sabato, Maggio 17, 2025

Notizie dal mondo

Nell’America trumpiana

Avanza la cultura antidemocratica e l’ideologia antiscientifica

di Giuseppe Gallelli

Il governo Trump, oltre a contrastare le manifestazioni in difesa della democrazia e dei diritti, delle politiche di equità, diversità e inclusione e le manifestazioni pro Palestina, sta smantellando il sistema di ricerca pubblica degli Stati Uniti.

Sono prese di mira le Università e le agenzie federali, come la National Science Foundation, i Centers for Disease Control & Prevention, i Centers for Medicare & Medicaid Service e soprattutto la National Oceanic & Atmospheric Administration, una delle più importanti agenzie federali di ricerca ambientale che ha già subito forti tagli di finanziamenti governativi che hanno determinato gravi licenziamenti di personale.

Anche molti dati scientifici già prodotti dall’amministrazione, in particolare informazioni e dati pubblici indipendenti sull’ambiente e sul clima sono stati oscurati e non sono più usufruibili dai ricercatori e dai cittadini.

Pure le università, nel Paese che è la culla dei diritti, stanno subendo forti restrizioni alla libera opinione e al pensiero critico, con pretesti ideologici, perché i loro programmi non sono adeguati all’ideologia del governo e per la presenza di studenti, docenti e amministratori impegnati nell’attivismo di sinistra che si battono per la democrazia, la difesa dei diritti civili, la diversità, l’equità, l’inclusione e la pace.

Sono presi di mira soprattutto gli overhead, quella parte di fondi che finanziano le università, fondi essenziali per svolgere attività di ricerca e realizzare progetti. L’amministrazione Trump ha ridotto questa importante risorsa al 15%, mentre negli ultimi anni oscillava tra il 70 e il 50% del totale dei finanziamenti.

Anche alcune università private rischiano di perdere donazioni da parte dei finanziatori per la cancellazione di esenzioni fiscali finora garantite ai donatori.

Molti studenti stranieri sono stati arrestati da guardie armate nelle università o espulsi d’ufficio, dopo la revoca di visti e permessi di soggiorno, per reati di opinione, perché praticano la woke culture o per aver manifestato contro il massacro a Gaza.

Alcuni atenei, come la Columbia University, hanno accettato le difficili condizioni imposte, eliminando alcune facoltà e riformulando programmi di studi.

Mentre, invece, l’Università di Harvard ha dichiarato che ”non rinuncerà all’indipendenza e ai suoi diritti costituzionali.” 

Viene ridotto il ruolo della ricerca scientifica pubblica aperta e accessibile a tutti, mentre il settore privato avanza. Sono screditati gli scienziati e molti studi scientifici di ricercatori universitari sono ritenuti non credibili perché, secondo il punto di vista del governo, manipolano la realtà.

Si sta smantellando la ricerca pubblica a favore di una ricerca privata chiusa, segreta, inaccessibile. E più che altro, finanziata con interessi governativi, quindi non più indipendente.

La conoscenza rischia di diventare, così, un bene esclusivo di pochi: alcune conoscenze fondamentali, da beni collettivi, che circolano nel mondo scientifico, stanno per diventare strumenti nelle mani di élite, grazie a enormi flussi di danaro, che accrescono il monopolio della conoscenza nelle mani delle grosse Corporation e quindi con gravi conseguenze sul pubblico democratico controllo della società presente e futura.

Non era mai successo in Usa che aziende private avessero un’influenza, così rilevante, nella ricerca scientifica, con il rischio che molte grandi innovazioni tecnico scientifiche e biomediche, coperte da brevetti e accordi segreti, non potranno più essere pubbliche.

Il futuro degli Usa dipenderà molto da chi avrà il potere di controllare la conoscenza.

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Sabato, 19 aprile 2025 – Anno V – n°16/2025

In copertina: la Harry Elkins Widener Library dell’Università di Harvard – Foto: Nina R. CC BY 4.0

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