione e delle elezioni, ma non è chiaro con precisione come verrà negoziata e redatta la Costituzione permanente.
Ufficialmente, la Costituzione transitoria è stata preparata da un piccolo comitato di sette persone selezionate dallo SCG. Non vi è stata trasparenza nel processo di selezione di questo comitato. Tutti e sette sono arabi sunniti, che hanno portato a prevedibili critiche riguardo al fatto che il comitato non tenesse conto della diversità etnica e religiosa della Siria, oltre a limitare l’indipendenza del gruppo di redazione, poiché la loro doveva essere approvata dallo SCG, guidato da HTS (Hayat Tahrir al-Sham).
Infatti, poche ore dopo l’uscita della bozza, al-Jazeera pubblicherà la Costituzione trapelata dalle sue fonti, che alcuni interpretarono come il fatto che il comitato avrebbe avuto solo il potere di suggerire modifiche a un documento predeterminato. La precedente Conferenza Nazionale per il Dialogo (Victory Conference), un evento che ha riunito circa un migliaio di politici siriani e intellettuali, avrebbe dovuto teoricamente anche fornire informazioni sul processo di stesura della Costituzione; tuttavia, i 18 punti emersi dalla conferenza sulla Costituzione sono stati vaghi, opachi e non vincolanti.
Nel sistema statale descritto nella Costituzione, l’autorità è fortemente centralizzata nelle mani del Presidente ad interim, Ahmed al-Sharaa. Egli manterrà uno stretto controllo su tutti i poteri statali, senza adeguati controlli ed equilibri.
Il presidente fungerà da capo supremo delle forze armate e gestirà gli affari siriani insieme ai suoi ministri (nominati personalmente). Potrà dichiarare lo stato di emergenza e la legge marziale, con l’approvazione del Consiglio di Sicurezza Nazionale (nominato personalmente).
Il presidente avrà inoltre il diritto di proporre leggi ed emanare decreti con forza di legge. Le leggi approvate dall’organo legislativo, il Consiglio del Popolo, possono anche essere soggette al veto del presidente, che richiede una maggioranza di due terzi del Parlamento per essere annullate. L’influenza del presidente sulla composizione del Parlamento rende in ogni caso improbabile un evento del genere.
Un terzo dei membri del Consiglio del Popolo sarà scelto direttamente dal presidente. La restante composizione del Consiglio sarà determinata da un “Alto Comitato”. Il Presidente nominerà questo comitato. Inoltre, il Presidente ad interim ha il potere di nominare tutti i giudici della Corte Costituzionale Suprema, che fungerà da massima autorità giudiziaria siriana.
In definitiva, i riferimenti alla separazione dei poteri esecutivo, giudiziario e legislativo contenuti nella Costituzione risultano completamente privi di valore dagli articoli successivi, che stabiliscono un sistema in cui il Presidente ad interim ha un ampio controllo su tutti e tre.
Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale deve approvare le richieste presidenziali di dichiarare lo stato di emergenza. Eppure, l’attuale Consiglio per la Sicurezza Nazionale, composto da otto membri, è già stato scelto personalmente da al-Sharaa, che lo presiede. Ne fanno parte il Ministro degli Esteri, il Ministro della Difesa, il Ministro degli Interni e il capo dell’intelligence nazionale, oltre a due membri “consulenti” e un esperto tecnico nominati dal Presidente. Tre di questi attuali ministri, selezionati da al-Sharaa, erano di lunga data jihadisti al suo fianco a Jabhat al-Nusra: il ministro degli Esteri, Asad al-Shaibani, il capo dell’intelligence, Anas Khattab, e il ministro della Difesa, Murhaf Abu Qasrah.

Grafico di Rojavainformationcenter.org
Inoltre, la formazione di partiti politici siriani è vietata finché non verrà emanata una “legge sui partiti”, con lo scopo di regolarli. Ciò significa che non ci sarà alcuna possibilità di alcun tipo di pluralismo politico formale o di opposizione. Human Rights Watch ha lanciato un avvertimento: “la struttura della nuova dichiarazione siriana rischia di consolidare il controllo autoritario, anziché facilitare una vera transizione verso una democrazia rispettosa dei diritti”.
La nuova Costituzione ha anche sollevato preoccupazioni circa la restrizione delle libertà civili. “Glorificare l’obsoleto regime di al-Assad o i suoi simboli” e “negare i suoi crimini o elogiarli, giustificarli o banalizzarli” sono reati, ma la vaghezza di questi articoli e la loro ampia portata potrebbero essere utilizzati per limitare la libertà di parola.
Nel periodo post-Assad, il SCG guidato da HTS è sotto i riflettori internazionali e sottoposto a pressioni per dimostrare che si stanno adottando misure democratiche e che la società civile viene accolta. Tuttavia, la concentrazione del potere nelle mani di un gruppo centrale di figure di HTS non promette nulla di buono per nessuno di questi due aspetti.
A Idlib, la monopolizzazione dell’autorità da parte di HTS, civile e militare, ha facilitato l’imposizione di restrizioni alla popolazione e repressione del dissenso, con numerose violazioni dei diritti umani commesse.
Mostrando un’evoluzione rispetto alle loro pratiche, come Jabhat al-Nusra, a Idlib, HTS ha ridotto l’enfasi nel dettare e far rispettare le politiche relative alla vita quotidiana. Ad esempio, è vietato il fumo, ma non è stata applicata la legge. Le autorità si sono invece concentrati sulla repressione dura dell’opposizione politica. Nel
novembre 2020, le Nazioni Unite hanno rilevato “la continua detenzione di civili, inclusi operatori umanitari” a Idlib, oltre a “rapporti profondamente preoccupanti di esecuzioni a seguito di detenzioni e cosiddetti processi da parte delle autorità de facto” per persone percepite come affiliate a un gruppo o partito di opposizione.
HTS ha anche compiuto notevoli sforzi per controllare l’ambiente informativo di Idlib. Istituita nel 2019, la Direzione dell’Informazione dell’SSG (Syrian Salvation Army) ha monitorato e controllato i vari organi di informazione nella Regione. Sebbene le testate che pubblicavano opinioni critiche su HTS o sull’SSG non subissero alcun divieto esplicito, venivano represse in modo più sottile e chiunque si esprimesse in modo troppo esplicito rischiava la detenzione e la tortura.
Al contrario, i canali collegati a HTS non subivano alcuna restrizione nel loro lavoro. Nel 2021, le dure pratiche di repressione, l’intolleranza al dissenso politico e la repressione dei giornalisti civili indipendenti e dei gruppi progressisti della società civile da parte di HTS spinsero alcuni commentatori a paragonare il gruppo ai vari regimi dispotici a cui dichiarava di opporsi in Medio Oriente.
La messa al bando di Orient News dai territori dell’SSG fece scalpore nell’agosto di quell’anno. HTS accusò la testata, ampiamente seguita, di “violazioni” come l’uso dell’espressione “milizie armate” per descrivere HTS. La creazione dell’Electronic Cyber Entity, un organismo collegato ai Servizi di Sicurezza, all’inizio del 2022, consentì un monitoraggio più sottile delle informazioni diffuse attraverso i social network. Ciò portò all’arresto di coloro che condividevano video ritenuti immorali. Quando le autorità eliminarono la polizia morale che pattugliava le strade, questa fu sostituita con meccanismi di repressione più occulti.
Si verificarono proteste contro le restrizioni imposte da HTS alla popolazione di Idlib, durante i loro anni al potere, con i manifestanti che chiedevano le dimissioni di Ahmed al-Sharaa e che HTS lasciasse Idlib. HTS aveva agito arrestando alcuni partecipanti o persone che avevano fatto commenti critici online e aveva anche aperto il fuoco per disperdere la folla in protesta. Niente di tutto ciò scosse l’equilibrio he HTS aveva stabilito, fino al 2023.
A partire dall’estate del 2023, l’Apparato di Sicurezza Generale condusse una campagna di arresti che portarono alla detenzione di oltre 400 membri di HTS. La maggior parte delle persone arrestate è stata infine assolta e rilasciata, ma la gestione del caso da parte di HTS si era caratterizzata per una detenzione sistematica senza accuse chiare e senza accesso alla difesa legale, con molteplici resoconti di maltrattamenti e torture ai danni dei detenuti. In alcuni casi, il Consiglio della Shura aveva condannato a morte gli arrestati, se riconosciuti colpevoli. Oltre a prendere di mira i propri membri, HTS ha arrestato membri di altri gruppi armati, partiti politici non armati, civili che avevano criticato HTS e vittime di reati che cercavano giustizia presso i tribunali dell’SSG.


A livello di leadership, due figure chiave abbandonarono il gruppo: Abu Maria al-Qahtani è stato arrestato nell’agosto 2023. Al-Qahtani era la seconda figura più potente di HTS dopo al-Sharaa. I leader di HTS lo consideravano potenzialmente una minaccia per la stabilità e l’influenza di HTS, che li ha spinti ad accusare al-Qahtani di aver preparato un colpo di stato. Nonostante le accuse mosse contro di lui, non sono state presentate prove conclusive per dimostrare il suo coinvolgimento in attività sospette ed è stato rilasciato e scagionato dalle accuse a marzo 2024, dopo sette mesi di arresti domiciliari e assassinato il mese successivo.
Il suo assassinio scatenò forti disordini interni, con alcuni che sostenevano che dietro ci fosse una fazione della leadership di HTS. Un altro membro di lunga data, Abu Ahmad Zakour, aveva disertato nel dicembre 2023, mentre era in corso la campagna di arresti interni. Aveva promosso il rafforzamento delle relazioni di HTS con alcune fazioni dell’SNA (Syrian National Army). Era particolarmente legato alle fazioni dell’SNA che avevano facilitato l’incursione di HTS nella regione di Afrin nell’ottobre 2022. Le ragioni della defezione non sono chiare: Zakour fuggi ad Azaz, controllata dall’SNA. HTS ha inviato una cellula armata per catturarlo, ma venne protetto da membri dell’SNA e dell’esercito turco, sfuggendo alla cattura.
Fonte: Rojava Information Center
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Approfondimento: durante la stesura di questo articolo, sui social del Kongra Star Women’s Movement, organizzazione che raccoglie i movimenti femminili in Siria di Nord-Est, viene pubblicato il seguente post: “Hevrin Xalef, segretaria del Partito Siria Futura, è stata brutalmente assassinata nel 2019. Il suo assassino, Hatem Abu Shuqra, è stato nominato comandante militare sotto il SCG. Una provocazione alle vittime e alle loro famiglie, un insulto alla giustizia e alla dignità umana.“ Le stesse YPJ, le unità militari femminili curde, denunciano la decisione del governo di Al-Sharaa.
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Sabato, 10 maggio 2025 – Anno V – n°19/2025
In copertina: da sx Ahmad al-Hayes, conosciuto come “Abu Hatem Shaqra,” con il ministro della Difesa siriano, Murhaf Abu Qasra – Foto: NorthPress agency